Imprese, lieve calo tra nascite e cessazioni. Crescono le società di capitale

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Il dato tra cessazioni e nuove imprese

Imprese marchigiane, in lieve calo il bilancio tra nuove aziende e cessazioni (calcolando quelle non d’ufficio). Il presidente della Camera di commercio delle Marche, Gino Sabatini: «In un contesto di generale difficoltà economica il dato Movimprese conferma una discreta vivacità del sistema imprenditoriale che ha visto nel corso dell’anno appena concluso la nascita di 7.588 nuove attività imprenditoriali che hanno stanzialmente compensato le cessazioni ordinarie pari a 7836 per un saldo negativo – 248 unità, per un trend di crescita negativo pari allo 0,36%». La fotografia è data da Infocamere-Unioncamere con la rilevazione di Movimprese. Nelle Marche ci sono 145.210 imprese registrate di cui 131.028 attive.

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Gino Sabatini

«Di rilievo risulta la performance del rapporto nati-mortalità delle società di capitali con un saldo positivo di 956 unità, che conferma la lenta ma costante transizione del sistema imprenditoriale verso forme organizzative più mature – prosegue Sabatini -. Continuiamo a lavorare con il sistema associativo e a fianco della Regione sulle principali leve di competitività del nostro sistema: digitalizzazione e transizione ecologica, start up innovative e intelligenza artificiale, imprese giovanili e femminili, internazionalizzazione e consolidamento delle infrastrutture materiali e immateriali».

Allargando lo sguardo al resto del Paese prevalgono, a livello regionale, saldi e tassi di crescita annuali positivi, solamente l’Umbria ha una performance più sfavorevole (-0,36%), mentre la media italiana fa rilevare un tasso di crescita annuale pari a +0,62%.

Sul restringimento del tessuto imprenditoriale marchigiano rispetto al finire del 2023 si riflette in misura consistente la decisamente notevole entità delle cessazioni d’ufficio, che nel 2024 sono circa 7,5mila. 

Rispetto al 2023, comunque, c’è una crescita di nuove imprese (+3,3%), ma crescono anche le cessazioni non d’ufficio (+5,2%).

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Nel dettaglio provinciale, solamente la provincia di Ascoli fa riscontrare un saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni nette (+54), per un tasso di crescita annuale pari a +0,24%, tutte le altre hanno saldi (e tassi di crescita) annuali negativi, tra i quali Macerata si segnala per la modestissima entità di entrambi (meno 10 imprese e meno 0,03%), per passare poi a Pesaro Urbino (-47; – 0,13%), quindi ad Ancona (-132; – 0,33%) e infine a Fermo (meno 113; – 0,59%).

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Prosegue anche nel 2024 la performance positiva delle società di capitale, con 2.264 iscrizioni a fronte di 1.308 cessazioni nette, flussi che hanno prodotto un saldo positivo per 956 unità e un tasso di crescita annuale pari a +2,17%. Proseguono però anche i saldi negativi delle altre tipologie di forma giuridica. Nelle Marche si contano 534 iscrizioni di società di persone, che devono confrontarsi con 1.024 cessazioni nette, per tale tipologia d’impresa il saldo è pari a meno 490 unità, cui corrisponde un tasso di crescita annuale di -1,82%. Le imprese individuali hanno i flussi numericamente più consistenti: le iscrizioni sono 4.680, ma le cessazioni nette sono più numerose (5.353) e il saldo è di -673 imprese, per un tasso di crescita annuale, di -0,86%, dunque meno sfavorevole di quello delle società di persone.

Immagine-2025-01-23-154047-650x411La composizione del tessuto imprenditoriale marchigiano, stando ai dati, mantiene la predominanza delle imprese individuali (74.970, il 51,6% delle imprese totali), seguite dalle società di capitale (43.525; 30%), mentre le società di persone fanno rilevare un peso del 16,1% (23.404 imprese); le altre forme giuridiche rappresentano infine il 2,3% (3.311 unità).

Nell’esame dell’andamento dei diversi settori di attività economica viene considerato il saldo dello stock delle imprese registrate alla fine 2024 rispetto al 31 dicembre 2023, depurato delle cancellazioni d’ufficio intercorse nell’intero anno. A livello di settori di attività economica, l’anno da poco concluso ha fatto rilevare saldi dello stock positivi principalmente per i settori del terziario, con le esclusioni del commercio e del trasporto e magazzinaggio. In termini assoluti i maggiori saldi positivi dello stock sono quelli delle attività professionali scientifiche e tecniche (6.236 le imprese registrate a fine 2024; +177 il saldo dello stock), seguite dalle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (10.182; +159) e dalle attività immobiliari (8.411; +134).

Immagine-2025-01-23-154130-650x362In rappresentanza dell’industria si incontra poi il settore delle costruzioni (19.173; +132), tallonato da vicino dal noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (4.472; +125). Sotto la soglia delle 100 unità, in termini di saldo dello stock, vengono poi i servizi di informazione e comunicazione (3.170; +87), le attività finanziarie e assicurative (3.308; +56), le attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (2.511; +49), la sanità e assistenza sociale (985; +33) e, per poche unità ciascuno, le altre attività di servizi, la fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento e, infine, l’istruzione.  Malgrado siano numerosi i settori con saldi dello stock positivi, quelli con saldo negativo, per effetto di entità assolute più ampie, li assorbono completamente a livello regionale, trattandosi di settori molto consistenti in termini di imprese registrate, a partire dal commercio (30.474 imprese registrate; -423 il saldo dello stock) per continuare con l’agricoltura, silvicoltura e pesca (21.762; -378), le attività manifatturiere (17.993; -268). Il saldo è negativo anche per alcuni settori più piccoli: il trasporto e magazzinaggio (3.343; meno 74), la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (484; -6) e le attività estrattive.





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