Un Garante per le persone con disabilità

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Un garante per le persone con disabilità, che avrà accesso illimitato e senza necessità di preavviso in tutte le strutture che offrono servizi pubblici essenziali. Una facoltà che è «di grande rilevanza poiché può contribuire in modo significativo a migliorare gli standard quali/quantitativi di tali importanti unità di offerta promuovendone la transizione in chiave inclusiva e, conseguentemente, contribuire a migliorare la qualità di vita delle persone che ne usufruiscono». È il commento dell’Anffas, l’Associazione nazionale di famiglie e persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, che ha commentato l’avvento del nuovo garante per le persone con disabilità, l’autorità introdotta con la legge delega sulla disabilità (legge 227/2021) e che è operativo dal 1° gennaio di quest’anno. L’ufficio sarà composto da Maurizio Borgo come presidente, a cui si aggiungeranno Francesco Vaia e Antonio Pelagatti, che rimarranno in carica per quattro anni. Borgo è l’attuale capo di gabinetto della ministra per le disabilità, Alessandra Locatelli.

Accesso alle strutture senza preavviso

«Una pietra miliare per garantire maggiore esigibilità dei diritti delle persone con disabilità e loro familiari». È con queste parole che Anffas accoglie il nuovo Garante che, come detto, è realtà da circa due settimane. Nella nota diffusa dall’Associazione si possono leggere anche i compiti principali assegnati all’autorità o, meglio, quelli che avranno maggiore impatto sulle persone con disabilità. Tra questi troviamo la già citata facoltà di «visitare, senza necessità di autorizzazione o di preavviso e con accesso illimitato ai luoghi, avvalendosi, ove necessario, della collaborazione di altri organi dello Stato, le strutture che erogano servizi pubblici essenziali». Inoltre, avrà anche il potere di visitare gli istituti penitenziari con le stesse modalità. Un aspetto che, secondo l’Associazione, avrà un impatto importante: «una facoltà di grande rilevanza, poiché può contribuire in modo significativo a migliorare gli standard quali/quantitativi di tali importanti unità di offerta promuovendone la transizione in chiave inclusiva e, conseguentemente, contribuire a migliorare la qualità di vita delle persone che ne usufruiscono, prevedendo e contrastando anche fenomeni di segregazione, maltrattamenti ed abusi nonché agire affinché sia sempre garantito il pieno rispetto della loro dignità intrinseca ed estrinseca e sia contrastata ogni forma di discriminazione». Ma non solo visto che «il Garante contribuirà a fare chiarezza su un tema di grande rilevanza, che anche in questi giorni viene da taluni riproposto con un approccio meramente ideologico e del tutto fuorviante. Far passare il messaggio che tutte le strutture semiresidenziali e residenziali siano dei luoghi nei quali, a prescindere, le persone con disabilità vengono segregate o, peggio, rappresenta un approccio frutto di pericolosi preconcetti e foriero di grandi disastri laddove questo messaggio si dovesse tradurre in pratica», il giudizio dell’Anffas.

Gli altri compiti

Per prima cosa, il Garante sarà impegnato a vigilare sul rispetto dei diritti e sulle conformità alle norme e ai principi sanciti dalla convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. A ciò si aggiunge il contrasto ai fenomeni di discriminazione diretta o indiretta, nonché delle molestie e del rifiuto dell’accomodamento ragionevole. L’autorità avrà anche il compito di promuovere l’effettivo godimento dei diritti e delle libertà fondamentali, nonché raccogliere le segnalazioni provenienti da persone, familiari e associazioni riguardanti eventuali fenomeni di segregazione o discriminazione. A queste segnalazioni seguiranno visite d’ufficio e la formulazione di raccomandazioni e pareri alle amministrazioni e ai concessionari pubblici interessati sulle segnalazioni raccolte, anche in relazione a specifiche situazioni e nei confronti di singoli enti, sollecitando o proponendo, anche attraverso l’autorità di settore e di vigilanza, interventi, misure o accomodamenti ragionevoli idonei a superare le criticità.

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Relazione e consulto

Entro il 30 settembre di ogni anno, il Garante dovrà trasmettere in Parlamento una relazione sull’attività svolta. Lo stesso, con cadenza almeno semestrale, si dovrà consultare con le federazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità e dovrà garantire forme di concertazione in relazione alle specifiche attività di competenza. In generale, la sua attività si svolgerà in collaborazione con gli organismi indipendenti nazionali, in un’ottica di approccio condiviso ai problemi e alle soluzioni da raggiungere.

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