Italia-Inghilterra, il gap enorme sugli impianti di proprietà

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La Premier League è in assoluto uno dei campionati di calcio più seguiti al mondo e può vantare un grosso seguito anche in Italia. Il ritmo delle partite, la presenza di giocatori di blasone assoluto e l’ambientazione nei match in stadi da sogno sono alcuni dei fattori che spingono i tifosi italiani a seguire con grande interesse le squadre inglesi. Non a caso sono aumentati gli ascolti in TV provenienti dal Belpaese, così come l’interesse dei fan nostrani per le principali quote sulla Premier League, visto che gli italiani spesso puntano anche sul campionato d’Oltremanica. Ma cosa rende l’esperienza calcistica inglese così attraente, al di là del talento in campo? Una delle differenze più evidenti risiede nella gestione e nella qualità degli impianti sportivi. Esiste infatti un divario enorme tra Italia e Inghilterra per quanto riguarda la proprietà e la modernità degli stadi, un aspetto che incide profondamente sull’esperienza dei tifosi e sugli aspetti finanziari dei club.

GAP Italia-Inghilterra sugli stadi di proprietà

In Inghilterra, la patria del football, la maggior parte dei club di Premier League possiede il proprio stadio. Il che vuol dire avere il controllo diretto sulla gestione dell’impianto, sugli introiti derivanti da biglietteria, vendita del merchandising, eventi e attività di marketing e collaterali ospitate nello stadio. In Italia, la situazione è radicalmente diversa, poiché la maggior parte degli stadi sono di proprietà pubblica (quasi sempre di comuni o enti locali), e i club operano in regime di concessione, spesso con contratti complessi e limitanti che riducono significativamente i margini di guadagno. 

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Questa differenza sostanziale influisce pesantemente sulla capacità dei club italiani di investire nel miglioramento delle strutture, nell’offerta di servizi di qualità per i tifosi e, di conseguenza, sulla competitività a livello internazionale, poiché gli introiti derivanti dallo stadio sono risibili, praticamente nulli, se comparati a quelli dei club inglesi. La proprietà dello stadio, infatti, non è solo una questione di prestigio, ma un vero e proprio volano economico che alimenta la crescita del club, consentendo anche una maggiore operatività sul calciomercato.

Anche i vecchi stadi inglesi sono migliori

Il divario tra stadi inglesi e italiani non si limita al fattore proprietà, ma anche in quanto gli stadi sono a misura di tifoso, non da oggi, ma da sempre. Anche gli impianti inglesi più datati, infatti, presentano caratteristiche che li rendono superiori rispetto a molti stadi italiani, anche quelli considerati storici. In Inghilterra, la cultura del tifo e l’attenzione alla sicurezza hanno portato a continue ristrutturazioni e ammodernamenti nel corso degli anni, garantendo standard elevati in termini di comfort, accessibilità e servizi. 

In Italia, invece, molti stadi sono in condizioni fatiscenti che risentono del peso degli anni. Moltissime strutture sono obsolete, presentano barriere architettoniche, scarsa manutenzione e restituiscono una generale sensazione di inadeguatezza rispetto alle esigenze del calcio moderno. Inoltre, molto spesso, viste le difficoltà burocratiche, i progetti nel nostro Paese non prevedono la costruzione di nuovi stadi, bensì interventi di ristrutturazione su quelli esistenti (si vedano ad esempio i casi di Bologna, Bergamo e in ultimo Firenze). Sebbene questi interventi siano importanti per migliorare le condizioni degli impianti, raramente portano a una trasformazione radicale paragonabile alla costruzione di uno stadio ex novo, con tutte le potenzialità che ne derivano in termini di design, funzionalità e impatto economico.

Gli impianti più belli e moderni d’Inghilterra

L’Inghilterra, invece, può vantare alcuni tra gli stadi più iconici e moderni al mondo. Ci sono impianti storici come l’Old Trafford del Manchester United, l’Anfield del Liverpool o il Craven Cottage del Fulham, oppure strutture avveniristiche come l’Emirates Stadium dell’Arsenal, il nuovo Wembley e il Tottenham Hotspur Stadium, e presto verrà consegnato anche il nuovo stadio dell’Everton. Questi non sono solo luoghi dove si gioca a calcio, ma veri e propri templi dello sport, in cui ai tifosi viene offerta un’esperienza immersiva e coinvolgente, poiché sono progettati per massimizzare il comfort e la sicurezza degli spettatori, con tribune a ridosso del campo, servizi di ristorazione di alta qualità, aree hospitality esclusive e tecnologie all’avanguardia. Gli stadi inglesi, in sostanza, rappresentano un modello da seguire per il calcio italiano, un esempio di come la gestione e la proprietà degli impianti possano fare la differenza, non solo in termini di spettacolo, ma anche di crescita economica per i club e per l’intero movimento calcistico.



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