Treni, ogni giorno 27 interruzioni. «Nodi urbani congestionati dal traffico dei Regionali»

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Ogni anno si contano circa 10.000 interruzioni sulle linee dei treni. Dato evidenziato meno di sei mesi fa al Parlamento dall’Art, ovvero l’Autorità indipendente che sorveglia il settore della mobilità in Italia. Queste interruzioni, in media ventisette al giorno, non impattano solo sugli spostamenti delle persone, ma anche su quelli delle merci. E per l’economia del Paese comportano un conto salato da pagare. La durata degli stop, inoltre, si sta allungando in termini di ore. Dalle 17.913 ore del primo semestre del 2022 siamo passati alle 22.904 ore del primo semestre del 2024. Poi c’è anche un problema di sovraffollamento della rete ad alta velocità. Andrea Giuricin, economista dei trasporti e docente dell’Università Bicocca di Milano, ha calcolato che ci sono più di 160 treni che corrono ogni giorno sulla linea Av che collega Roma con Milano. In Spagna lungo la Madrid-Barcellona sono circa la metà (90). In Francia, tra Parigi e Lione, si fermano a 60, e in Germania, tra Berlino e Monaco, sono meno di 40. «Sulla linea Av vera e propria – spiega Giuricin – non abbiamo congestione, mentre è nelle stazioni principali, come nei nodi urbani, dove c’è un traffico misto, che possono nascere i problemi. Roma Termini è servita da circa mille treni al giorno e di questi 650 sono regionali e solo 300 ad Alta velocità. Bisogna prioritizzare il traffico per cercare di eliminare le complicazioni in questi punti caldi».

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La situazione anziché migliorare si sta aggravando, nonostante gli investimenti fatti. I continui disagi della rete evidenziano un problema di manutenzione dei binari e degli impianti a fronte del quale l’Art ha chiesto un significativo cambio di rotta gestionale e industriale per garantire «competitività e vivibilità al Paese». L’Art nel 2023 ha anche sanzionato Rfi, la società di Ferrovie dello Stato che gestisce la rete di binari, con una multa di 350 mila euro per aver superato i limiti di noleggio della rete ad altre aziende di trasporto diverse da Trenitalia e Mercitalia. Attenzione poi ai nuovi scioperi: treni e bus si fermeranno altre 20 volte da qui a fine mese, riferisce il ministero dei Trasporti. Le agitazioni rischiano di generare nuove giornate di caos come quella di ieri.

LE DIFFICOLTÀ

Ma se prendere un treno in orario risulta sempre più difficile, altrettanto lo è trovare un taxi per andare o tornare dalla stazione. Siamo ormai abituati a vedere code interminabili davanti a piazzole per le auto bianche senza auto bianche. Il Comune di Roma lo scorso anno ha messo a bando mille nuove licenze taxi. Tuttavia per soddisfare la domanda, secondo le stime del Campidoglio stesso, servono almeno altre 1.300 auto bianche in più. Attualmente nella Capitale circolano poco più di 7.700 taxi. A Milano, invece, i primi taxi della nuova infornata di licenze autorizzata da Palazzo Marino (336) inizieranno a percorrere le vie della città entro la fine di gennaio. Secondo l’Art è necessario però procedere con una rivalutazione dei fabbisogni effettivi di nuove licenze anche sulla base di analisi sulla propensione all’uso dei taxi delle diverse categorie di utenza potenziale. Ed è dello stesso avviso l’Antitrust che, in vista della legge annuale sulla concorrenza, in una proposta di riforma appena inviata al Parlamento, ha segnalato la necessità di una revisione organica della disciplina sulla fornitura dei servizi taxi e noleggio con conducente, gli Ncc, che preveda meccanismi standard e trasparenti con cui monitorare «sistematicamente» l’offerta e la domanda a livello locale. Per allineare l’offerta con la domanda l’Antitrust suggerisce inoltre di ricorrere all’emissione di nuove licenze, anche di durata limitata nel tempo, valide in determinati periodi dell’anno, come a Natale. Così l’Autorità guidata da Roberto Rustichelli si schiera a favore di una rimozione graduale delle barriere all’entrata e dei vincoli all’operatività dei vari player del mercato.

Problemi sempre più frequenti anche sul fronte degli spostamenti in aereo. Ricordate la crisi dei voli dell’estate scorsa, che tra cancellazioni e ritardi ha causato disagi significativi a milioni di passeggeri? Secondo i dati di Eurocontrol, organizzazione intergovernativa che si occupa di controllo del traffico aereo, la sola stagione estiva nel 2024 ha visto accumularsi negli scali oltre 16,9 milioni di minuti di ritardo, con un aumento del 45% rispetto al periodo pre-pandemia del 2019. E l’Italia si è posizionata al quarto posto in Europa per disservizi. Anche in questo caso la crescita del traffico non è stata accompagnata da un adeguamento delle infrastrutture, che ora sono in evidente affanno. Questa estate il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, è arrivato persino a dire che «il sistema è vicino al collasso» e che «gli aeroporti non reggono più i flussi», denunciando una crisi del sistema determinata dalla domanda di viaggio che continua a superare l’offerta.

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