Pensioni, la Lega “chiama” l’Inps in Parlamento

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Da semplice slavina rischia di tramutarsi in una valanga. Sul “giallo-non giallo” dell’aumento di tre mesi dell’età per l’uscita dal lavoro a partire dal 2027, inserito e poi cancellato dal simulatore dell’Inps, la Lega vuol vederci chiaro e andare fino in fondo. Fino a portare il caso in Parlamento.
È stato il presidente della Commissione di controllo sugli enti previdenziali, il deputato leghista Alberto Bagnai, a indicare ieri la volontà di chiedere l’audizione dell’istituto. Un caso che tiene banco nella maggioranza e nell’opposizione, mentre i sindacati ne approfittano per chiedere di riaprire il confronto con il governo. «Al prossimo ufficio di presidenza chiederò ai rappresentanti dei gruppi di valutare l’opportunità di audire l’Inps», anticipa Bagnai, definendo «singolare» la vicenda del software di simulazione che forniva risultati «non conformi alle normative in vigore». Al momento, infatti, non c’è alcuna norma di legge che metta nero su bianco uno scatto in avanti per l’età pensionabile. Però – ecco qui il “giallo-non giallo” – il servizio di simulazione esiste da ben 11 anni ed è tarato appunto per prevedere quello che potrebbe accadere. Quindi anche l’adeguamento dell’età di uscita alla “speranza di vita” che peraltro, ha ricordato nei giorni scorsi l’ex ministra Elsa Fornero (autrice della storica riforma di fine 2011, governo Monti), si deve invece all’ultima manovra del governo Berlusconi, con ministri Tremonti (Tesoro) e Sacconi (Lavoro). La norma è poi stata congelata dal 2020 per il Covid. Inoltre va tenuto conto, ha sostenuto ieri Unimpresa, che di un possibile aumento di tre mesi dei criteri parlava pure la Ragioneria generale dello Stato in un rapporto.
La questione, insomma, resta aperta. Per bloccare un eventuale aumento, se a fine 2026 fosse poi confermato per via tecnica, servirebbe una legge. E di questo parla il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon (Lega pure lui), tornando ad assicurare che l’età per la pensione di vecchiaia non salirà in ogni caso oltre i 67 anni, così come non aumenteranno gli anni di contributi per la pensione anticipata: «Sappiamo che la speranza di vita può crescere. Interverremo su questo – chiarisce – quando sarà necessario agire».
Un tema, insieme a quello di una riforma complessiva delle pensioni, che i sindacati rilanciano, con l’accusa che non solo il governo non ha superato la legge Fornero – come promesso proprio a partire dalla Lega – ma la ha addirittura peggiorata. Dalla Cgil, che per prima ha denunciato la modifica degli applicativi dell’Inps, il segretario generale Maurizio Landini si dice «preoccupato» e rilancia la richiesta di aprire «una vera trattativa», sostenendo che il tavolo non viene convocato da un anno e mezzo. «È arrivato il momento di ridiscutere il meccanismo di calcolo e di accesso alle pensioni», dice in un’intervista a Repubblica. I lavori non sono tutti uguali, ripete il “numero uno” della Cgil, «e non si può aumentare per tutti l’età pensionabile in modo automatico», a prescindere dalla loro gravosità.
Si aspetta un segnale vero del governo. Ma Landini attacca ancora: «Si erano impegnati ad abrogare la “legge Fornero” e l’hanno peggiorata. Hanno fatto cassa miliardaria anche sulle rivalutazioni delle pensioni all’inflazione. Hanno stretto tutti i canali di accesso anticipato. “Opzione donna” quasi non esiste più. I giovani rischiano assegni poco dignitosi, per via del lavoro povero e discontinuo: altro che previdenza integrativa, c’è bisogno di una pensione di garanzia. Quest’anno poi le pensioni si riducono per via dei coefficienti di trasformazione più bassi. E ora il blitz dell’Inps…». Ma c’è una norma di legge da applicare. Landini però è netto anche su questo: «Non siamo mai stati d’accordo con questo sistema automatico che fissa regole uguali per lavori diversi: aumenta le disuguaglianze».

Anche la Cisl sostiene la necessità di riprendere subito il confronto tra il governo e le parti sociali a partire dai contenuti della piattaforma sindacale, non escludendo neanche la possibilità di «superare istituti come quello dell’aspettativa di vita che rischiano di rendere il sistema ingestibile». Un punto destinato, dunque, ad essere al centro anche della discussione politica. La Uil pure concorda: la questione pensionistica «non può più essere rinviata», afferma il segretario confederale Santo Biondo. E il Pd torna ad avvertire sul rischio di creare nuovi esodati, persone senza pensione e senza salario. Ora «ci piacerebbe sapere cosa ne pensa Salvini, che per 12 anni, in maniera anche sgradevole e scorretta, ha criticato pesantemente Elsa Fornero», dice il dem Francesco Boccia. Tra i temi aperti, per i sindacati ci sono poi, oltre ai lavoratori “gravosi”, il riconoscimento del lavoro “di cura” domestico e una pensione di garanzia per i giovani.





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