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Non ci sarà alcuna sospensione dei pagamenti per l’irrigazione, nessuno stop alle cartelle e al tributo di bonifica, nonostante l’emergenza idrica. Lo hanno detto a chiare lettere l’assessore all’Agricoltura e alle Risorse Idriche della Regione Puglia Donato Pentassuglia e il presidente Michele Emiliano nel corso del Consiglio regionale di oggi che ha affrontato il tema della crisi idrica. La sospensione significherebbe “non pagare oggi per pagare domani”, ha chiarito l’assessore al ramo. “Io alla Corte dei Conti non vado”, ha detto rispondendo alle sollecitazioni dei consiglieri.
Sulla sospensione dei pagamenti hanno insistito le opposizioni. “Gli agricoltori pagano un servizio che non ricevono”, ha rimarcato tra gli altri il consigliere della Lega Napoleone Cera.
“Non c’è nessuna preclusione, ma tornare oggi con questo tema a dire stop ai pagamenti, stop alle cartelle, stop al tributo, non pagate acqua e rinviate, come ho sentito dire, onestamente mi vede prendere le distanze”, ha detto Pentassuglia. “Portatemi gli argomenti perché io e la mia struttura possiamo cambiare orientamento”, ha suggerito l’assessore regionale a proposito della formulazione della mozione che sarà discussa nella prossima seduta. Il Consiglio è sovrano, ha detto in poche parole, purché si prospetti una strada percorribile dal punto vista normativo.
“Abbiamo ricevuto un disastro senza precedenti dalle amministrazioni che avevano sospeso le cartelle esattoriali dei Consorzi di bonifica. Vi voglio ricordare, infatti, che quando sono diventato presidente, la Regione Puglia stava per andare in fallimento, in decozione economica”, ha aggiunto a tal proposito Michele Emiliano. “Ogni volta che si tocca questo argomento della sospensione delle cartelle, non si spiega ai cittadini pugliesi che questo sistema elettorale ‒ non vedo altri motivi, questa roba serviva a prendere i voti degli agricoltori: non ti faccio pagare le cartelle e tu mi voti ‒ stava facendo fallire la Regione. Noi non possiamo togliere quel tributo, possiamo solo sostituirlo con un prestito. Naturalmente, a un certo punto, questo prestito chi ce lo doveva restituire? I Consorzi sono di proprietà delle aziende agricole, non della Regione. Questa cosa va ribadita, sennò la gente impazzisce e pensa che noi ci divertiamo a far pagare la gente senza i servizi”.
A trascinare prepotentemente in Consiglio regionale l’emergenza idrica sono stati il lucerino Antonio Tutolo, capogruppo di Per la Puglia, e la Cinquestelle foggiana Rosa Barone, che a gennaio si erano accampati nell’aula. Più di due anni fa, in tempi non sospetti, il consigliere Tutolo aveva presentato una mozione e “ha continuato a chiedere che di questo tema si occupassero complessivamente tutti gli enti, tutte le istituzioni, non solo del territorio, ma anche nazionali”, come ha osservato la presidente Loredana Capone che ha ammesso come, dopo l’occupazione della sala consiliare, lei e il governatore avessero deciso di “procedere con la massima sollecitudine”. I due consiglieri si erano presentati già con una mozione, ma al termine dei lavori, si è deciso di discutere, nella seduta dell’1 aprile, due mozioni, una relativa ai tributi dei Consorzi di bonifica e l’altra relativa all’emergenza idrica, su cui lavoreranno insieme maggioranza e opposizione, di comune accordo con l’assessore e le due commissioni competenti.
“Condotta del Liscione, Palazzo d’Ascoli e diga di Piano dei Limiti: queste opere bisogna farle assolutamente”, ha detto Tutolo nel suo intervento introduttivo. “Noi abbiamo la diga di Piano dei Limiti, della quale io sento parlare da quando ero bambino: finalmente arrivò anche il finanziamento – ha ricordato – poi però, questa opera, fondamentale per la provincia di Foggia, quando arrivò il terremoto de L’Aquila venne definanziata. Presero quei soldi e li hanno spostati. Io pure ho preso una volta i soldi dal salvadanaio di mio figlio, ma poi li ho rimessi a posto”. Ha invocato l’intervento dei parlamentari del territorio, indipendentemente dai colori politici. Ha ricordato pure come di Palazzo d’Ascoli si parlava nell’aula del Consiglio regionale nel 1984. “Hanno finanziato la progettazione della diga di Palazzo d’Ascoli con 8 milioni di euro, che mi pare ancora non vengono assegnati, ancora non arrivano, dopodiché si procederà alla progettazione e dopo la progettazione che facciamo? La riprogettiamo? Perché era già stata progettata una volta e non è stata realizzata”, ha detto in aula. “Giochiamo a fare i progetti o a dare acqua?”, è il suo interrogativo.
“L’acqua è un bene di tutti, non può essere limitato a una Regione”, ha detto la consigliera M5S Barone a proposito dell’accordo con il Molise, che “è indubbiamente fondamentale”. L’acqua “non è di nessuno – ha proseguito -, non ha padroni e ovviamente ci deve essere, però, il legittimo ristoro per chi se ne priva, in nome dell’equità”. Ha sottolineato un altro aspetto che non era ancora emerso durante il dibattito, “il costo dell’energia necessaria al funzionamento dei sistemi di irrigazione di uso potabile dell’acqua, che incide, ovviamente, sui costi di produzione e riduce già i risicati margini operativi e di guadagno. Ovviamente, i costi dell’energia sono più alti dalla Capitanata in giù, perché sappiamo bene che il numero dei pozzi è molto più alto nel sud della Puglia”.
Tutti d’accordo sul riuso delle acque reflue, in capo ai sindaci, peraltro inserito nel strategia delineata da una delibera di Giunta portata in Consiglio. Tra gli obiettivi a lungo termine, il documento prevede anche lo sbarramento del torrente Cappellotto in località Palazzo d’Ascoli, in agro di Ascoli Satriano.
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