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Vigilia e pranzo di Natale, a Salerno rincari sulla spesa: «Costi alle stelle» #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Le vongole sono aumentate di circa il 76 per cento. I panettoni di oltre il 40. Il pane è lievitato fino a raggiungere i quasi 4 euro al chilo e dal latte all’insalata, fino alla pasta, bisogna mettere in conto una spesa di almeno venti o trenta centesimi in più a confezione. Per mangiare pollo bisogna spendere il 30-40 per cento in più rispetto a un anno fa, per la verdura sobbarcarsi un costo aggiuntivo che oscilla dal 20 al 30 per cento. E anche la mozzarella di bufala non è stata esente da rincari che vanno da uno a cinque euro a chilo a seconda delle marche. Ancora una volta, dunque, il Cenone della Vigilia e il pranzo di Natale costringeranno i salernitani, e non solo, a tirare la cinghia, perché alla fine ai simboli della tradizione, non fosse altro che per un fatto beneaugurale, difficilmente si rinuncia.

Dalle previsioni raccolte da Altroconsumo tra il 21 e il 28 ottobre 2024 su un campione di 1.186 italiani di età compresa tra i 18 e i 74 anni emerge che, nonostante circa uno su tre voglia spendere meno dello scorso anno, alla fine la spesa pianificata è di quasi 50 euro in più rispetto alle aspettative del 2023.

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Più pesante il rapporto congiunto Facile.it – Consumerismo No Profit: per i banchetti delle festività, gli intervistati hanno dichiarato di mettere a budget in media 83 euro, per una spesa complessiva stimata di oltre 3,5 miliardi. Il settore alimentare ha guidato l’aumento dell’inflazione con un incremento dei prezzi del 2,4 per cento rispetto all’1,1 per cento di settembre 2024. I rincari maggiori, come detto, riguardano i prezzi dei beni di prima necessità, come pasta, olio, riso, farina e pane, con impennate che vanno fino all’84 per cento rispetto agli anni precedenti.

«Fare la spesa in pescheria ormai è come andare in gioielleria – ammette Rosalia Coppola, pensionata – Mi sono limitata a prenotare vongole e baccalà, rinunciando alla classica frittura: in quattro andiamo a spendere circa settanta euro». Dolci e panettoni lasciano l’amaro in bocca: «Per quelli artigianali chiedono anche sessanta euro, una follia – sbotta Giuseppe Andria – Quelli industriali prima si davano via a poco. Ora con meno di cinque o sei euro non si riesce ad acquistare un prodotto decente».

Il mercato che sembra non essere stato ancora sufficientemente intaccato dall’inflazione è quello del vino: «Ci sono cantine che addirittura hanno messo delle confezioni in offerta – raccontano da un market Pick up – Se non si hanno troppe pretese, ci sono offerte convenienti, così come per i pelati». Nei Conad c’è la fila quando, nel listino delle offerte, finiscono olio di oliva e biscotti per bambini, ma anche insaccati imbustati e prodotti per la casa. Poi c’è la spesa per gli addobbi. Secondo il report firmato dall’istituto di ricerca Emg Different, nel 2023, la spesa media per decorare un albero di Natale tradizionale, considerando albero, luci e addobbi, era stimata intorno ai 233,33 euro. Nel 2024, la cifra è salita a circa 270 euro per un albero simile. Come fare per superare indenni le festività, senza che il conto finisca drammaticamente in rosso?

Si taglia sui regali. Secondo un’analisi della Coldiretti, infatti, il 43 per cento degli italiani ha già fatto shopping, approfittando degli sconti del Black Friday. «Aspetteremo i saldi – dicono Fiorella Manzi e Giovanna Santoro – Con familiari e amici abbiamo deciso di rimandare lo scambio di doni all’Epifania. Considerato che ai primi di gennaio ci saranno i ribassi, non ha senso andare a comprare a prezzo pieno della merce che dopo poco subirà riduzioni dal 30 al 50 per cento».

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Ma non è sempre così. La maggior parte dei commercianti, ormai da anni lo sa e si adegua. La scontistica è partita per tutti e basta essere clienti di una attività per ricevere periodicamente aggiornamenti sulle offerte sia in chat che via mail. Un dato è certo: è sempre più limitata la fascia di quelli che spenderanno cifre importanti per un gadget di Natale e, chi lo farà, prediligerà i bambini. «Del resto è la loro festa – spiega Carmela Lenza – Noi adulti possiamo accontentarci di un abbraccio di auguri e rimandare a tempi migliori un acquisto. Per loro i sacrifici si continuano a fare sempre, in particolare noi nonni lo sappiamo bene e mettiamo per tempo da parte qualcosa per loro».





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