AVEZZANO – “Il civismo è un minestrone, come dice qualcuno? Il minestrone lo fa chi pensa di entrare dentro il palazzo di città, per sedersi a mangiarlo. Quando si entra invece dentro il palazzo di città per fare il bene dei cittadini, quando c’è coesione e condivisione di idee, c’è una maggioranza come quella attuale di Avezzano che lavora e ottiene grandi risultati, non c’è nessun minestrone”
Dopo aver flirtato e non aver fatto breccia, il 69enne sindaco di Avezzano Gianni Di Pangrazio scarica il centrodestra, e nell’intervista ad Abruzzoweb conferma di fatto che correrà a sindaco nel 2026 per un terzo mandato, il secondo consecutivo, riproponendo il suo progetto civico, trasversale alle ideologie e agli schieramenti, “certezza di stabilità e buon governo”, risultati alla mano. Pronto a sfidare lo stesso centrodestra che questa volta, passata la linea del capogruppo di Fdi Massimi Verrecchia vuole presentarsi unito e compatto, per dire basta alla stagione del civismo che fa di Avezzano un caso unico in Abruzzo.
“Piuttosto ricordiamoci dei continui cambi di casacca, degli scontri che si sono verificati e si verificano dentro i partiti in questa città, il loro unirsi solo contro qualcuno, dopo essersene dette di tutti i colori, fallendo miseramente”, aggiunge Di Pangrazio, consapevole soprattutto che dalla sua ci sono pezzi importanti sia del centrodestra, che “era e resterà diviso”, vedi il potente assessore regionale al Bilancio di Fratelli d’Italia, Mario Quaglieri, campione di preferenze alle regionali del marzo 2024, con oltre 12mila voti, rappresentato in maggioranza dal suo collaboratore politico all’assessorato, Nello Simonelli e anche dall’assessore Iride Cosimati, tessera Fdi in tasca, passata dalla opposizione alla maggioranza. Mentre dall’altra parte, nel centrosinistra, può contare sul fratello ex presidente del consiglio regionale del Pd, Giuseppe Di Pangrazio, e potenti esponenti civici già in maggioranza che provengono da questa area politica.
Il sindaco non nega affatto poi di avere avuto e di avere delle interlocuzioni con il segretario provinciale di Forza Italia, ex sindaco di centrodestra, l’imprenditore Gabriele De Angelis, presidente della società regionale dei trasporti, la Tua, come rivelato da Abruzzoweb, ma tiene a precisare, “io parlo con tutti, per il bene della città, di idee e programmi, a maggior ragione con chi rappresenta il popolo dei moderati, tenuto conto che c’è nella mia maggioranza una componente vicina a Forza Italia”, con particolare riferimento all’assessore all’urbanistica Filomeno Babbo. Negando insomma il tentativo di compattare il centrodestra dietro la sua prossima candidatura. Alla luce del fatto che Fi ha detto chiaro e tondo che farà parte della coalizione antagonista, del centrodestra canonico.
“Voglio essere ricordato dai cittadini di Avezzano per l’uomo del fare – si accalora il sindaco, parlando da già da candidato in campagna elettorale -, per l’uomo che ama la città, per un’amministrazione coesa, fatta da diciotto consiglieri e sette assessori, che non hanno mai avuto un momento di conflitto, e sono stati sempre animati dalla voglia di fare politica per la nostra città, realizzando tante cose, muovendosi come dico sempre io, con il cuore e la tessera in tasca di Avezzano e dell’intera Marsica, perché abbiamo anche lavorato molto per essere il punto di riferimento dei comuni del territorio, aiutandoli in tutti i modi possibili, anche molte volte con il ‘prestito’ di personale, quando ne hanno bisogno”.
Di Pangrazio ricorda dunque il recente passato della politica avezzanese, ovvero la fine prematura della consiliatura di De Angelis, fino al 2015 assessore ai Lavori pubblici, molto influente, nel primo mandato di Di Pangrazio, che poi se ne è andato sbattendo la porta, candidandosi a sindaco vincendo la partita nel 2017, contro lo stesso Di Pangrazio. Per poi dimettersi nel 2019, defenestrato anzitempo, avendo perso i numeri nella sua traballante maggioranza, grazie al lavorìo dietro le quinte di Di Pangrazio. E a seguire, le elezioni dell’ottobre 2020, dove Di Pangrazio ha vinto con la sua armata di liste civiche contro un centrodestra diviso, con Fi che ha appoggiato l’economista Anna Maria Taccone, Lega e Fdi il candidato salviniano, l’imprenditore Tiziano Genovesi, poi passato a Forza Italia, arrivato al ballottaggio, e vittima anche lui di defezioni e tradimenti interni. Con Quaglieri che da battitore libero dentro Fdi ha appoggiato candidati civici, come Simonelli, schierati con Di Pangrazio, per poi ricevere aiuto alle regionali dell’anno scorso dal sindaco.
“Ricordo ai cittadini quello che Avezzano era diventata, prima delle ultime elezioni, un ring senza regole, una faida continua tra le varie fazioni, che si consumavano nei partiti e all’interno del palazzo di città. Si erano creati un’amministrazione intossicata e un clima segnato dal rancore, che poi hanno portato alle ultime elezioni alla formazione di coalizioni contro qualcuno, unite solo contro un nemico”.
E ancora: “bisognerebbe piuttosto andare a vedere le forti contraddizioni all’interno di alcuni partiti, le divisioni interne che ancora permangono, i tanti cambi di casacca. Ma questa esperienza gli avezzanesi l’hanno fatta, l’hanno vissuta, e sanno che quelle coalizioni che si riuniscono per combattere qualcuno alla fine falliscono miseramente. Il minestrone, ripeto, è altrove”.
Insomma il ragionamento del sindaco è che la garanzia della stabilità e del buongoverno è garantita proprio dal suo civismo, altro che “minestrone”, “civismo cinico”, “politica delle porte girevoli”, dei “salti della quaglia”, “opportunismo”, “politica dei due forni”, solo per citare alcuni degli epiteti coniati dai suoi avversari.
Afferma dunque Di Pangrazio, a proposito della politica per così dire canonica, quella incardinata sui partiti tradizionali, e non sulle liste civiche: “nella mia vita ho studiato molto, sono stato dirigente della Provincia dell’Aquila, e sono stato sempre in stretto contatto con la politica e coi partiti, sono consapevole dell’importanza che devono avere. Ma occorre essere liberi da preconcetti. Io ho sempre detto che la mia porta è aperta al dialogo con tutti. Noi ci sediamo a ragionare con tutti. Ma chiaramente non mi posso sedere a un tavolo se alcuni dei partecipanti hanno già il coltello pronto per usarlo l’uno contro l’altro, perché questo nei partiti è successo nel passato. Io mi voglio sedere solo con chi ha a cuore la città di Avezzano, le cose da fare per il bene di Avezzano”.
E a proposito di “salti della quaglia”, vedasi passaggio in maggioranza di Cosimati, e del sodalizio politico con Quaglieri, dice senza mezzi termini Di Pangrazio:
“I salti della quaglia si fanno quando uno si candida a destra e poi va in una compagine schierata a sinistra. Verrecchia, di cui ho grande stima, per la sua esperienza politica e le indiscutibili capacità, confonde a volte il senso vero, la natura, di questa amministrazione, che si è candidata come civica, ed è rimasta civica. Quindi non ci sono salti della quaglia, ma adesione ad un progetto politico, ad un programma. Per quanto riguarda Mario Quaglieri, tutti sanno che tra me e lui c’è un dialogo molto onesto intellettualmente, alla luce del sole, e che c’è nella mia giunta un assessore, Cosimati, molto brava, iscritta anche lei a Fratelli d’Italia. Ma tutto accade per il bene della città, per far migliorare e crescere questo nostro territorio”.
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