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A furia di censurare, siamo finiti in un “regime a punti”: i dissidenti sulla guerra rischiano la chiusura dei conti correnti #finsubito prestito immediato


Tutta la mia vita professionale è stata un corpo a corpo con la censura. Come direttore di rete mi rifiutavo, per principio, di sottoporre a censura i programmi. Ciò ha fatto sì che ad ogni rifiuto fossi fatto io stesso oggetto di censura e sanzionato. Leggendo che Visione Tv rischia la chiusura dei conti correnti, pensavo di dover intervenire sull’ennesimo episodio di censura, in una fase storica in cui la censura ha raggiunto vette prima immaginabili. Ma, approfondendo l’argomento mi sono trovato di fronte a qualcosa di ben più inquietante: esisterebbe già una legge o una normativa restrittiva per cui l’eventuale chiusura dei conti correnti dei dissidenti non sarebbe più un atto arbitrario di censura, ma un atto dovuto da operatori economici privati, in questo caso le banche soggette a leggi coercitive statali ed europee. Riassumo brevemente i fatti. In data 19-12-2024 Massimiliano Coccia scrive sul quotidiano on line Linkiesta di aver ricevuto notizia che sia Visione Tv che l’associazione culturale Vento dell’Est starebbero per essere sottoposte a chiusura dei rispettivi conti correnti. Dato che il provvedimento non ha ancora avuto luogo, le sue parole vengono interpretate da molti come minacce a scopo censorio nei confronti delle due associazioni culturali indicate. Ma poco dopo, intervenendo su X, Boccia ci presenta la cosa da un punto di vista diverso. Non si tratta di una sua iniziativa (anche se si capisce tra le righe che lui sarebbe più che favorevole) ma della doverosa applicazione di leggi da parte delle banche coinvolte. Da quel che capisco dal messaggio criptico di Boccia, si tratterebbe di leggi e normative europee che sono comunque preponderanti rispetto a leggi del governo italiano ed a cui le banche non possono sottrarsi data la situazione di emergenza bellica in cui veniamo a trovarci. Vorrei chiedere a chi ci legge quanti siano consapevoli delle conseguenze, per lo loro vita reale, dell’attuale normativa bancaria. E pongo questa domanda non come esperto, ma come cittadino vittima, come loro, di una normativa inaccessibile e di difficile decifrazione che, periodicamente, ci sottopone ad “abusi” “legali”. “ABUSI” riguardo alla Costituzione, “LEGALI” riguardo ad una normativa europea che, rispetto alle costituzioni nazionali, si ritiene prioritaria. Molti della controinformazione temono l’IT Wallet perché, concentrando in un unico documento dati bancari, sanitari e di comportamento civico come i punti della patente, permetterebbe in ogni momento al potere di chiudere i nostri conti correnti secondo il modello sociale a punti cinese. Però c’è già un precedente in Occidente in cui il modello cinese è stato attuato senza il pieno raggiungimento dell’Agenda Digitale.

I camionisti canadesi avevano bloccato la viabilità del paese collocandosi in posizioni strategiche. La loro resistenza, fortissima, è stata sradicata in un solo giorno bloccando i loro conti correnti. Senza soldi, nella nostra società, non puoi fisicamente sopravvivere. Michel Foucault in Sorvegliare e punire scrive che con l’illuminismo, in tema di legalità e di controllo sociale, si passa da leggi basate sulla deterrenza indotta dal supplizio pubblico a leggi basate dal controllo sulle anime, come le leggi auspicate da Beccaria. Oggi si è passati dal supplizio, squartamento in piazza, alla vera e propria negazione della sopravvivenza . In pratica il dissenziente non è squartato in pubblico, ma deve morire di fame perché espulso dal corpo sociale. Questo è il senso del sistema a punti cinese. Ma questo sistema, dovremmo chiederci, è applicabile in un Occidente in cui il concetto di individuo e di libertà di espressione hanno sempre avuto valore e sono tutelati dalle costituzioni di matrice illuministica? E torniamo alla domanda iniziale sulla consapevolezza dei nostri diritti rispetto alle banche.

Domanda n.1. Quanti sanno che in base all’Art 1834 del codice civile: “Nei depositi di una somma di denaro presso una banca pubblica, questa ne acquisisce la proprietà ed è obbligata a restituirla nella specie monetaria, alla scadenza del termine convenuto ovvero a richiesta del depositario […]”?

Domanda n.2. Se la proprietà dei nostri soldi è della banca in cui sono depositati, come possiamo rientrarne in possesso se infrangiamo una legge a cui la stessa banca è soggetta? Dal testo di Boccia sembra che si possa oscillare tra due ipotesi. Quando sottoscriviamo un conto corrente dobbiamo sottoporci ad una serie di formalità, ad esempio l’antiterrorismo. Quando sottoscrivo una dichiarazione di antiterrorismo sto dichiarando di non essere un terrorista, oppure di non simpatizzare per il terrorista? Perché con la neolingua terrorismo può significare tutto e il contrario di tutto. Un filosofo come Dugin, che tra l’altro del terrorismo è vittima perché il terrorismo ha ucciso sua figlia Daria Dugina, può essere identificato col terrorismo tout court? La famosa legge delle sanzioni alla Russia colpisce solo la Russia o anche i suoi presunti simpatizzanti, cioè, ad esempio, le voci critiche sulla guerra in Ucraina? Infine un punto essenziale. Borgonovo nel suo articolo su La Verità del 20 -12 – 2024 intervenendo sullo stesso argomento scrive: “Per carità, può anche essere che in tutto ciò non vi sia niente di illegale o irrituale. Ma […] qualche domanda dovremmo farcela”. Io vorrei attirare la vostra intenzione sul termine “illegale”. È legale obbedire alle leggi e, secondo Boccia, le banche starebbero obbedendo alle sanzioni europee alla Russia. Ma può essere legale una legge europea che infrange almeno due punti della nostra costituzione: l’articolo 21 sulla libertà di espressione e l’articolo 42 sulla proprietà? Qui chiedo aiuto ad esperti costituzionalisti che più di me possono comprendere e controbattere. La nostra Costituzione è stata scritta per difendere la pace dalla guerra. Dobbiamo farla valere.

In quanto a Visione Tv , visto che il provvedimento minacciato non ha ancora trovato attuazione, se tutti manifestassimo, qui ed ora il nostro dissenso rispetto alle banche, forse queste stesse banche che attuavano nell’ombra i loro progetti, non troverebbero il coraggio di procedere.

di Carlo Freccero

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