Marco Toller, professore emerito dell’ateneo trentino, ci ha lasciati inaspettatamente lunedì 27 gennaio 2025.
Nato a Trento nel 1935, si era laureato in Fisica alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Fu borsista e poi ricercatore dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare (Infn), poi ufficiale di complemento al Servizio Meteorologico dell’Aeronautica (uno dei tempi migliori della sua vita, come mi confidò). Assistente di ruolo alla Cattedra di Fisica generale dell’Università di Roma, fu poi membro effettivo della Divisione di Studi teorici del Centro europeo di ricerche nucleari (Cern) di Ginevra.
Fu professore straordinario di Istituzioni di Fisica teorica all’Università di Bologna dal 1972 al 1974. Nello stesso anno approda all’Università di Trento nella giovanissima Facoltà di Scienze, come professore ordinario di Istituzioni di Fisica teorica e poi di Fisica teorica, dove fonda il gruppo teorico insieme al professor Antonio Bassetto, chiamato a Trento per questo scopo. Nel 2001 il pensionamento, ma non il ritiro dalla fisica teorica, che lo vede pubblicare ancora numerosi articoli.
Vale la pena ricordare che negli anni pisani Toller fu uno dei teorici di riferimento nel gruppo di Giorgio Bellettini, tra gli scopritori del “quark Top”, e di Carlo Rubbia (poi vincitore del premio Nobel per la rilevazione dei “bosoni intermedi”). La sua passione in quei primi anni era proprio la fisica delle interazioni forti di alta energia, dove produsse importanti lavori sulle ampiezze di scattering usando le simmetrie relativistiche (i famosi “poli di Toller”), e la fisica dei muoni al sincro-ciclotrone del Cern. In quei prolifici anni Sessanta scrisse molti lavori notevoli con Bellettini, Rubbia, Conversi, di Lella, Sertorio, Sciarrino e altri ancora, l’élite della fisica delle alte energie di allora.
Gli anni di Trento sono caratterizzati maggiormente dalle ricerche teoriche, che sono molte e quasi sempre concentrate su problemi concettuali (la fisica concettuale come la chiamava lui). Tra questi l’analisi critica dei concetti spazio-temporali, la descrizione quantistica degli eventi, teorie con accelerazione massima e la riformulazione della teoria della gravitazione e altre teorie di campo sullo spazio dei sistemi di riferimento, nella speranza di ottenerne una versione “quantizzabile”.
A parte i dati curriculari, mi preme delinearne il carattere, per quanto mi è noto e posso. È allo stesso tempo facile e difficile tratteggiare la figura di un uomo come lui, schivo al punto da rasentare le pareti dei corridoi negli incontri occasionali, conscio del suo grande talento scientifico ma sempre indulgente, generoso e onesto. Prendeva sul serio le idee di fisica di tutti coloro con cui lavorava, e che di volta in volta si discutevano davanti a una nera lavagna, ma era altrettanto rapido a demolirle se vi scorgeva un errore. Come io stesso ho sperimentato. Quindi eravamo tutti molto attenti, temendo il suo giudizio, a proporre soluzioni ai problemi che sollevava, e che risolveva da solo nel suo inconfondibile stile. Ma egli era sostanzialmente un solitario.
Ciò nonostante sotto la sua direzione si formò il “gruppo teorico”, che annoverava tra i suoi collaboratori, oltre al sottoscritto, Antonio Bassetto, Sergio Zerbini, Guido Cognola, Roberto Soldati e Ignazio Lazzizzera, ora tutti felicemente pensionati.
E furono anni bellissimi, perché Toller era davvero speciale. Sempre colpiva la sua rettitudine. E poi era talento scientifico indiscutibile, un raffinato fisico teorico ma che poteva discutere di esperimenti nei loro aspetti concettuali con eguale competenza. E anche questo ho sperimentato. Ma era la fisica teorica la sua vera provincia. Posso dire con certezza che comprendeva la meccanica quantistica, la teoria dei campi e la relatività generale, tre discipline notoriamente ostiche, in un modo così profondo e originale, che quasi sempre mi sorprendeva. Ma in realtà era profondo e perspicace in tutti gli argomenti di fisica (proprio tutti), ed è stata una vera fortuna poterne discutere con lui.
Nello stesso tempo condivideva con piacere le sue conoscenze, ed era sempre pronto a discutere quelle di altri o a dare una mano nelle difficoltà. Ricordo che mi spiegò in pochi minuti una cosa che non capivo da settimane, permettendomi di risolverla in breve tempo. E sono certo che tutti nel gruppo hanno avuto esperienze simili. Non mancavano le docce fredde, ma sempre con garbo. A volte sconfinava, per così dire, in campi diversi dai problemi fini di cui amava occuparsi, per esempio nella meccanica statistica e nella teoria quantistica dei gas.
Non posso nemmeno dimenticare le belle lezioni di meccanica razionale e fisica teorica, che io stesso ho seguito, con le sue mitiche note ai corsi che tuttora spopolano tra studenti e docenti. Mi sembrano piccole gemme di rigorosa didattica scientifica. Tante anche le persone di cui è stato relatore di tesi o di dottorato, molte delle quali sono oggi stimati ricercatori. Ricordo qui Carlo Rovelli (noto per studi di gravità quantistica, disciplina che sicuramente interessava Toller) e Sergio Ferrara (noto per studi di supersimmetria e supergravità).
Ma Toller era anche importante su altri fronti, e non starò a ripetere i molti e diversi contributi che ha dato alla vita del nostro dipartimento e che tutti quelli di una certa età ricorderanno. Ma uno lo menziono, ed è il lavoro immenso che ha fatto nel traghettarlo dal vecchio al nuovo ordinamento, la famosa riforma del 3+2. I successivi direttori di dipartimento hanno ricordato più volte che senza quel lavoro, tutto sarebbe stato più complicato.
E poi è stato lui stesso direttore del dipartimento e preside di facoltà, con una conduzione sempre attenta al rispetto delle varie anime della ricerca e della didattica. In effetti le critiche lo sfioravano appena, per il prestigio scientifico, certo, ma soprattutto per la dirittura morale e la ferma onestà intellettuale. Abbiamo tutti perso una figura importante, perché indubbio riferimento, e per me personalmente un caro amico.
(*) Luciano Vanzo, dapprima studente di Toller, poi suo assistente per molti anni nel corso di Istituzioni di Fisica teorica e infine suo stretto collaboratore.
Al ricordo si uniscono i membri del gruppo teorico facente capo a Toller, menzionati nel testo.
Notizie su Marco Toller, appunti delle lezioni e bozze del libro che stava scrivendo su: http://www.marco-toller.it
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