Errori e poca trasparenza nei pagamenti, coro di lamentele sul telepedaggio free-flow della Cuneo-Asti

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L’iniziativa prometteva viaggi senza soste obbligate ai caselli per pagare il pedaggio, riduzione dell’inquinamento e maggior sicurezza. Tuttavia, a quattro mesi dal potenziamento, il «free flow» – attivato sull’autostrada Cuneo-Asti da Verduno ad Asti – è al centro di un’ondata di critiche da parte degli utenti e di alcune istituzioni locali. Numerose lettere di protesta sono state raccolte dall’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero, altre testimonianze dirette e segnalazioni si sono riversate sui social. In molti evidenziano difficoltà nell’utilizzo del sistema, con problemi che spaziano dagli errori tecnici alla scarsa trasparenza nei pagamenti.

Una conferma delle prime avvisaglie, che risalgono a quattro mesi fa. Fin da subito, infatti, l’Osservatorio aveva definito il sistema «infernale» e domandato ai sindaci di chiederne la sospensione. «Fermino il pagamento con il sistema free flow fino al totale completamento dell’autostrada», aveva dichiarato il portavoce, Cesare Cuniberto. Anche alcuni consiglieri dell’opposizione consiliare di Alba, ad agosto, avevano sollecitato «più informazione per i cittadini», evidenziando la necessità di «un periodo di transizione più gestibile».


Per coloro che già utilizzano il Telepass è filato quasi tutto liscio, ma con la lentezza nella registrazione dei «saldi». «Con il Telepass suona al passaggio, ma dall’ app non si vede il pagamento. Ho provato a telefonare e mi hanno detto che non si vedono subito. Speriamo non arrivino sorprese poi», ha scritto Ombretta Gerbi su Facebook in un gruppo dedicato al servizio. Un utente anonimo, invece, privo del dispositivo di telepedaggio: «Ho provato a pagare il pedaggio online, ma il sito era inutilizzabile. Ho scritto al servizio clienti della A33 senza ottenere risposta. Se il sistema funzionasse correttamente, sarebbe davvero comodo, ma così si trasforma in un incubo».

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Altri segnalano maggiorazioni inspiegabili. L’Osservatorio ha raccolto il caso di un automobilista che ha ricevuto un addebito di 14,02 euro, a fronte di un pedaggio effettivo di 5,38. «La sua testimonianza evidenzia le anomalie del sistema, la schermata del pagamento riportava voci incomprensibili come “Rmpp su sistemi free flow” e “spese extra” per un totale di 6,2 euro. L’utente non capiva perché dovesse pagare costi aggiuntivi non spiegati», rimarca Cuniberto. Non soddisfano neppure il servizio clienti e il call center dedicato, «con lunghe attese e risposte poco chiare». Un cittadino scrive di essere stato costretto a creare un secondo account e-mail per aggirare un problema tecnico e poter effettuare il pagamento.


Poi i problemi con veicoli stranieri: «Mia figlia è arrivata dall’estero per le feste con un’auto straniera. Solo dopo 36 ore dalla registrazione al sito ho potuto verificare un pedaggio non pagato di 1,22 euro. Per fortuna ho saldato in tempo, ma per chi non lo fa le conseguenze sono sanzioni sproporzionate», riporta una lettera raccolta dall’Osservatorio.

La situazione italiana viene confrontata con esperienze simili all’estero. In Francia il «péage en flux libre» è giudicato più intuitivo per il pagamento immediato senza obbligo di registrazione, mentre in Portogallo un sistema analogo è stato di recente abolito dal Parlamento, per le difficoltà incontrate dagli utenti. «Frequentando annualmente il Portogallo, mi sono trovato più volte con ingiunzioni di pagamento da una società di recupero crediti con sede a Oslo, senza mai essere riuscito a pagare in tempo. Dal 1° gennaio 2025, il sistema è stato abolito. Dovremmo prendere esempio», ha scritto a La Stampa Enrico Falco di Beinette.

«Il sistema free flow sulla A33 è perverso. Sta creando tanti problemi, già ora quando ci sono solo 3 portali attivi su 8», conclude il direttivo dell’Osservatorio.

Gli utenti chiedono maggiore chiarezza nelle modalità di pagamento, un’assistenza clienti più efficace e una gestione più trasparente dei pedaggi. E molti pensano a una class action: ieri Federconsumatori di Asti ha comunicato di aver inviato una formale comunicazione all’Autorità di Regolazione dei Trasporti circa le anomalie riscontrate. L’Art ha risposto che monitorerà la situazione e contatterà la società di gestione dell’autostrada per un riscontro. —



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