Tlc in Europa: investimenti in calo e mercato frammentato secondo Connect Europe – MondoMobileWeb.it | News | Telefonia

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Ieri, 28 Gennaio 2025, Connect Europe, l’associazione in precedenza conosciuta come ETNO, che rappresenta i principali fornitori di servizi di comunicazione europei, ha presentato il suo report del 2025 sullo stato delle telecomunicazioni in Europa, dal quale emerge la necessità di una sovranità tecnologica dell’Unione Europea, a fronte di un mercato sempre più frammentato e crescenti sfide finanziarie e strutturali.

Stilato grazie alle ricerche condotte dalla società di consulenza globale Analysys Mason, il rapporto pubblicato da Connect Europe (ecco il documento completo), stima il valore dell’ecosistema di connettività dell’Europa, sottolineando il potenziale trasformativo di tecnologie come 5G, FTTH, 6G e reti basate sull’Intelligenza Artificiale.

I dati che emergono dallo studio, tuttavia, rivelano anche un calo del 2% negli investimenti nelle telecomunicazioni nel 2023, il primo in 7 anni. Sempre nel 2023, sono diminuiti pure i ricavi (-4,4%), a detta di Connect Europe a causa dell’aumento dell’inflazione con cui gli operatori europei hanno dovuto fare i conti.

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Nello stesso anno, il Mobile Average Revenue Per User (ARPU) in Europa rimane il più basso a livello mondiale, attestandosi a 14,8 euro, in netto contrasto con i 41,7 euro degli Stati Uniti, i 26,0 euro della Corea del Sud e i 22,6 euro del Giappone.

A queste pressioni finanziarie, come riportato nel documento, si aggiunge anche un panorama di mercato che viene definito eccessivamente frammentato. Nel 2024, infatti, l’Europa contava un totale di 41 grandi operatori di telefonia mobile (con oltre 500.000 abbonati), rispetto ai 5 negli Stati Uniti, ai 4 in Cina e Giappone e ai soli 3 in Corea del Sud.

Questa eccessiva frammentazione, secondo il report dell’Associazione, non permette al mercato di consolidarsi, ostacolando la crescita, limitando le economie di scala e soffocando la competitività, creando ulteriori ostacoli per il settore.

Di seguito, le parole di Alessandro Gropelli, Direttore Generale di Connect Europe, che ha dichiarato:

Operatori forti e innovativi sono essenziali per costruire uno stack tecnologico europeo e aumentare la competitività. La deregolamentazione e una maggiore scala sono entrambe necessarie per liberare gli investimenti e accendere l’innovazione.

Questa, invece, la dichiarazione di Rupert Wood, Direttore della Ricerca presso Analysys Mason, che ha affermato:

Gli attuali quadri normativi e le politiche sulla concorrenza ostacolano non solo il raggiungimento di obiettivi di sviluppo impegnativi, ma anche lo sviluppo di nuove attività, adiacenti alla connettività, che potrebbero generare una vera crescita economica.

Stando a quanto emerso dalla ricerca, l’ecosistema di connettività dell’Europa, comprendente di servizi di telecomunicazione, apparecchiature di rete e contenuti e applicazioni, nel 2023 valeva circa 1.000 miliardi di euro, contribuendo al 4,7% del PIL dell’intero Continente. Si tratta di un ecosistema, a detta di Connect Europe, che impiega direttamente e indirettamente oltre un milione di persone, con i membri dell’Associazione che forniscono servizi a circa 276 milioni di europei.

Oltre al suo impatto economico, per Connect Europe, il settore della connettività risulta fondamentale anche per la crescita sociale, la sostenibilità, la sicurezza e la resilienza dell’Europa. Al tempo stesso, tuttavia, negli ultimi tempi il settore si sta ritrovando ad affrontare questioni di sicurezza critiche, come l’integrità dei cavi sottomarini, l’AI Security, l’integrità della supply chain e la crittografia quantistica.

Secondo il nuovo report del 2025 dell’Associazione, sono proprio le nuove tecnologie a star rimodellando la connettività in Europa, offrendo sia opportunità che rischi.

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In ogni caso, sebbene l’Europa abbia già fatto progressi in alcune aree, risulta ancora indietro rispetto ad altri Paesi nel mondo. Il 5G Standalone (5G SA), ad esempio, alla fine del 2024 ha raggiunto solo il 40% di copertura della popolazione in Europa, rispetto al 91% in Nord America e al 45% nelle nazioni dell’Asia Pacifica.

Per quanto riguarda le Open RAN invece, stando a quanto emerso dallo studio, l’Europa ha fatto diversi passi in avanti, con 16 sperimentazioni e implementazioni commerciali nel 2024, superando il Nord America (10), ma rimanendo comunque indietro rispetto all’Asia (24). Un progresso che riflette il crescente slancio anche per quanto riguarda l’adozione dell’Intelligenza Artificiale tra gli operatori europei, il 52% dei quali ha già implementato o sta sperimentando funzionalità di IA per l’automazione e l’ottimizzazione della rete.

Nel mentre, l’implementazione del Cloud Edge in Europa rimane limitata, con solo 320 nodi edge degli operatori attivi e 1.100 nodi edge complessivi, non raggiungendo l’obiettivo dell’Unione Europea di 10.000 nodi.

Relativamente alla copertura dei servizi Gigabit e 5G nel Continente, secondo la ricerca, nel 2024 le reti con capacità Gigabit coprivano l’82,5% dell’Europa, dietro a Cina (99%), Corea del Sud (97%), USA (90,3%) e Giappone (93,9%).

Per fine del 2024, si è stimata una copertura 5G in Europa in crescita di fino all’87% della popolazione, rispetto all’80% dell’anno precedente. Anche in questo caso, tuttavia, l’Europa rimane sempre indietro rispetto ad altri Paesi, tra cui Corea del Sud (99%), USA (98%), Giappone (97%) e Cina (90%).

Dallo studio, in ogni caso, emerge che la copertura FTTH della popolazione in Europa ha raggiunto il 70,5%, superando gli Stati Uniti (54,8%). Nonostante ciò, le stime indicano che circa 45,4 milioni di europei non avranno ancora accesso a una connessione Gigabit fissa nel 2030, non raggiungendo così gli obiettivi del Decennio Digitale dell’UE, che mirano alla copertura completa con reti Gigabit e 5G entro il 2030.

Secondo il nuovo rapporto di Connect Europe, sono quindi necessari maggiori investimenti, che tuttavia, come accennato prima, nel 2023 sono diminuiti del 2%, scendendo da 59,1 miliardi di euro registrati nel 2022 a 57,9 miliardi di euro.

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Questa tendenza in discesa, come riportato dallo studio, si verifica in un momento in cui l’Europa è ancora lontana dai suoi obiettivi Gigabit. Inoltre, anche gli investimenti pro capite sono in ritardo, con i 117,9 euro dell’Europa rispetto ai 187,6 euro del Giappone e ai 226,4 euro registrati dagli Stati Uniti.

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