Più di 300 persone migranti stanno occupando un centro culturale di Parigi

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


Caricamento player

Da oltre un mese a Parigi più di 300 persone migranti hanno occupato e vivono dentro alla Gaîté Lyrique, un noto centro culturale nel quartiere del Marais. L’occupazione è cominciata il 10 dicembre ed è stata organizzata dal Collectif des jeunes du parc de Belleville, un’associazione che ha l’obiettivo di ottenere alloggi per giovani richiedenti asilo senza fissa dimora: ne fanno parte principalmente persone che si sono presentate alle autorità come minori non accompagnati, ma che i servizi sociali francesi non hanno riconosciuto come tali, sostenendo che fossero in realtà maggiorenni.

Dopo 45 giorni di occupazione la situazione è descritta sia dai gestori della Gaîté Lyrique che dagli esponenti dell’associazione come in costante peggioramento. Gli occupanti si sono organizzati per pulire gli spazi e fare delle assemblee ma il centro ha solo quattro bagni. Per farsi la doccia e lavare i vestiti bisogna andare altrove. Tutti gli eventi culturali sono stati sospesi, così come altre iniziative che si svolgevano nei suoi spazi, tra cui la distribuzione di cibo per le persone con problemi economici. Oltre ai disservizi per gli utenti, questo rischia di compromettere anche la relazione del centro con i suoi sponsor.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Fra gli occupanti della Gaîté Lyrique, un ragazzo di 15 anni il cui nome non è stato reso noto ha detto a Le Monde che il centro «non è un posto dove vivere, ma è meglio della strada, ed è tutto ciò che abbiamo». Ha aggiunto però che «la situazione sta diventando ingestibile».

La sistemazione abitativa dei giovani migranti è un problema che in Francia va avanti da tempo. In quanto minori, i bambini e gli adolescenti sono soggetti a regole diverse rispetto a quelle degli adulti: lo Stato è tenuto a occuparsene indipendentemente dal modo in cui sono entrati nel paese (regolare o irregolare) e dal loro status legale, e non può espellerli.

Se dopo un primo colloquio con i servizi sociali un richiedente asilo non viene riconosciuto come minorenne può fare ricorso a un tribunale dei minori, ma per avere una sentenza possono passare anche 12 o 15 mesi. In questo periodo le persone possono rimanere sul territorio francese, ma di fatto si trovano in quello che Yann Manzi, cofondatore dell’associazione Utopia 56, definisce un «limbo giuridico»: non hanno accesso ai sistemi di assistenza previsti per i minorenni perché lo Stato non li riconosce come tali, ma non possono neanche chiedere di beneficiare degli alloggi di emergenza previsti per gli adulti se non vogliono rischiare di compromettere il loro ricorso.

La conseguenza è che diverse migliaia di giovani richiedenti asilo si trovano a vivere per strada. Per questo, a gennaio del 2023 la Francia è stata sanzionata dal Comitato per i diritti dell’infanzia delle Nazioni Unite, che vigila sull’applicazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

L’occupazione della Gaîté Lyrique non è la prima organizzata dal Collectif des jeunes du parc de Belleville: ad aprile del 2024 il gruppo aveva occupato la Maison des Métallos, un altro centro culturale di Parigi, dove era rimasto fino a luglio, quando si era accordato con il comune di Parigi per la creazione di alloggi temporanei per 230 persone in una palestra della città.

Questa volta però la situazione potrebbe non risolversi altrettanto velocemente. I gestori della Gaîté Lyrique hanno definito l’occupazione come «legittima» e hanno detto che non chiederanno il loro sgombero forzato, anche per via delle basse temperature, anche sotto lo zero, che ci sono in questo periodo a Parigi. Sostengono però che il comune e lo Stato non stiano facendo abbastanza per trovare una soluzione, confidando che prima o poi il centro chiederà alle autorità di rimuovere i manifestanti.

Finora infatti né il comune di Parigi, né il dipartimento dell’Île-de-France (la regione della capitale) si sono occupati concretamente del caso. Pochi giorni fa il comune ha avviato una procedura di sfratto per gli occupanti della Gaîté Lyrique, dicendo però che, per il momento, serve solo come una misura di protezione da usare nel caso in cui la situazione peggiori.

Contattata da diversi giornali, la prefettura dell’Île-de-France ha detto che quella della Gaîté Lyrique è «un’occupazione illegale di un edificio da parte di migranti riconosciuti come adulti dai servizi sociali della città di Parigi» e che quindi è il proprietario dell’edificio a dover chiedere l’intervento delle autorità.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Dall’altra parte Léa Filoche, responsabile per il comune di Parigi degli alloggi d’emergenza e della protezione dei richiedenti asilo, ha detto che la città ha già sette spazi adibiti ad alloggio d’emergenza per circa 760 persone, e che per aprirne altri servirebbe l’intervento dello Stato. Parlando con France info, Filoche ha spiegato che «la città di Parigi non ha alcun potere di requisizione, tranne che per i propri edifici, cosa che abbiamo già fatto. […] Abbiamo bisogno che lo Stato requisisca i luoghi che abbiamo già elencato», come ex licei e alberghi vuoti.

Secondo Filoche il problema non è la mancanza di spazio, ma «la scelta politica che il governo sta facendo riguardo all’accoglienza delle persone in situazione di migrazione». Si riferisce al fatto che negli ultimi anni i governi di centrodestra hanno sostenuto politiche volte a rendere più difficile l’immigrazione in Francia e l’ottenimento del riconoscimento dello status di richiedente asilo. L’attuale ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, in carica dallo scorso settembre, è ancora più critico dei suoi predecessori su questo tema.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link