Insieme ai racconti di chi si era fatta avanti nei giorni successivi alla scomparsa della ragazza finita in coma per una rinoplastica, i carabinieri del Nas esaminano quelli di altre pazienti anche da fuori Roma
Altre trenta loro pazienti hanno denunciato Marco e Marco Antonio Procopio dopo la morte di Margaret Spada, il 7 novembre scorso, in seguito a un intervento di rinoplastica parziale nel loro studio medico all’Eur. Venti di queste, per lo più ragazze, si sono fatte avanti nell’immediatezza del caso, raccontando sui social la propria disavventura nell’ambulatorio dove si operava senza precauzioni e autorizzazioni, e sono state contattate direttamente dai carabinieri del Nas e dal pm per far confluire le loro testimonianze nel fascicolo che ipotizza l’omicidio colposo oltre alle violazioni amministrative già riscontrate. Ma poi, anche nelle settimane successive, sono arrivate altre denunce, stavolta dirette, a Roma e non solo, un’altra decina almeno, che hanno portato all’apertura di singole inchieste indipendenti sulle quali sono in corso i primi accertamenti.
«Operata a mani nude»
Chi racconta di aver ricevuto un appuntamento per un controllo post operazione al seno e di essere stata «riaperta» seduta stante per correggere l’assetto della protesi, chi ricorda di come i due medici fumassero mentre intervenivano chirurgicamente sul suo volto. Un dettaglio, questo delle sigarette accese in violazione di ogni norma medico-sanitaria, oltre che violando i divieti di fumo in luogo chiuso, che compare anche nel resoconto degli operatori del 118, intervenuti in via l’appartamento di via Cesare Pavese dopo i vani, probabilmente perché tardivi e sbagliati, tentativi di rianimare sul posto la 22enne di Siracusa.
Collaborazione interrotta
Non è possibile escludere al momento che tra le tante denuncianti ci sia anche chi stia provando ad avere dei risarcimenti non dovuti ed è per questo che ogni caso viene trattato separatamente, ma resta la conferma di un quadro di insieme già emerso nei primi giorni di indagine: nell’appartamento adibito ad ambulatorio i Procopio svolgevano una grandissima parte della loro attività. Quella propria di uno studio medico e quella non autorizzata di chirurgia estetica, più o meno invasiva, appoggiandosi alla clinica Santa Maria di Leuca (estranea alle indagini) sono per i casi davvero complessi, sebbene assicurassero che tutti gli interventi estetici venissero svolti, come sarebbe stato corretto, lì. Una scelta per risparmiare sui costi degli interventi e probabilmente per non dichiarare le cifre incassate cash, come sarebbe avvenuto anche per Margaret. Cosa che ha portato la stessa clinica a chiudere il rapporto con loro.
L’esame tossicologico
Sul fronte delle indagini, intanto, in attesa del risultato dell’esame tossicologico che chiarirà l’origine delle convulsioni della 22enne fino al coma durato tre giorni, il pm Eleonora Fini ha nominato un ulteriore consulente medico per sgombrare il campo da ogni possibile dubbio in vista delle contestazioni che verranno formalizzate ai due indagati. I primi esami svolti avevano già fatto emergere come un ruolo determinante nella morte della ragazza lo aveva avuto il panino che le era stato detto di mangiare in prossimità dell’anestesia. La violenta reazione ai farmaci l’avrebbe cosi portata a soffocare.
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