Donne in giunta regionale – UnserTirol24

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Il primo intervento sul tema è stato quello di Myriam Atz Tammerle (Sued-Tiroler Freiheit) “Non si trovavano ad inizio legislatura delle donne per entrare in giunta regionale ma nessuno ha chiesto a noi dell’opposizione. Quindi non si parla realmente di donne, di rappresentanza di genere, ma di questione di partito. Questo provvedimento non ci vedrà a favore, io sostengo la libertà di voto e quindi mi asterrò”.

Waltraud Deeg (Svp) ha osservato “come le donne debbano fare politica per favorire il benessere di tutti. Non è solo questione di giustizia, ma una vera e propria necessità. La democrazia ha bisogno della parità di genere.Le quote rosa ritengo siano una misura necessaria per sfondare quello che chiamiamo il tetto di cristallo”.

Marco Galateo (Fdi) ha detto come “il mio partito non ha bisogno delle quote per lasciare spazio alle presenza delle donne in politica. Non sono dei panda da preservare, appesantire ancora la burocrazia per introdurre per legge la presenza femminile. Non ci servono, non servono alle donne, delle riserve ideologiche. La sinistra ci ha raccontato sul genere una storia che oggi ci sembra diversa”.

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 Paolo Zanella (Pd) “Qui non si parla di quote rosa ma semmai di genere Il problema è quello di un’ asimmetria di potere. Lo si vede già nella rappresentanza degli ordini professionali, cito quello degli infermieri e dei medici, il tema è di giustizia e di democrazia. Serve una norma per cambiare delle impostazioni culturali che purtroppo hanno tempi lunghi. Bernhard Zimmerhoher (Sud Tiroler Freiheit) ha osservato come “la questione sembra indirizzata a garantire dei posti dove si guadagna, in giunta regionale. In passato ho contattato molte donne per entrare in Consiglio comunale, dove si guadagna poco, ma nessuna ha accettato. In termini generali ci sono donne che non vogliono questo automatismo”.

Stefania Segnana (Lega) ha detto che servono delle riflessioni sul tema: “Il principio è corretto e condivisibile, se ne è parlato in più di una seduta. Tutti i pareri sono legittimi, ma tra centrodestra e centrosinistra ci sono delle posizioni diverse, ma quello che conta deve essere il voto, la composizione del Consiglio viene decisa dal popolo. Nella giunta regionale ci sono molte questioni che vanno tenute presenti per formare l’esecutivo, la proporzionalità all’interno di tutto il Consiglio credo andrebbe a rendere ancora più complicato formare una nuova giunta regionale. Valuteremo se presentare un emendamento per rendere davvero condivisibile il disegno di legge in discussione”.

Zeno Oberkofler (Verdi) ha aggiunto che” sul tema si sono ascoltate oggi in aula delle teorie che poco hanno a che fare sulla legge in discussione. Non è reale dire che ci sarà una riduzione della rappresentanza del voto, ma si tratta solo di un modo per renderlo più equilibrato. Non si farà una rivoluzione”.

Hannes Rabensteiner (Süd-Tiroler Freiheit) ha detto come “il nostro gruppo sia scettico sul Consiglio regionale, sulla sua utilità, ma le quote obbligatorie non saranno risolutive, serve invece un cambiamento culturale, dobbiamo rafforzare l’autostima delle donne, serve buonsenso non ideologia”.

Lucia Maestri (Pd) ha osservato come “il disegno di legge è nato perché al momento di formare la giunta regionale si è visto che l’esecutivo è una sorta di camera di compensazione della politica rispetto alle due giunte provinciali. Quell’accontentare non teneva conto anche della presenza femminile. Si era trattato di una brutta figura a livello nazionale. Ero rimasta favorevolmente colpita dall’imbarazzo del presidente Kompatscher in presenza di una giunta che non prevedesse una donna. Quella scelta fu poi una scelta rabberciata. Non si parla di quote ma di equa rappresentanza”.

Maria Elisabeth Rieder (Team K) ha detto di essere sorpresa che in aula ci sia da parte di qualcuno una sorta di cambiamento di parere sul tema della rappresentanza. Alle donne va data una quota che a loro spetta, il fatto che questo non venga capito mi pare incomprensibile. La discussione in questa aula mi pare vergognosa”.

Eleonora Angeli (Noi Trentino per Fugatti presidente) ha osservato “come ognuno abbia la propria sensibilità sul tema. Credo che serva un’equa rappresentanza, non voglio nemmeno parlare di quote. Serve rispetto per la diversa visione di chi è stato eletto”.

Madeleine Rohrer (Verdi) ha aggiunto “come sia palese che le donne siano svantaggiate in politica e che lo sguardo femminile debba invece essere considerato in politica. Serve l’impegno di entrambi i generi, noto un certo disagio anche nella componente femminile”.

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Vanessa Masè (La Civica) ha detto che “in questa posizione di consigliera sente di avere la responsabilità nei confronti delle donne che ad oggi non riescono a fare politica attiva. Il riconoscimento di genere non è ad oggi ancora maturo”.





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