Addio a Giorgio Dal Bo, pioniere della speleologia ligure: una stella nel panorama speleologico e nel valore umano

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A fine gennaio ci ha lasciati Giorgio Dal Bo, uno dei padri fondatori della speleologia ligure e figura di riferimento per generazioni di esploratori. A 87 anni, portati con spirito e vigore straordinari, Giorgio rimane nei cuori di chi ha condiviso con lui avventure, fatiche e scoperte, sia sotto terra che nella vita quotidiana.

Fondatore nel 1967 del Gruppo Speleologico Savonese (GSS), Giorgio ha dedicato la sua intera esistenza al mondo delle grotte. Sin dall’inizio, con un gruppo di amici – tra i quali gli altri fondatori del Gruppo, Mirko Del Signore, Roberto De Maestri, Claudio e Sebastiano Massa, Mario Camoirano, Franco Sacchetti e Nico Sgarlato – ha tracciato le prime esplorazioni nelle aree del Savonese e oltre. Non si trattava solo di un passatempo, ma di una passione trasformata in ricerca, documentazione e studio. Sotto la guida di Giorgio, il GSS si è affermato come uno dei gruppi più attivi e rispettati, non solo in Liguria ma anche nel panorama speleologico nazionale.

Il GSS sul proprio sito ricorda l’inesauribile amico: “Oggi piangiamo la scomparsa di una colonna portante del nostro Gruppo. Giorgio Dal Bo è andato oltre. Da quando nel 1967, con un gruppo di amici, creò il GSS, non ha mai smesso di praticare speleologia. Senza di lui tante grotte non avrebbero mai svelato le loro meraviglie. Ultimamente, quando la sua salute non gli ha più permesso di fare attivitàà sul campo, ha continuato a partecipare alle nostre riunioni: ci chiedeva, ci spronava, ci raccontava, con la passione di sempre”.

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Una vita dedicata all’esplorazione – il Gruppo Speleologico Savonese

Il GSS scrive “Per quasi sessant’anni era stato una colonna e un animatore della speleologia savonese: fino a un paio di mesi or sono non mancava mai a una delle riunioni settimanali del Gruppo ed era curioso ed attento a quanto si faceva, prodigo di consigli “.

La storia del Gruppo è tanto ben descritta sul sito del GSS che è bello invitare a leggerla direttamente al link https://www.gruppospeleosavonese.it/.

Parla di esplorazioni e ricerche a tutto tondo, tra Savonese, Piemonte e Marguareis, tra Apuane, Toiranese, Val Tanaro e valli cuneesi, con Giorgio in prima linea.

“Giorgio era un personaggio di un’altra epoca, scrive Enrico Massa, del GSS, “un ragazzino del dopoguerra. curioso di conoscere il territorio”. Un po’ come tutti noi speleo.

“Si era innamorato del mondo sotterraneo frequentando le grotte del Savonese” “Spericolato a sufficienza, e sempre entusiasta di tutto”, continua Enrico… ha dato vita al gruppo speleo, negli anni Sessanta: con altri ragazzi della sua età (di 16-17 anni), ha iniziato a girare il territorio per cercare nuove grotte, sognando abissi inesplorati. “Da che lo conosciamo, i suoi weekend erano sempre e solo andare in giro per cercare e scavare nuovi buchi, anche ad 87 anni” (bel portati): ed ha scavato veramente tanti buchi, molte delle quali sono diventate altre grotte ora molto note e frequentate.

La sua storia è intrecciata a quella delle grotte della Liguria e delle regioni limitrofe.

“Alla sua passione, intuizione, costanza e lavoro si devono la scoperta e l’esplorazione di alcune delle principali grotte della Provincia di Savona: il Buranchino del Giogo, il Buranco di Bardineto, la Grotta Balbiseolo, il Buranco della Pagliarina e il Buco dell’Ombrello”, ricorda il GSS.

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Giorgio Dal Bo nel 1987, durante l’esplorazione del Buranco di Bardineto

Giorgio è sempre protagonista, in prima linea. Anche in scoperte di rilievo come l’esplorazione del Buranco di Bardineto (LI364), un’impresa divenuta leggenda nella speleologia locale. Giorgio è tra i primi censitori, con Pietro Maifredi, Rinaldo Massucco, Adele Sanna e Verrini. Con ingegno e determinazione, utilizza una pompa per svuotare in tre giorni un sifone all’ingresso della Risorgenza di Bardineto. Un momento epico: l’accesso a una delle più belle grotte della Liguria viene così conquistato. Dopo il sifone iniziale della Risorgenza di Bardineto –  due mesi di tentativi –  si apre uno spiraglio tra acqua e roccia e con un canotto si traguarda il successo: l’esplorazione ed il rilievo del Buranco di Bardineto può iniziare. Lì si ritrovano reperti di Ursus Spelaeus e di altri animali del passato, tra cui il Rinoceronte di Merck. Il deposito paleontologico e paletnologico del Buranco di Bardineto accende nuove luci sulla Preistoria della Valle Bormida.

Ma non si fermava solo alla scoperta: Giorgio contribuì alla documentazione e al rilievo delle grotte, lasciando un patrimonio di conoscenza che continua a guidare i ricercatori e gli speleologi di oggi.

Giorgio era un personaggio di un’altra epoca, un ragazzino del dopoguerra, curioso e innamorato del territorio,” ricorda Enrico Massa del GSS. Il suo entusiasmo e la sua audacia lo portarono, già giovanissimo, a esplorare le prime grotte del Savonese, sognando abissi inesplorati. Nonostante il passare degli anni, quella curiosità non si è mai affievolita: fino a pochi mesi fa, partecipava ancora alle riunioni del gruppo, condividendo esperienze, consigli e speranze con i giovani speleologi.

un bel ricordo di Giorgio da parte del Gruppo Grotte Borgio Verezzi

Il ricordo di un maestro e di un amico

Le testimonianze di chi lo ha conosciuto dipingono il ritratto di un uomo straordinario. Fabrizio Falco lo ricorda su Facebook, in una foto del 1990, durante uno scavo al Phon della Ciazzaira, sottolineando come Giorgio, fondatore del gruppo, avesse “la voglia e l’entusiasmo di un ragazzino”.

Ghigo Gualinetti, suo compagno di avventure, sulla pagina social lo immagina ancora, anche nell’eternità, intento a cercare e scavare nuovi buchi da esplorare.

“Era un punto di riferimento per tutti noi,” si legge sul sito del GSS. “Ci mancherai tanto, Giorgio, ma una parte di te resterà sempre con noi.”

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Il contributo di Giorgio non si limita alle scoperte materiali. Era un maestro del “fare”, capace di trasmettere il senso dell’azione, del lavoro condiviso e della curiosità. Dalla costruzione delle prime scalette ai più recenti incontri del gruppo, Giorgio ha rappresentato un esempio di dedizione e passione che continua a ispirare chiunque si avvicini al mondo sotterraneo.

Ha scoperto numerose grotte. dedicandosi con passione allo scavo e alla disostruzione. Ha iniziato con le scalette, ed il suo cuore è rimasto lì, tra i pioli.

Fino a pochi mesi fa, partecipava alle riunioni di gruppo, si aggregava ai giovani speleo che alla domenica andavano a scavare e condivideva fatiche e speranze.

Un’eredità che continua

Le grotte della Liguria portano la sua firma. Giorgio non era solo un esploratore: era un narratore e un motivatore, capace di raccontare il fascino nascosto del mondo sotterraneo. Con il GSS, ha promosso una cultura speleologica fatta di studio, collaborazione e rispetto per l’ambiente.

Il suo lavoro è parte integrante della storia speleologica italiana e il suo insegnamento resta vivo in chi lo ha conosciuto: la passione per la scoperta, la perseveranza nel raggiungere obiettivi apparentemente impossibili e la condivisione delle conquiste con la comunità.

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Ciao Giorgio, uomo di un’altra epoca ma sempre attuale nei valori e negli ideali. Il tuo spirito continuerà a vivere in ogni grotta esplorata, in ogni sasso spostato, in ogni nuova avventura intrapresa.

Avremmo voluto averti con noi a Borgio Subterranea, l’incontro della Speleologia Ligure ceh ci sarà a Borgio dal 4 al 6 aprile prossimi: parleremo di te, e sarai con noi.

Grazie per l’insegnamento: dedicarsi al fare, scoprirne il senso, discuterne. Questo è l’agire, questo il sasso che tiriamo nei buchi e che delle grotte, inconsapevolmente, troverà la strada, senza saperlo.

Marina Abisso

SpeleoClub Ribaldone – GS Lunense

Fonti:

https://www.ivg.it/2025/01/savona-in-lutto-e-morto-giorgio-dal-bo-fondatore-del-gruppo-speleologico-savonese

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Catasto della Delegazione Speleologica Ligure (DSL) – Gestionale Speleologico Ligure https://www.catastogrotte.net/liguria/it/caves/view/368/


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