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novità su aliquote IRPEF, bonus edilizi e cuneo contributivo #finsubito prestito immediato


La legge di bilancio, partita in anticipo, arriva in ritardo, certo sempre in tempo, ma potremmo dire, con una locuzione calcistica, in zona Cesarini.

D’altronde era ampiamente prevedibile, è sempre andata così ed era molto probabile che anche quest’anno …

Stiamo parlando della più importante legge che ogni anno deve essere approvata e che di fatto regola la politica economica che il Governo intende perseguire.

I governi sono sempre di coalizione e per quanto queste coalizioni possono essere coese, sono comunque formate da partiti diversi, ognuno dei quali ha richieste peculiari.

La legge di bilancio diventa così “terreno di scontro” anche all’interno dei partiti di Governo, per fortuna c’è una data entro la quale la legge va approvata, ossia la fine dell’anno, altrimenti queste contrattazioni durerebbero all’infinito.

Come ogni legge, poi, deve essere approvata da entrambi i rami del Parlamento, in maniera identica, ora è stata approvata alla Camera domani passerà al Senato il quale l’approverà sabato 28 o al massimo domenica 29 dicembre, ovviamente sarà posta la fiducia.

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L’aspetto più rilevante riguarda una “mini riforma fiscale”. La definisco “mini” perché così è, ma come tutti voi sapete fare una vera riforma fiscale in Italia è praticamente impossibile ed allora i Governi vanno avanti per piccoli passi.

Tra l’altro non è neppure una novità, ma ormai è comune agire in questo modo. Questo ormai è diventato il modus operandi.

In una legge di bilancio viene approvata una mini riforma che tuttavia per motivi finanziari ha una validità di un solo anno.

L’anno successivo il Governo si trova di fronte a tre possibilità, primo caso: non rinnova quel provvedimento, e quindi si ritorna alla situazione precedente, secondo caso: può prorogare quel provvedimento per un altro anno, infine terzo caso: può rendere quel provvedimento strutturale, ossia permanente.

E’ chiaro che se quel provvedimento risulta favorevole per i cittadini, perché ad esempio va a ridurre la pressione fiscale, il primo caso, ossia il suo mancato rinnovo, risulta di fatto una penalizzazione per i cittadini, e difficilmente un Governo toglierà quello che potremmo definire un bonus del quale, almeno per un anno, i cittadini hanno già beneficiato.

Quindi rimangono gli altri due casi, prorogarlo per un ulteriore anno oppure renderlo strutturale.

Ed allora ricordiamo cosa è accaduto.

La legge di Bilancio dello scorso anno prevedeva che a partire dal 1° gennaio e fino al 31 dicembre 2024 le aliquote e gli scaglioni dell’Irpef fossero ridotti a tre e in particolare avessero questa struttura:

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aliquota del 23% per i redditi fino a 28.000 euro, aliquota del 35% per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro, aliquota del 43% per i redditi che superano 50.000 euro.

La legge di Bilancio di quest’anno, ovviamente se venisse approvata, come è praticamente certo, rende strutturale la riduzione da quattro a tre aliquote IRPEF (23, 35 e 43 per cento).

Questa riduzione di aliquote non avrebbe portato benefici ai redditi più bassi, la cui aliquota sarebbe rimasta invariata, per cui è stata aumentata la soglia di detrazione per redditi da lavoro dipendente per i redditi inferiori a 15.000 euro.

Novità poi per quanto riguarda il cosiddetto cuneo contributivo, non ci sarà più il taglio al cuneo contributivo del 6/7 %  per i redditi fino a 35mila euro, bensì una combinazione di indennità esente da tasse. 

Tutto questo quanto grava sulle finanze pubbliche, o meglio diciamolo in maniera più semplice, quante tasse in meno incasserà lo Stato?

All’incirca 13 miliardi ma ricordiamo che per la maggior parte sono vantaggi che avevamo già avuto nell’anno in corso, anche se in effetti ci sono alcune differenze.  

Faccio solo due esempi: chi guadagna 16mila euro riceverà circa 80 euro in più all’anno, all’anno non al mese, mi raccomando, mentre chi guadagna tra 37mila e 40mila euro avrà per la prima volta uno sconto fiscale di 900 /1000 euro, sempre all’anno.

Visto che abbiamo segnalato un paio di aspetti favorevoli ai cittadini, di fatto sono stati resi permanenti riduzioni di imposte, allora, per par condicio, segnaliamo invece la riduzione o la cancellazione di bonus che invece erano in essere.

In particolare ad essere tagliati o cancellati sono i bonus edilizi per ristrutturazioni, efficientamentoenergetico e messa in sicurezza sismica.

La Legge di Bilancio 2025 infatti segna un drastico cambio di rotta nella politica delle agevolazioni fiscali per il settore edilizio, con una stretta senza precedenti sui bonus, ripeto, per ristrutturazioni, efficientamento energetico e messa in sicurezza sismica. 

Il bonus ristrutturazioni per il prossimo anno scenderà al 50% per la prima casa ed al 36% sulla seconda casa. Per il 2026 ed il 2027 il bonus sarà ulteriormente ridotto.

Stessa stretta anche per gli eco bonus ed i sisma bonus.

Saranno ridotti anche altri micro bonus per mobili ed elettrodomestici. Infine saranno azzerati i bonus sulle caldaie se alimentate da combustibili fossili.

Insomma, avete capito, nella legge di Bilancio, non ci sono particolari sorprese, mi limito però a sottolineare un aspetto: l’inflazione di fatto fa aumentare la pressione fiscale, faccio un semplice esempio:

se appunto avessimo avuto un’inflazione del 25% ed il mio stipendio si fosse adeguato all’inflazione, quindi ad esempio fosse passato da 40 a 50.000 euro, ebbene il mio stipendio sarebbe nominalmente aumentato, ma la mia capacità d’acquisto no! 

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Per l’inflazione avuta, ora con 50.000 euro posso acquistare le stesse cose che un anno fa compravo con 40.000 euro, non son diventato più ricco.

Ma le tasse che ora pago su 50.000 euro di reddito sono superiori a quelle che pagavo un anno fa su 40.000 euro.

Quindi son diventato più povero.

Ebbene questo aspetto il Governo si dimentica sempre di farlo notare, chissà perché?



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