Omicidio Chiara Poggi, Andrea Sempio in caserma Cc per prelievo Dna

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Caso Garlasco. Il clamore della riapertura del caso a distanza di 18 anni, e dalla condanna di Stasi. Oggi un ulteriore tassello nella vicenda, con il prelievo coatto del Dna di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi. Il suo legale dice che è sconvolto, ha preso giorni di ferie, non riesce a capacitarsi che si riapra un incubo a distanza di tanti anni, e proprio ieri ha compiuto 37 anni. Si professa innocente ed è “basito e sconvolto”, come ha riferito il suo avvocato due giorni fa.

L’ipotesi di “Più ignoti”

E dalle analisi sule tracce repertate filtra l’ipotesi di “Più ignoti”, cioè di profili genetici di più persone non di una sola. Tra l’altro si svilupperà il secondo profilo del Dna trovato anni fa sulle unghie di Chiara, che allora non era stato possibile profilare

Ma non ci sono solo due consulenze che hanno portato a ritenere che le tracce del Dna sulle e sotto le unghie delle mani siano riconducibili a Sempio, ma anche la necessità di comparare le impronte, quelle delle scarpe e quelle digitali, lasciate dall’assassino sulla scena del crimine e di sviluppare alcuni indizi, come le tre telefonate sospette e il biglietto di un parcheggio che potrebbe essere servito per la precostituzione di un alibi. Il dna, che sarà prelevato oggi, potrebbe dare una prima risposta.

Gli investigatori stanno ascoltando gli amici del fratello di Chiara
Nella nuova inchiesta i Carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, delegati dalla Procura di Pavia, hanno ascoltato il fratello Marco, e anche altri amici del gruppo di cui faceva parte Andrea Sempio, il 37enne di nuovo indagato per il delitto in concorso con altri soggetti o con Alberto Stasi, quest’ultimo già condannato in via definitiva a 16 anni di carcere. Il fratello Marco Poggi, come riportato dai quotidiani, è stato sentito ieri. A quanto si è appreso, gli investigatori si sarebbero recati a casa sua, nel Pavese, dove l’uomo vive. Nell’ambito delle indagini sono già stati ascoltati alcuni di coloro che, all’epoca del delitto, facevano parte della compagnia di Marco Poggi e Andrea Sempio, che conoscevano anche la vittima. Verranno inoltre riconvocate tutte le persone già sentite in passato. 

 

Delitto di Garlasco, i rilievi della scientifica (Ansa)

I “nuovi” elementi dell’indagine
Sono questi gli elementi da cui parte la nuova indagine della Procura di Pavia, guidata da Fabio Napoleone, con al centro ulteriori approfondimenti sull’omicidio di Chiara, trovata in un lago di sangue in fondo alle scale della sua villetta di Garlasco, il 13 agosto del 2007. 

A dare l’allarme era stato il suo fidanzato di allora, Alberto Stasi, il principale indiziato assolto per due volte e poi, dopo il processo d’appello bis, condannato definitivamente a 16 anni. Pena che l’ex studente bocconiano, che si è sempre dichiarato innocente, sta scontando nel carcere di Bollate, da cui esce per lavorare.

Il prelievo del Dna: il tmapone salivare
L’impulso agli accertamenti per cui è stato nuovamente iscritto nel registro degli indagati Sempio – 37 anni compiuti giusto ieri e convocato oggi giovedì dai carabinieri di Milano per sottoporsi, su diposizione del gip, al tampone salivare – è arrivato ancora una volta dalla difesa di Stasi. Gli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis già alla fine del 2022 hanno infatti depositato gli esiti della consulenza sul Dna, che per i loro genetisti è “leggibilissimo“, e che evidentemente ha trovato riscontro anche in procura. 

Il numero delle scarpe con suole a pallini dell’omicida
Ma hanno depositato anche i risultati di altre verifiche di parte. Verifiche per le quali non sarebbe possibile stabilire con esattezza il numero delle scarpe con le suole a pallini che l’omicida ha impresso sul pavimento della villetta. Da qui, la richiesta dei pubblici ministeri pavesi di riaprire il caso, respinta due volte dal gip e infine avallata lo scorso settembre dalla Cassazione, anche perché tecnicamente, “qualora si continuasse ad indagare” su Sempio “in un procedimento contro ignoti, il pm procedente sarebbe esposto non solo a sanzioni disciplinari, ma sarebbe costretto a compiere atti di indagini affetti da inutilizzabilità”.

Un'immagine di Chiara Poggi

Un’immagine di Chiara Poggi (Ansa/archivio)

Alberto Stasi

Alberto Stasi (Ansa/archivio)

I dettagli “perduti”, cancellate durante i sopralluoghi
Dal provvedimento della Suprema Corte si evince anche la necessità di procedere con la comparazione delle impronte digitali dell’amico del fratello minore di Chiara, che frequentava l’abitazione dei Poggi e che con Marco stava spesso incollato al pc di casa, con quelle – escludendo le manate e le ditate lasciate da soccorritori e investigatori – isolate ai tempi nell’abitazione e attribuibili all’assassino: in particolare su un dispencer nel bagno al pian terreno. 

Gli errori: 

Quelle sul pigiama che indossava la vittima, di cui c’è una testimonianza fotografica, sono invece state erroneamente cancellate da chi ha rimosso il cadavere.

Alberto Stasi all'uscita dal palazzo della Cassazione, 5 aprile 2013

Alberto Stasi all’uscita dal palazzo della Cassazione, 5 aprile 2013 (Ansa/archivio)

Tre chiamate partite dal cellulare di Sempio
Ci sono infine altri indizi un tempo ritenuti privi di significato su cui i Carabinieri del Nucleo investigativo di Milano hanno acceso un faro, nel tentativo di sbrogliare la matassa e poter chiudere il caso. Innanzitutto le tre chiamate partite dal cellulare di Sempio, il 4, il 7 e l’8 agosto. Tutte brevissime, rispettivamente di 10, 2 e 21 secondi e che hanno destato sospetti. 

Soprattutto la seconda e la terza in quanto Sempio avrebbe saputo benissimo che Chiara era a casa da sola e che Marco, con i genitori, era in vacanza in Trentino.

L’altro elemento è il biglietto del parcheggio di Vigevano, mostrato tempo fa dal ragazzo per provare che la mattina del delitto non era a Garlasco, mentre gli accertamenti sulle celle telefoniche dicono il contrario. L’ipotesi è che si tratti di un alibi precostituito in quanto, è il ragionamento, in genere il biglietto di un parcheggio a pagamento si getta via una volta scaduto ed invece è stato conservato per oltre un anno. Insomma da qui si parte per sbrogliare i nodi di una inchiesta di certo non semplice e che dovrebbe finalmente far calare il sipario su uno dei delitti più discussi nel nostro Paese. 

Che non è detto porti ad una risoluzione “nuova” del caso e soprattutto che non provi una qualche colpevolezza per il nuovo indagato, che potrebbe – è successo in tanti, troppi casi di cronaca anche recenti – risultare assolutamente innocente.
 



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