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Chiesa e piazza gremiti per i funerali, celebrati dal Vescovo Carbonaro, del giovane imprenditore morto sul lavoro
La chiesa di Sant’Andrea Apostolo, nel cuore di Muro Lucano, ha accolto, sabato pomeriggio, alle ore 14:30, la salma di Felice Ferrara, partita dall’Ospedale San Carlo di Potenza, dove era stato disposto l’esame autoptico.
Il 44enne, tragicamente morto in un incidente sul lavoro lo scorso mercoledì 15 gennaio, in agro di Muro Lucano, lascia la giovane moglie e due bimbe piccole, familiari, parenti e amici, in un dolore che non trova parole. La famiglia ha dispensato dai fiori, preferendo una raccolta fondi successivamente da destinare.
Il paese che era rimasto attonito e sconvolto dalla notizia, si è riversato nella piazza su cui affaccia la chiesa, per partecipare alle esequie e omaggiare Felice dell’ultimo saluto. Il Vescovo di Potenza, Marsico Nuovo e Muro Lucano, Davide Carbonaro, ha celebrato le esequie in una chiesa quanto mai gremita: «La morte sul lavoro sta diventando una piaga insanabile. Chi ha le chiavi delle scelte possibili e della responsabilità sostenibile, deve fare del tutto perché questo non accada più – ed ancora- C’è chi dovrà indagare su questo e aiutarci a capire che non si può morire di lavoro. Il lavoro deve portare il pane a casa, con la fatica dei giorni, con il sudore della fronte».
Commossi, in silenzio, con gli occhi gonfi, ognuno ha voluto essere lì, per dire addio a quel ragazzo gentile, cordiale e buono, quel padre di famiglia così giovane, quel lavoratore che proprio svolgendo il suo lavoro, ha trovato la morte.
E l’affetto e il cordoglio di tutta la comunità per le famiglie Ferrara e Lepore, è stato dimostrato anche attraverso i tantissimi manifesti affissi: dalle maestre della scuola primaria Ada Negri frequentata dalla figlia, ai genitori e ragazzi della scuola G.Pascoli, il Dirigente scolastico il personale docente e non, e gli alunni e genitori dell’Istituto Comprensivo Joseph Stella, tutto il “pulmino” scolastico, gli “amici del 1980”, gli “Amici da sempre” e quelli d’infanzia, le Associazioni, le imprese e gli artigiani di Muro Lucano e poi gli studi tecnici, la palestra e il gruppo di ginnastica ed ancora famiglie e vicini, per citarne solo alcuni.
IL LUTTO CITTADINO
Per il giorno delle esequie il sindaco Giovanni Setaro ha interpretato il profondo sentimento di dolore della comunità, «proclamando il lutto cittadino e l’esposizione della bandiera a mezz’asta presso la casa comunale, in segno di lutto, e disponendo la sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche e di tutte le attività ludico- ricreative, oltre all’abbassamento delle serrande delle attività commerciali e pubblici esercizi».
Il silenzio aleggia sulla piazza, il tempo uggioso rispecchia gli animi dei muresi. Nessuno si capacita di una così tragica morte.
L’INCIDENTE E LE INDAGINI
Era una normale giornata di routine, Felice saluta la moglie, esce di casa per andare a lavoro, le bimbe vanno a scuola, poi la tragedia, quando l’imprenditore arriva sul cantiere per la ristrutturazione di un immobile privato, in contrada San Chirico, a circa 8 km dal paese. Titolare di una ditta di calcestruzzo, stava lavorando vicino alla betoniera e secondo le prime informazioni sarebbe rimasto incastrato nella tramoggia. Con lui, lavoravano altre persone, ma al momento del fatale incidente, il pronto intervento di uno dei presenti, cercando di fermare il meccanismo, non sarebbe bastato a salvargli la vita.
Sul posto sono giunti rapidi i Carabinieri della Stazione di Muro Lucano, i sanitari del 118 arrivati in ambulanza e anche con una eliambulanza dall’Ospedale San Carlo di Potenza: i medici hanno però solo potuto constatare il decesso dell’uomo. Intervenuti anche i Vigili del Fuoco per liberare il corpo dal macchinario, il personale della Medicina del Lavoro e i Carabinieri del Comando provinciale di Potenza, che stanno svolgendo le dovute indagini sull’accaduto.
Dopo i rilievi, la salma è stata trasportata all’Ospedale San Carlo di Potenza a disposizione dell’autorità giudiziaria, dove è stato successivamente eseguito l’esame autoptico. Intanto vanno avanti le indagini per far luce sulla dinamica del fatale incidente. Attesi anche i primi esiti dell’autopsia.
Un velo cupo ha avvolto da quel mercoledì tutta la comunità murese. Non si tratta purtroppo del primo incidente sul lavoro che strappa alla vita un giovane lavoratore: già altre volte famiglie, amici e parenti hanno pianto la morte di giovani uomini. Già altre volte giovani donne sono rimaste vedove, e figli orfani di padri. Fratelli e sorelle hanno perso le loro metà, e altri genitori hanno pianto sulle tombe dei propri figli.
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