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Falsi incidenti, certificati fasulli per ottenere risarcimenti: coinvolti due ospedali, 23 misure cautelari #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


di
Redazione online

Nell’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere condotta dai carabinieri di Aversa e del Nas emergono le responsabilità anche di medici di pronto soccorso, infermieri, fisioterapisti

Gli incidenti erano falsi, così come anche i referti medici che accompagnavano le richieste di risarcimenti. Le misure cautelari adottate nei confronti dei 23 indagati e richieste dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e spiccate dal gip del locale tribunale, invece, sono vere. Tra i destinatari 22 si trovano ora agli arresti domiciliari mentre un’ultima persona è destinataria del provvedimento dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. L’inchiesta è stata condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Aversa e da quelli del Nas di Caserta perché riguarda anche personale sanitario e verte su un giro di truffe alle assicurazioni. Gli indagati risiedono tutti nelle province di Napoli e di Caserta. 

L’ipotesi di reato su cui poggiano le indagini è quella di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di un numero rilevante di episodi di corruzione, falso, truffa, corruzione in atti giudiziari, produzione e utilizzo di documenti contraffatti. La banda otteneva indebitamente somme di denaro a titolo risarcitorio da compagnie assicurative, a fronte di incidenti stradali in realtà mai avvenuti. Alcuni degli indagati portavano in vari pronto soccorso di ospedali del territorio, tra cui quelli di Marcianise e Maddaloni, persone con pregresse fratture le quali, declinando false generalità ed esibendo documenti contraffatti precedentemente ricevuti, si facevano rilasciare referti medici per le “nuove” lesioni, utilizzati poi per presentare richieste di risarcimento danni alle varie compagnie assicurative per sinistri “fantasma”. 




















































Nel corso di una conferenza stampa di questa mattina il procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Pierpaolo Bruni, ha spiegato come nei presidi ospedalieri di Marcianise e Maddaloni arrivassero anche persone perfettamente sane, alle quali medici compiacenti, dietro compenso in denaro, rilasciavano falsi referti fuori dalle normali procedure di compilazione e registrazione telematica previste dall’Azienda Sanitaria, poi dichiarati conformi proprio da un infermiere addetto all’archivio sanitario della Direzione Sanitaria dell’ospedale di Marcianise per superare il controllo effettuato dalle agenzie investigative incaricate dalle compagnie assicurative coinvolte, in modo da ottenere il risarcimento danni. 

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Altra documentazione medica era redatta da medici compiacenti in servizio presso strutture sanitarie pubbliche e private accreditate presso il Ssn. A supporto delle istanze risarcitorie venivano utilizzati anche esami diagnostici redatti su carta intestata di centri diagnostici, risultati carenti sul piano autorizzativo sanitario, oltre che intestati a prestanome. E c’era anche un complice che, pur non essendo un fisioterapista, forniva al gruppo delle false fatture attestanti l’esecuzione di cicli di fisioterapia per corredare la richiesta risarcitoria e fornire a questa maggiore valore, facendo lievitare così gli importi rimborsati. Nel corso dell’indagine si è proceduto al sequestro preventivo a carico di due medici coinvolti di oltre 600.000 euro complessivi, in parte rinvenuti in contanti in perquisizioni domiciliari, ritenuti provento dell’attività illecita. 

Nel corso dell’attività investigativa, sono stati acquisiti presso il presidio ospedaliero di Marcianise e presso gli archivi della società C.S.A. Consorzio di Cancello Arnone (società che gestisce l’archiviazione della documentazione medica per conto dell’Asl) oltre 1.700 certificati medici irregolari. Infine, sono stati sottoposti a sequestro preventivo uno studio diagnostico di Qualiano e relative apparecchiature diagnostiche, nonché un centro fisioterapico sito a Casal di Principe. Alla conferenza stampa hanno partecipato il procuratore aggiunto Carmine Renzulli, il colonnello dei carabinieri Manuel Scarso, il tenente colonnello Alessandro Cisternino e il maggiore Michelangelo Piscitelli. 

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19 dicembre 2024



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