Modica, è dissesto! La Giunta certifica il debito e butta la spugna, ora è caccia alle responsabilità –

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Si parla di un disavanzo molto vicino ai 150 milioni compresi i debiti fuori bilancio. Un danno enorme per la città che sarà costretta a soffrire per i prossimi anni

E dissesto fu! Non che ci aspettassimo un altro epilogo per questa storia ma ciò che poteva andare diversamente era il fatto che l’amministrazione ed in primis il sindaco Maria Monisteri non si assumesse la responsabilità di dichiararlo ed invece ieri sera insieme alla sua Giunta lo ha fatto: all’unanimità hanno deposto le armi e votato.

Oggi le sue parole dimostrano che questa scelta non è stata avventata ma maturata nel tempo: “Essere amministratore significa assumere anche gli oneri di fare scelte, a volte difficili, complicate ma necessarie. C’eravamo dati un anno per capire bene come stessero le cose dal punto di vista finanziario; non volevamo giungere a soluzioni affrettate, sbrigative, comode. Ho scelto di parlare, ascoltare, capire. Un anno di tempo per poi agire con ponderatezza verso e per Modica. La nostra Giunta si è presa qualche altro mese in più e non per temporeggiare ma più semplicemente per scontornare ogni dubbio, individuare altre soluzioni e decidere senza remore. Abbiamo fatto quanto era possibile ma oggi, di fronte ad una situazione finanziaria irreversibile che affonda le sue radici in tantissimi anni e non certo solo negli ultimi e innanzi ad un futuro buio, la scelta è solo una: avviare la procedura di dissesto. E abbiamo deliberato in tal senso. All’unanimità. Questa scelta non va però letta come una mannaia che si abbatterà su Modica; piuttosto è la soluzione unica per governare meglio una Città che vuole ripartire, proiettandosi verso il suo domani con maggiore serenità. Oggi abbiamo deciso di guardare oltre perché voltarsi indietro serve a nulla. Ecco perché la scelta mia e degli amministratori di questa Città, è quella di percorrere la strada sicuramente più difficile per noi ma non per le Modicane e i Modicani e, soprattutto, per il futuro della Città. Un percorso di ripresa, una via che ci piacerebbe poter percorrere senza steccati, senza barriere politiche e partitiche, senza divisioni ma con la condivisione di scelte che sono indifferibili, necessarie e utili. Insieme alla Città tutta. E’ una scelta certamente non semplice e non la facciamo a cuor leggero. Ma chi si prende cura di qualcosa di grande come Modica e di chi ce l’ha a cuore, ha il dovere e il diritto di esercitarla e di portarla a termine”.

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Riconoscendo quindi al sindaco di aver fatto finalmente la cosa giusta non possiamo che chiederci quali saranno le conseguenze di questa scelta. E per conseguenze intendiamo quelle politiche perché quelle legate al dissesto le sappiamo già ma è giusto brevemente ricordarle per fare capire alla città che cosa accadrà adesso. Dopo la deliberazione dello stato di dissesto, è necessario stabilire la condizione dell’ente.

Viene redatta una relazione dettagliata che viene poi presentata al ministero degli interni e alla corte dei conti a cui fa riferimento il territorio (Tuel, articolo 246). In seguito, viene nominato un organo straordinario per la liquidazione che si occupa di rilevare la massa attiva e quella passiva dell’ente (Tuel, articoli 252-256). Questo organo è composto da commissari.

In seguito a queste procedure viene redatto un altro documento, il bilancio stabilmente riequilibrato, in cui le singole voci di spesa sono bilanciate e coprono tutti i servizi necessari. Durante i cinque o i tre anni successivi all’approvazione di questo documento, si procede al risanamento dell’ente.

Nel frattempo, vengono imposti dei limiti sulla contrazione di nuovi mutui e ai pagamenti in conto competenza, oltre alla possibilità di aumentare imposte e tasse locali per riequilibrare lo stato dell’ente (Tuel, articolo 248).

Per quel che riguarda i soggetti coinvolti, se gli amministratori sono considerati responsabili di questa situazione non potranno ricoprire per dieci anni specifici incarichi relativi al controllo e alla gestione, come i sindaci non saranno candidabili per dieci anni all’interno di ruoli di rappresentanza dello stato. Il personale può essere ridimensionato e in questo caso deve essere conferito per cinque anni un contributo pari al trattamento economico del lavoratore. Insomma, lo stato di dissesto genera conseguenze estremamente gravi e spiacevoli nei confronti dei vari portatori di interesse, in primis i cittadini e le imprese, ma anche lo stesso personale.

Indubbiamente se parliamo di responsabilità amministrative è sotto gli occhi di tutti che dopo un anno di amministrazione il sindaco non può essere accusato di avere alcuna responsabilità della situazione finanziaria dell’ente e di conseguenza questo vuol dire che a risponderne sarà il suo predecessore, Ignazio Abbate che ha guidato la città per dieci anni di fila e che oggi non può non essere additato come il responsabile di questo disastro ed infatti è stato lui fino alla fine a volere che non si approvasse la delibera di Giunta.

Sappiamo che il dibattitto è durato 7 ore e chissà quante cose sono state dette. Ma questa approvazione all’unanimità non ci convince del tutto e fa presupporre che ci saranno delle conseguenze negli equilibri interni della maggioranza e nei rapporti interpersonali. Ma a nostro dire non sarà l’unica conseguenza. Anche perché se è vero com’è vero che il sindaco non ha responsabilità dirette non può certo esimersi dall’assumersi eventuali colpe per aver fatto parte della squadra di Abbate e di aver puntato la sua campagna elettore sulla continuità con la precedente amministrazione cosa che oggi certamente le pesa e anche parecchio.

Ancora non si conosce l’entità del botto. Non più i 96 milioni di buco accertati a settembre dalla Corte dei Conti, ma molti, molti di più. Si parla di circa 150 milioni, compresi i famosi debiti vuori bilanci, cioè quelli che non hanno avuto la copertura finanziaria, nel momento in cui sono stati spesi.

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Alla relazione negativa elaborata dalla Dirigente Di Martino, all’ultimo momento si è aggiunta anche la nota del Commissario da tempo nominato dalla Regione, il dott. Giovanni Coco, che le cronache di palazzo riferiscono essere un fedelissimo dell’on. Ignazio Abbate. Anche Coco, alla fine si è dovuto piegare all’evidenza e ha relazionato sul debito ( cosa che non aveva mai fatto prima) in maniera anche alquanto pesante e determinante per la decisione della Giunta.

Ora si aspettano le ulteriori narrazioni dei protagonisti, già circolate negli ultimi giorni. Addirittura, pur di nascondere l’evidenza, è stata fatta circolare la voce, con insistenza, che la responsabilità del dissesto era da attribuire alle amministrazioni precedenti, da Carmelo Ruta, passando per quella di Piero Torchi, per finire a quella di Antonello Buscema.

Ovviamente tutte falsità, per confondere le idee, e gli elettori passati e futuri.

Insomma da oggi si prevedono giorni bui per Modica e per i suoi cittadini che forse messi davanti al fatto compiuto apriranno finalmente gli occhi e si accorgeranno che fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio.



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