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L’imprenditrice di Pompei, interrogata per ore dai pm romani, era accusata di minaccia, lesioni e oltraggio a corpo politico a seguito della denuncia dell’ex ministro Sangiuliano. Ora le accuse sono cambiate in stalking, diffamazione, interferenza illecita nella vita privata, lesioni e false dichiarazioni sul curriculum
Un giorno in procura e accuse riqualificate. Maria Rosaria Boccia è stata interrogata dai pm romani, l’aggiunto Giuseppe Cascini e le sostitute Giulia Guccione e Barbara Trotta. Un ampio poncio nero addosso, quasi a voler confermare le voci delle ultime settimane su una sua presunta gravidanza, e al seguito l’avvocato difensore.
L’imprenditrice di Pompei era accusata di minaccia, lesioni e oltraggio a corpo politico a seguito della denuncia dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Era perché, in base a quanto apprende Domani, le accuse sono cambiate in stalking, diffamazione, interferenza illecita nella vita privata, lesioni e false dichiarazioni sul curriculum.
Un interrogatorio che si attendeva da tempo: la procura aveva già disposto il sequestro del suo telefono cellulare e l’acquisizione di materiale informatico nell’ambito dell’indagine che vede coinvolta la donna. E proprio sul contenuto rintracciato all’interno dei dispositivi si sono concentrate parte delle domande dei pm. Cosa c’è nel telefono e nel computer di Boccia?
Di certo Boccia davanti ai pm ha ammesso la relazione con Sangiuliano, non ha invece voluto rispondere alle domande concernenti la nomina a consigliera. Da quanto risulta a Domani, Boccia avrebbe voluto riferire di flussi di denaro all’interno del ministero. Ma su questo i pm l’avrebbero stoppata perché è competenza del tribunale dei ministri, dove Sangiuliano è indagato.
Nel telefono dell’imprenditrice gli investigatori avrebbero trovato inoltre indizi di pressione psicologica (anche chiamate notturne) nei confronti dell’ex ministro. Ha negato poi gli addebiti che le vengono contestati.
L’indagine è nata dall’esposto dell’ex capo del dicastero, con cui la stessa aveva intrattenuto una relazione, che Sangiuliano nella sua denuncia definisce «a connotati tossici».
L’indagine è in mano ai carabinieri del nucleo investigativo di via in Selci a Roma. Mentre nella denuncia presentata da Sangiuliano risultava e risulta presente una dettagliata ricostruzione cronologica dei contatti avuti con l’imprenditrice.
Agli atti anche l’episodio della ferita alla testa, che avrebbe appunto fatto scattare l’accusa di lesioni: Boccia infatti l’avrebbe causata a Sangiuliano al culmine di un diverbio. Da quanto risulta, tra l’altro, gli inquirenti starebbero indagando in che modo Boccia avrebbe procurato la lesione sulla fronte a Sangiuliano. Unghie o un oggetto ancora da “identificare”? Lei si è difesa coi pm spiegando che l’ex ministro è caduto e così si è ferito.
Tutte vicende di cui i pubblici ministeri hanno chiesto conto a Boccia, che non si è avvalsa della facoltà di non rispondere. L’interrogatorio si è, di fatto concluso, alle 19, cinque ore dopo l’ingresso in procura dell’imprenditrice: un interrogatorio che sembrerebbe essere stato concitato, considerato il tono di voce utilizzato da Boccia: avrebbe persino accusato i pm di perseguitarla, di sentirsi vittima di un complotto e che non ha più lavorato da quando è iniziato lo scandalo. Tuttavia è rimasta in silenzio quando le hanno chiesto della gravidanza.
Intanto anche Sangiuliano è indagato dalla procura di Roma per i reati di peculato e rivelazione e diffusione di segreto d’ufficio. L’iniziativa dei magistrati romani è arrivata in seguito all’esposto presentato dal deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Angelo Bonelli. Dato il ruolo rivestito fino alle dimissioni da Sangiuliano, il fascicolo è stato trasmesso al tribunale dei ministri che negli ultimi giorni ha acquisito ulteriore materiale per compiere nuove analisi e accertamenti.
Sempre nell’ambito del procedimento in cui è indagato Sangiuliano, la procura di Roma ha sentito, mesi fa, come persona informata sui fatti, l’attuale ministro della Cultura, Alessandro Giuli. Su questa vicenda indaga anche la Corte dei conti.
Tornando invece all’indagine nei confronti di Boccia, l’imprenditrice, una volta fuori dalle stanze dei magistrati, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. Il suo difensore si è limitato a dire che «Boccia, a domande dei pm, ha risposto circostanziando i fatti». Il verbale non verrà secretato.
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