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֎Per riportare la natura nella nostra vita. Un importante ruolo nel garantire un’alta qualità della vita per le persone, le piante, gli ecosistemi e la natura nel suo complesso. La proposta Ispra: «I Piani comunali del verde»֎
Le città, le regioni e i paesi giocano un importante ruolo nel garantire un’alta qualità della vita per le persone, le piante, gli ecosistemi e la natura nel suo complesso. Date le sfide che devono affrontare le città (cambiamento climatico, aumento demografico, perdita di biodiversità), integrare la natura nel paesaggio urbano sta diventando sempre più cruciale. La Strategia europea per la biodiversità al 2030 invita le città con più di 20.000 abitanti a dotarsi di un Piano del verde urbano, ora chiamato Piano urbano per la natura (Pun). Questo è in linea con il recente Regolamento sul ripristino della natura (Nrr) che pone target vincolanti di ripristino del 20% degli ecosistemi degradati europei entro il 2030, e del 100% entro il 2050.
I Piani del verde
È stato pubblicato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) «I Piani comunali del verde: strumenti per riportare la natura nella nostra vita?», pubblicazione che, promossa e curata dalla Sezione Aree urbane, parte dalle città per riflettere su di uno strumento di pianificazione ancora poco diffuso in Italia, il Pun per l’appunto, con l’obiettivo di comprenderne contenuti, strategie e potenziale trasformativo per territori più sani, inclusivi e resilienti.
Le crescenti sfide che il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e il consumo di suolo pongono a livello globale, si amplificano alla scala urbana e metropolitana, dove maggiore è la pressione delle attività umane sull’ambiente così come l’esposizione della popolazione agli impatti sempre più intensi da essi generati. È allora dalle città che si deve partire nella direzione di garantire un maggiore equilibrio tra costruito e naturale, tra grigio e verde/blu, cercando di incrementare ovunque possibile gli spazi verdi e le soluzioni basate sulla natura per città più sostenibili e resilienti, con una maggiore qualità della vita e una minore vulnerabilità agli impatti dei cambiamenti climatici.
Il verde (e il blu) ha, infatti, effetti positivi dal punto di vista ambientale, in termini di miglioramento della qualità dell’aria, riduzione dell’inquinamento acustico, contenimento del consumo di suolo, tenuta dell’assetto idrogeologico, mitigazione climatica e conservazione della biodiversità. Inoltre, esso produce benefici effetti anche dal punto di vista socioculturale, per le finalità di tipo ricreativo, didattico, culturale, paesaggistico, turistico, che le aree verdi possono assicurare. Peraltro, nel contesto urbano le aree verdi rappresentano per ampie fasce di popolazione la più immediata, se non esclusiva, occasione di contatto con la natura.
Per essere efficace e duratura, tuttavia, l’infrastruttura verde e blu delle città richiede una pianificazione lungimirante, competente ed evidence-based, oltre che una realizzazione attenta e una gestione competente e responsabile, capace sia di tutelare e valorizzare il patrimonio verde esistente, quello più prezioso e che spesso viene minato a causa di dubbie capacità amministrativo/politiche, sia di programmarne l’incremento con le piante giuste, al posto giusto e con le cure giuste. Per questo parlare di Piani del verde diventa oggi una questione centrale nelle politiche ambientali, sociali e di sostenibilità urbana a 360 gradi.
Un quaderno che ha un duplice pregio ossia quello di porre all’attenzione di cittadini, amministratori e professionisti uno strumento ancora poco diffuso di pianificazione ecologica degli spazi urbani, unito all’aver coinvolto in questo processo i Comuni, attori in prima linea di questa complessa ma necessaria transizione ecologica.
Torino, Vercelli, Bolzano, Padova, Rovigo, Parma, Bologna, Forlì, Livorno, Avellino, questi i 10 Piani del verde analizzati, che raccontano di una nuova visione di città. Una visione che, partendo dal capitale naturale e dal patrimonio verde e blu, finisce con l’intrecciare i temi chiave della sostenibilità urbana, attraverso strategie volte a combinare l’incremento del verde pubblico con la giustizia ambientale, la riduzione del consumo di suolo con l’adattamento ai cambiamenti climatici, il ripristino della connettività ecologica con la promozione della salute e la mobilità attiva, la rigenerazione delle aree dismesse con la valorizzazione della multifunzionalità agricola, il monitoraggio della biodiversità e la cura del verde con la cittadinanza attiva.
Elsa Sciancalepore
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