La conferma ai familiari sarebbe stata recapitata diverse settimane fa: il corpo ritrovato sulle coste degli Emirati Arabi Uniti alcuni giorni dopo la tempesta che il 2 febbraio 2024 aveva mandato a picco la chiatta Aisland sulla quale si era rifugiato con l’equipaggio, appartiene a Samuele Landi. Gli esami del DNA, disposti dalla Procura della Repubblica di Firenze, hanno definitivamente accertato l’identità della salma, ponendo fine alle speculazioni sulla sua scomparsa nel Golfo Persico. Il bilancio di quella tragedia è quindi di tre persone decedute, una dispersa, due tratte in salvo. Abdul, Javed Khan e Samuele Landi sono le vittime del naufragio. L’ultimo contatto con i familiari, Landi lo ebbe via web con la figlia intorno alle 13 di venerdì 2 febbraio, mentre la tempesta, con onde alte quattro metri, stava portando al collasso le strutture di Aisland. Poi più niente. Inutile ogni tentativo di chiamata. Il corpo di Samuele Landi venne ripescato nei fondali marini, tra i resti del suo sogno di realizzare una “floating city”. Iniziarono giorni di dubbi rispetto all’identità di uno dei due cadaveri. Le prime risposte giunsero dal riconoscimento della salma da parte dei congiunti, dall’analisi delle impronte digitali, ripetuta due volte e per due volte corrispondenti a quelle del 58enne aretino. I familiari vengono sottoposti ad una straziante attesa di un documento ufficiale, finché, a fugare ogni dubbio, arriva la conferma dopo gli esami del DNA disposti dalla Procura della Repubblica di Firenze: Samuele Landi è deceduto.
La chiatta Aisland di Samuele Landi a picco: due morti, un disperso, due sopravvissuti
Landi, nato ad Arezzo nel 1965, era noto per la sua carriera imprenditoriale nel settore delle telecomunicazioni. Dopo il crac di Eutelia e una condanna definitiva a 14 anni per bancarotta fraudolenta, si era trasferito negli Emirati Arabi Uniti nel 2010, sfuggendo all’estradizione. Negli Emirati, aveva assunto il ruolo di console onorario della Liberia e si era dedicato a progetti innovativi, tra cui la creazione di una città galleggiante in acque internazionali, denominata Aisland.
La tragedia si è consumata quando un’onda anomala ha colpito la chiatta su cui Landi viveva da circa un anno insieme a tre marinai, un cuoco e cinque gatti. Nonostante fosse un abile nuotatore, l’impatto con oggetti metallici gli è stato fatale. Due membri dell’equipaggio sono sopravvissuti aggrappandosi a tavole di legno, mentre il corpo di Landi è stato successivamente ritrovato in condizioni tali da richiedere analisi approfondite per l’identificazione.
Vi riproponiamo un estratto anticipazione del film di Oswald Horowitz dal titolo “The Legend of Landi: Requiem for a Floating City“, con le parole di Samuele Landi, il suo sogno di realizzare una città galleggiante e scene di vita di bordo
Samuele Landi, un film. Le ultime parole: “Per il mio sogno potrei morire” Ar24Tv
La parabola di Samuele Landi
Samuele Landi nasce ad Arezzo nel 1965. In gioventù raggiunge importanti traguardi sportivi. Negli anni ottanta è campione italiano di Enduro. Negli anni novanta partecipa in sella alla sua moto a ben cinque edizioni della Parigi Dakar, la leggendaria corsa nel deserto, insieme all’amico Fabrizio Meoni. Il legame con il continente africano è da sempre molto stretto, come l’amore per la sua gente e il desiderio di migliorarne le condizioni. E’ così che all’inizio degli anni 2000, dopo l’incontro con la dottoressa Laura Perna, Landi costruisce un ospedale a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo. Nasce Kimbondo, che in pochi anni, grazie al sostegno finanziario di Landi, diventa una realtà sempre più grande e un punto di riferimento completamente gratuito per la popolazione locale, soprattutto i più giovani, gli orfani, che in Kimbondo troveranno un alloggio e dei pasti caldi, una scuola e laboratori professionali. Samuele Landi è il fondatore di Eutelia Spa, società nata in un garage, che nel 2009 diventa il quarto operatore nazionale di telefonia con un fatturato di quasi un miliardo di euro e oltre 2mila dipendenti. Una società che ingloba la principale dorsale in fibra ottica italiana, migliaia di chilometri che attraversano il territorio da nord a sud e sulla quale viaggiano le comunicazioni governative. Nel 2010 Samuele Landi, aretino classe 1965, riceve un ordine di custodia cautelare in quanto presidente del Cda di Agile e amministratore di Eutelia ad Arezzo finito in bancarotta. Dopo il crack Eutelia e la condanna a 8 anni, Landi si era stabilito con la famiglia a Dubai, ricostruendosi una nuova vita: era diventato console onorario della Liberia e consulente di un’azienda a Dubai con interessi milionari in Africa.
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