Film e serie sempre più avvolte dal fumo: è allarme

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John Slattery e Jon Hamm in una scena di “Mad Men”, la serie tv che racconta la vita di un gruppo di pubblicitari nella New York degli anni ’60 – PictureLux / The Hollywood Archive / Alamy Stock Photo

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Dopo dieci anni dalla pubblicazione di Cenere di stelle sui rapporti tra cinema, fumo e adolescenti i due oncologi Edoardo Altomare e Domenico Galetta tornano nella loro tenace battaglia antifumo con un nuovo volumetto gratuito, Smoking Bad. Cinema, serie tv e fumo, realizzato con la collaborazione del provider Agorà, sotto l’egida di Walce (Woman Against Lung Cancer in Europe) e dell’IRCCS (Istituto Tumori Giovanni Paolo II), Bari 2024. Con la moda, i social e le serie tv, il cinema è tra gli strumenti utilizzati dai produttori di tabacco per incentivare, soprattutto nei più giovani, il consumo di sigarette tradizionali ed elettroniche.

“Movies sell cigarettes” (“i film vendono sigarette”) recita uno slogan ben noto a Hollywood e alle lobbies del tabacco, che hanno sempre elargito nel loro marketing migliaia di dollari ad attori e registi per alimentare il fascino indiscreto del fumo. I fumatori non solo nuocciono a se stessi e agli altri, ma contribuiscono in modo significativo all’inquinamento ambientale con le sostanze tossiche e cancerogene immesse nell’aria dalle sigarette e dai mozziconi.

Con il solito acume il noto farmacologo Silvio Garattini denuncia le inadempienze anche dello Stato, che «forse non se ne occupa perché incassa 14 miliardi di euro l’anno, dimenticando i costi dei fumatori per il Servizio Sanitario Nazionale». L’inerzia del Governo italiano evita di aumentare il prezzo dei prodotti del tabacco. Un pacchetto di sigarette in Italia costa 6 euro, in Francia il doppio, in Inghilterra quasi il triplo.

Nonostante il fumo rappresenti un importante fattore di rischio per ben 28 malattie, fra cui parecchi tumori, e sia in assoluto la prima causa di morte prevenibile in tutto il mondo, con 7 milioni di morti all’anno (più di 70.000 solo in Italia), le statistiche più recenti indicano un’impennata del vizio del fumo, con un’allarmante progressione tra le donne e gli adolescenti. Anche le sigarette elettroniche possono causare danni per la presenza nell’aerosol della nicotina e di altre sostanze pericolose, come metalli pesanti e aldeidi. L’inalazione di tale aerosol crea la dipendenza da nicotina, che svolge un’azione psicotropa.

«Dopo lo svapo raggiunge rapidamente il cervello (in soli 7 secondi), e coniugandosi con i recettori per l’acetilcolina induce la liberazione di dopamina, che si accompagna a un’immediata sensazione di piacere». Per lo scrittore Paul Auster, che è morto per le complicanze di un carcinoma polmonare, il fumo incarna u po’ l’ethos dell’adolescente, quello che lo spinge a fumare è «l’idea che sia una cosa che conferisce un certo fascino, ti dai un’aria da bandito, un tono da ribelle, quasi sprezzante». La presenza di smoking scenes nelle pellicole, non solo americane, ma anche europee ed extracontinentali è assidua.

A causa del Covid le sale cinematografiche si sono svuotate a tutto vantaggio della fruizione domestica di film e serial attraverso piattaforme di video streaming. Il crescente successo di tali piattaforme ha fatto crescere le opportunità di esposizione dei più giovani a scene di fumo. Nelle stesse serie tv Netflix c’è stato un incremento dei “tobacco incidents (o istances)” (866 del 2019 contro i 299 del 2018).

Con un’analisi dettagliata e critica gli autori, che si definiscono “spettatori innammorati del cinema” e “medici preoccupati dalla salute dei più giovani”, lungi da ogni fondamentalismo, ci offrono un prezioso contributo per «contrastare, con accorte e appropriate strategie di contenimento, le sempre più aggressive strategie di posizionamento della sigaretta convenzionale o alternativa nei film e nelle serie tv».

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Mentre auspichiamo un futuro senza fumo, seguiamo l’esempio, come hanno fatto i due oncologi con la loro azione di smascheramento, del colibrì dell’antica favola africana, che con poche gocce d’acqua cercava il fermare il fuoco dell’incendio. Al leone scettico che gli chiedeva cosa pensava di fare con poche gocce d’acqua, per nulla scoraggiato rispose: « Io faccio la mia parte, e tu?».





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