Abedini è libero, tornato in Iran: Nordio ha chiesto la revoca dell’arresto

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Il ministro della Giustizia ha chiesto la revoca dell’arresto e l’eventuale estradizione dell’ingegnere iraniano accusato dagli Usa di aver contribuito a un attacco mortale in Giordania contro soldati statunitensi. Il caso di Abedini è stato legato all’arresto di Cecilia Sala a Teheran, poi liberata

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Il ministro della Giustizia italiano Carlo Nordio ha depositato alla Corte di Appello di Milano “la richiesta di revoca degli arresti per il cittadino iraniano Abedini Najafabadi Mohammad“, arrestato su mandato degli Stati Uniti all’aeroporto di Malepensa lo scorso dicembre. Lo comunica una nota ufficiale del ministero appena diffusa.

Il prossimo 15 gennaio la Corte di Appello avrebbe dovuto decidere sull’estradizione di Abedini, ma secondo la legge il Guardasigilli ha la facoltà di respingere la richiesta e chiedere la liberazione dell’ingegnere.

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Nel pomeriggio di domenica si è appreso che Abedini è stato liberato poco dopo le 9, e sarebbe già arrivato a casa in Iran. Non appena arrivata la richieste di revoca del ministro Nordio, un collegio della quinta Corte d’Appello si è riunito d’urgenza e ha rimesso in liberà Abedini, che poco dopo è decollato per Teheran.

Le motivazioni della liberazione di Abedini

“In forza dell’articolo 2 del trattato di estradizione tra il governo degli Stati Uniti d’America e il governo della Repubblica italiana possono dar luogo all’estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti, condizione che, allo stato degli atti, non può ritenersi sussistente”, si legge nella nota diffusa dal ministero. “La prima condotta ascritta ad Abedini di associazione a delinquere per violare l’Ieepa (International emergency economic powers act – legge federale statunitense) non trova corrispondenza nelle fattispecie previste e punite dall’ordinamento penale italiano“, precisa il ministero.

Emerge dalla nota che sono escluse anche le accuse di supporto alle attività terroristiche. “Quanto alla seconda e terza condotta, rispettivamente di ‘associazione a delinquere per fornire supporto materiale ad una organizzazione terroristica con conseguente morte’ e di ‘fornitura e tentativo di fornitura di sostegno materiale ad una organizzazione terroristica straniera con conseguente morte‘, nessun elemento risulta ad oggi addotto a fondamento delle accuse rivolte emergendo con certezza unicamente lo svolgimento, attraverso società a lui riconducibili, di attività di produzione e commercio con il proprio Paese di strumenti tecnologici avente potenziali, ma non esclusive, applicazioni militari”, prosegue la nota.

L’intreccio tra il caso Abedini e l’arresto di Cecilia Sala

L’ingegnere iraniano Abedini era stato arrestato lo scorso 16 dicembre dalle autorità italiane all’aeroporto di Milano Malpensa su mandato degli Stati Uniti. Il Dipartimento di Giustizia Usa lo accusa, insieme a un altro cittadino iraniano, di aver fornito all’Iran la tecnologia dei droni utilizzati nell’attacco del gennaio 2024 a un avamposto statunitense in Giordania, che ha causato la morte di tre soldati americani.

Tre giorni dopo, la giornalista italiana Cecilia Sala che collabora con quotidiano Il Foglio e Chora Media, era stata arrestata a Teheran, con l’accusa di aver violato le leggi della Repubblica islamica. Dopo 21 giorni di prigionia nel carcere di Evin, Sala è stata liberata ed è tornata in Italia mercoledì 8 gennaio. Il lunedì precedente, la premier Meloni era volata a Mar-a-Lago in Florida da Donald Trump, dove avrebbe discusso del caso Sala e dell’arresto di Abedini.

Dal governo italiano non sono mai arrivate conferme di un accordo della liberazione di Sala in cambio del rilascio di Abedini e il ministero della Giustizia aveva smentito una ricostruzione dell’agenzia Ansa secondo cui Nordio aveva incontrato la premier Meloni a Palazzo Chigi lo stesso 8 gennaio per discutere della liberazione dell’ingegnere.

Teheran: “Trattative tra intelligence iraniana e italiana”

Nel pomeriggio di domenica le autorità iraniane avevano fatto sapere che Abedini sarebbe stato liberato a breve. “Grazie al seguito dato dal ministero degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran e alle trattative tra l’intelligence della Repubblica Islamica dell’Iran e i servizi segreti italiani, il problema è stato risolto e si è giunti alla liberazione e al rimpatrio nelle prossime ore di Najafabadi Mohammad Abedini”, ha reso noto l’agenzia ufficiale della magistratura iraniana, Mizan.



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