Grosseto, via Almirante. Il Consiglio di Stato dice sì al sindaco di Fdi

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 


Il Consiglio di Stato dà il via libera all’intitolazione di una via di Grosseto a Giorgio Almirante. Secondo i giudici amministrativi il procedimento risulta esente da vizi, non ci sono state né carenze di motivazione né violazioni nell’iter, e gli atti risultano correttamente consequenziali. In altre parole una delibera di giunta che raccoglie una decisione della commissione toponomastica, ottenendo poi la maggioranza in consiglio comunale e infine il via libera della Prefettura locale, può consentire la titolazione di una via anche al fondatore del Movimento sociale italiano. Un Almirante che, come capo di gabinetto del Minculpop della repubblica collaborazionista di Salò, nel 1944 fu firmatario di un bando che sotto l’intestazione «Prefettura di Grosseto» intimava ai partigiani e ai giovani soldati che avevano rifiutato di arruolarsi nelle milizie fasciste di presentarsi presso i comandi nazisti, pena la fucilazione alla schiena.

IL 22 MARZO 1994 a Maiano Lavacchio, nelle campagne fra Grosseto e Magliano in Toscana, undici giovani furono fucilati dai fascisti della cosiddetta “Guardia repubblicana”, dopo un rastrellamento con la Feldgendarmerie tedesca. E il 13 e 14 giugno a Niccioleta, nei pressi di Massa Marittima, 83 minatori, tra i quali molti che non avevano voluto rispondere ai bandi repubblichini, furono uccisi in un altro rastrellamento nazifascista in alta Maremma.

Il bando della vergogna fu pubblicato per la prima volta nel 1971 da il manifesto e L’Unità, dopo essere stato ritrovato nell’archivio del comune di Massa Marittima. In risposta Almirante querelò i giornali per diffamazione, sostenendo la falsità del documento. In tribunale comparvero Luciana Castellina per il manifesto e Carlo Ricchini per L’Unità, e nel 1973 la sentenza, riconoscendo l’autenticità del bando a firma Almirante, stabilì la piena assoluzione dei giornali e la condanna al pagamento delle spese processuali per il segretario del Msi.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Il bando firmato nel 1944 dal futuro leader del Msi che intimava per conto della Prefettura di Grosseto di presentarsi ai comandi nazisti, rivolto a partigiani e soldati che non avevano aderito a Salò

EPPURE NEL CAPOLUOGO maremmano il sindaco di Fratelli d’Italia, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, e il suo assessore Fabrizio Rossi, deputato e coordinatore toscano di Fdi, non si sono fatti scrupoli, contando anche sul nulla osta della prefetta Paola Berardino, moglie del ministro dell’Interno Piantedosi, di dedicare una via ad Almirante. Una strada a cui si accederà dopo aver percorso via della Pacificazione, snodo centrale di una biforcazione che dall’altra parte accoglierà via Enrico Berlinguer.

L’operazione politica di equiparazione tra l’amatissimo segretario del Pci e il repubblichino Almirante ha provocato in questi anni forti proteste. Non solo in città, dove pure 29 realtà riunite nella Grande alleanza democratica e antifascista, dall’Anpi a Pd e Pci, da Rifondazione e Sinistra Italiana ad Arci, Libera e Cgil, hanno raccolto duemila firme per ribadire il loro no a via Almirante. In parallelo, il ministro Piantedosi ha dovuto rispondere, in qualche modo, alle interrogazioni del senatore dem Dario Parrini e dei deputati Marco Simiani ed Emiliano Fossi. Infine, c’è stato il ricorso straordinario al presidente della Repubblica presentato da Sabrina Ciaffarafà del Pci, che ha portato il caso all’esame dei giudici amministrativi.

FRA LE PRIME REAZIONI alla decisione del Consiglio di Stato ci sono quelle dei non pochi parlamentari dem eletti in Toscana: «Due sono i doveri civili a cui non possiamo sottrarci – ricordano – sul piano culturale portare avanti l’impegno contro il revisionismo storico tossico e pieno di malafede, continuando a raccontare senza menzogne la storia del nostro Paese. Sul piano legislativo dare seguito alle proposte già depositate in parlamento e approvare una legge che vieti l’intitolazione di spazi pubblici a esponenti di un regime agli antipodi della nostra Costituzione antifascista».

«ALMENO ci sia risparmiata la bufala che Almirante fu un sincero democratico – chiosano i dem -. Per grandissima parte della sua vita fu l’opposto di un sincero democratico. E sinceramente lo ammetteva». Fatti che non turbano il sindaco Vivarelli Colonna: «È il comune l’esclusivo titolare delle decisioni sul nome delle vie».



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Prestito personale

Delibera veloce