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A Babbo mio di Milena, dedica al papà Ricciardo
📖 Informazioni sulla poesia
- Autore: Milena
- Data di composizione: 28 luglio 2002
- Genere: Poesia dedicata, memoria familiare
- Tematica: Affetto filiale, ricordo, gratitudine, eredità familiare
- Valutazione: ⭐⭐⭐⭐⭐
Recensione
“A Babbo mio” è una poesia d’amore e di memoria, una lettera aperta che Milena ha scritto per il proprio padre, trasformando il ricordo in versi dolci e struggenti. È il tributo di una figlia che porta nel cuore il sorriso, la forza e la dolcezza di un uomo che ha dedicato la sua vita alla famiglia, senza mai far mancare il proprio affetto. Il componimento è un viaggio tra passato e presente, un dialogo con il padre che non c’è più, ma che continua a essere una presenza viva nei cuori di chi lo ha amato. Attraverso immagini semplici ma potenti, Milena rievoca il paesino natale del padre, Pari un piccolo Borgo nel cuore della Toscana in mezzo ai boschi, un luogo che diventa simbolo delle radici, della famiglia, di un amore che resiste al tempo.
La prima parte della poesia è pervasa da ricordi d’infanzia, in cui il padre, chiamato affettuosamente “Babbo mio”, è una figura protettiva e amorevole. Lo vediamo nei gesti quotidiani, nelle piccole cose fatte per rendere felice sua figlia: i giochi sulla neve, le storie raccontate, il lavoro nei boschi. È un padre che non si risparmia, che lavora duramente per garantire il meglio alla sua famiglia, ma che non smette mai di sorridere e di prendersi cura di chi ama. Il tempo scorre, Milena cresce, ma per suo padre rimane sempre “la sua cittina”, perché l’amore di un genitore non cambia mai. Poi arriva Stefania, la nipote, la figlia di Milena e Pier Carlo, e il cuore del nonno si apre ancora di più, riempiendosi di nuova luce. La nascita di Stefania segna la continuità dell’amore familiare, un nuovo capitolo di quell’affetto che non si esaurisce mai.
Un altro momento toccante della poesia è la menzione di Pier Carlo, il genero, che viene amato come un figlio, accolto nel cuore di questo padre che ha sempre saputo riconoscere i legami autentici. L’affetto tra suocero e genero è profondo e sincero, una stima reciproca che ha reso il loro rapporto speciale. Nel finale, la poesia diventa una preghiera e un affidamento: il padre non è più fisicamente presente, ma continua a vegliare sulla sua famiglia dall’alto. Milena si rivolge a lui con parole dolci e fiduciose, sapendo che il suo amore non è finito, ma solo cambiato forma.
Tematiche principali
🔹 L’amore tra padre e figlia: un legame profondo che va oltre il tempo e lo spazio.
🔹 Il valore della famiglia: i ricordi, la protezione, la trasmissione di affetto attraverso le generazioni.
🔹 L’eredità emotiva: la presenza del padre non si spegne, ma continua a vivere nei gesti, nei ricordi, nelle persone che ha amato.
🔹 La figura del nonno: Stefania rappresenta la continuazione di un amore che si rinnova, un filo che unisce le generazioni.
Milena scrive con autenticità e delicatezza, senza artifici, ma con parole che arrivano dirette al cuore. La sua poesia ha un ritmo naturale, quasi una melodia che accompagna il lettore nel viaggio dei ricordi. Le immagini evocative – la neve, il vento, il borgo natio – creano un’atmosfera calda e malinconica, rendendo ogni verso un abbraccio pieno d’amore.
Motivi per leggere questa poesia
✔ Se hai amato profondamente un genitore e vuoi ritrovarti in parole sincere e struggenti.
✔ Se credi nella forza del ricordo come ponte tra generazioni.
✔ Se cerchi una poesia che celebri la semplicità dell’amore quotidiano, quello fatto di piccoli gesti che lasciano un segno indelebile.
✔ Se vuoi emozionarti leggendo una testimonianza autentica di amore e gratitudine.
Biografia dell’autrice
Milena ha scritto “A Babbo mio” il 28 luglio 2002, dedicandola al padre Ricciardo, un uomo che ha lasciato un segno profondo nella vita della sua famiglia. La poesia nasce dal bisogno di mantenere vivo un legame indissolubile, trasformando il dolore della perdita in una celebrazione dell’amore. Attraverso i suoi versi, Milena racconta non solo il suo rapporto con il padre, ma anche quello che ha saputo costruire con suo marito Pier Carlo e con la loro amata figlia Stefania, il dono più grande che suo padre potesse ricevere.
A Babbo mio
(di Milena, 28 luglio 2002)
Ecco Pari in cima la monte,
paesello piccolo e ridente!
È qui che nacque il figliolo di Bramante.
Si è lui Ricciardo, il babbo mio!
E ventiquattro anni dopo nacqui io.
La su cittina, lui mi chiamava,
e tanto mi coccolava!
Quanta fatica in quei boschi lontani,
a far carbone con le proprie mani.
Ma lui tornava sempre sorridente,
guardava mamma e me
e ogni fatica fuggiva dalla sua mente.
Babbo mio, ricordi i ruzzoloni sulla neve?
O mi facevi le casette con il tetto,
tutto facevi per far felice il tuo angioletto.
Rubavo il grano dai covoni,
ma lui mi puniva mai a sculaccioni.
Mi facevi dire la lezione di storia
e con te era sempre una vittoria.
Son diventata grande,
ma per te ero sempre piccina
e continuavi a chiamarmi “la tu cittina”.
Poi nacque Stefania, uno splendore,
e ti rubò immediatamente il cuore.
E poi amasti Pier Carlo come un tuo figliolo,
il tuo cittone continuavi a dire,
e lo hai amato a non finire.
Era venditore, ispettore e poi direttore,
ma per te era solo Piero,
e l’avevi sempre nel cuore.
Sei stato tanto buono, babbo caro,
hai amato il mondo intero,
e non ci sarà più nessuno
come te tanto sincero.
Babbo mio, ora non ci sei più,
ci devi vegliare di lassù!
Lo sai che cosa devi fare?
Devi proteggerci e pregare.
Ti voglio tanto bene, Milena.
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Foto da: https://it.wikipedia.org
di: LigaDue – Opera propria
Panorama of Pari, hamlet of Civitella Paganico, Maremma, Province of Grosseto, Tuscany, Italy
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