DeepSeek raddoppia: svelata la versione “pro” dell’intelligenza artificiale per produrre immagini

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DeepSeek raddoppia e svela Janus Pro, un modello di intelligenza artificiale capace di produrre immagini, a quanto pare, migliori di quelle generate dai concorrenti. Stando ai primi risultati diffusi dall’azienda, il modello più grande, Janus-Pro-7B, eccelle sia nella generazione che nell’analisi delle immagini, battendo Dall-e 3 di OpenAI e Stable Diffusion Xl di Stability AI su due test di valutazione dell’intelligenza artificiale, GenEval e Dpg-Bench. Al momento, tuttavia, il modello della startup cinese non supera i modelli specializzati, creati per attività specifiche, ad esempio le piattaforme dedicate a radiologia o astronomia.

Tuttavia, ancora una volta, secondo il sito Neowin, a destare il maggior interesse non è tanto la qualità dei risultati prodotti ma il fatto che a questi ci si arrivi con una dotazione hardware da parte di DeepSeek inferiore a quella dei colossi occidentali, da OpenAI a Google e Microsoft. Un elemento che ha portato molti esperti a interrogarsi sull’utilità della corsa sfrenata alla dotazione informatica per l’IA e ai costi connessi a tali attività.

Janus Pro arriva subito dopo il successo di DeepSeek con il modello di linguaggio R1, che sta dando filo da torcere alle capacità di Gpt-4, per una frazione del costo necessario all’addestramento messo in campo da OpenAI. Si stima infatti che il valore dell’hardware di DeepSeek, fondata da Liang Wenfeng, sia pari al 3% di quello dei competitor statunitensi. Proprio sui costi e i consumi energetici si è focalizzato il giudizio di Pat Gelsinger, ex ceo del colosso tecnologico dei chip Intel, un ingegnere informatico e attuale presidente della startup Gloo, una piattaforma di messaggistica per le chiese: “Aiuterà a impostare il settore”, ha spiegato.

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Per Gelsinger, la vicenda DeepSeek rammenta tre importanti lezioni: i costi inferiori significano un’adozione più diffusa, la creatività prospera se ci sono vincoli e restrizioni, il sistema open source vince. Vale la pena ricordare, infatti, che se il codice sorgente di DeepSeek è “aperto” cioè disponibile, adottabile e migliorabile anche da altri sviluppatori. “DeepSeek aiuterà a reimpostare il mondo sempre più chiuso dei modelli di intelligenza artificiale”, ha detto Gelsinger alla testata specializzata TechCrunch, aggiungendo che ha già adottato il modello di IA chiamato R1 per la sua startup Gloo invece che pagare quello di OpenAI.

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