Rossoneri a 398 milioni, nerazzurri a 391, bianconeri a 356. Il Real, però, ha sfondato il miliardo. Le sfide di RedBird e Oaktree: stadio e marchio
Nella stessa stagione in cui una squadra di calcio (il Real Madrid) ha superato per la prima volta il miliardo di euro di ricavi, dentro il cortile di casa nostra si è assistito a uno storico sorpasso: Milan e Inter davanti alla Juventus. L’ultima volta era accaduto nel 2011-12. Seguì l’età dell’oro dei bianconeri sotto la presidenza Andrea Agnelli – nove scudetti di fila, due finali di Champions – proprio mentre le milanesi subivano le conseguenze del trapasso dal mecenatismo di Berlusconi e Moratti a un capitalismo straniero dapprima zoppicante e poi finalmente degno del blasone meneghino.
crescita
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Le due “cugine” hanno riguadagnato i vertici della Serie A, sono tornate a frequentare stabilmente il giardino della Champions e ora si sono attestate appena sotto i 400 milioni di ricavi, al netto del player trading e di componenti non monetarie. Milan a quota 398 e Inter a 391, in base alla Football Money League di Deloitte relativa al 2023-24, con un incremento del 3% rispetto all’annata precedente, mentre la Juve ha pagato l’esclusione dalle coppe europee segnando un -18%, a 356 milioni. I due club all’ombra del Duomo, in termini di fatturato, sono sostanzialmente allineati. Ma i rispettivi cicli hanno seguito parabole differenti. L’Inter aveva registrato un “rimbalzo” già ai tempi della prima era Suning: investimenti, risultati sportivi e la leva degli sponsor asiatici, per arrivare a 365 milioni di ricavi nel 2018-19. Il Milan, dal canto suo, si era ritrovato in uno stato pre-fallimentare con il misterioso Li Yonghong, prima che Elliott avviasse e portasse a compimento il turnaround. A un certo punto i rossoneri, fuori dall’Europa, erano scesi sotto la soglia dei 200 milioni. La crescita, puntellata dal rientro in Champions nel 2021, è più recente di quella dei nerazzurri che, anzi, a partire dal maxi-prestito concesso da Oaktree a Zhang proprio nel 2021, si sono avvitati in una crisi di liquidità prima di riprendere slancio con il recente subentro dello stesso fondo Usa. Ecco perché, a guardare il trend delle entrate dell’ultimo quinquennio, l’incremento del Milan appare nettamente più consistente. Rispetto al 2018-19 (tralasciando quindi la parentesi Covid), i ricavi del club ora in mano a RedBird sono schizzati del 93%, contro il +7% dell’Inter. Emerge chiaramente, per entrambi, la differenza con la Juventus che nel 2018-19, cioè la prima stagione di Cristiano Ronaldo a Torino, raggiunse i 460 milioni, tuttora il record per il calcio italiano.
sfida
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Sta nei numeri assoluti, e nel confronto internazionale, il senso profondo della sfida che Inter e Milan hanno di fronte. Ora che, economicamente parlando, hanno conquistato il trono della Serie A, le milanesi devono provare a recuperare il gap dalla nobiltà del football europeo. Lo sanno benissimo Oaktree e RedBird, i fondi statunitensi non a caso alleati nel progetto di uno stadio moderno e polifunzionale, in grado di moltiplicare le risorse. Il Real, primatista di Deloitte con 1046 milioni di ricavi complessivi, ha iniziato a monetizzare le opportunità offerte dal nuovo Bernabeu: i proventi da gare sono passati da 122 a 248 milioni, e non è finita qui perché l’obiettivo di Florentino Perez è di superare, a regime, i 400 milioni. Milan e Inter, nel 2023-24, hanno registrato rispettivamente 87 e 81 milioni, un terzo dei Blancos, la metà di Psg, Manchester United e Arsenal, il 50% in meno di Bayern, Liverpool e Tottenham. Lo stadio, si sa, è cruciale, ma da solo non basta. Il guaio è che le squadre italiane hanno accumulato un ritardo che appare incolmabile, quantomeno dalle prime posizioni della classifica. Siamo stati tagliati fuori dal processo di trasformazione dell’industria calcistica che ha visto pochi, riconoscibili marchi penetrare nei mercati globali.
marketing
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Basti osservare i proventi dell’area commerciale: il Milan è cresciuto moltissimo, quasi triplicando gli introiti dal 2018-19, ma gli attuali 150 milioni (e a maggior ragione i 112 dell’Inter) scolorano di fronte ai 482 del Real, ai 421 del Bayern e del Barcellona, ai 407 del City. E anche squadre come Tottenham (297), Chelsea (262), Arsenal (258) fatturano nettamente di più, a conferma di uno scenario di mercato consolidato che travalica le attività delle singole squadre. È l’intera Serie A a scontare un deficit nei confronti innanzitutto dalla Premier, ma anche da Liga e Bundesliga. Lo hanno capito le proprietà straniere in Italia che hanno unito le forze pilotando le ultime elezioni in Lega. La “sprovincializzazione” del calcio italiano è uno dei punti in comune, con lo stadio, nelle agende di Oaktree e RedBird.
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