Elezioni Groenlandia 2025, diretta risultati/ Scenari Trump e sondaggi: avanti indipendentisti anti-Danimarca

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GROENLANDIA AL VOTO PER LE ELEZIONI PIÙ (INCREDIBILMENTE) OSSERVATE DELLA STORIA

Se appena qualche mese fa qualcuno vi avesse chiesto se le Elezioni in Groenlandia accendessero qualsiasi tipo di interesse, una risposta positiva sarebbe stata interpretata probabilmente con un principio di semi-infermità: fuori dallo scherzo, il tema del voto nell’isola di ghiaccio più grande al mondo è tutt’altro che “giocoso”, ma è anzi una questione serissima che tira in ballo dalla sovranità dell’Unione Europea fino alle mire di Stati Uniti e Russia per la gran presenza di materie prime in Groenlandia.



Ebbene, oggi 11 marzo 2025 è il grande giorno delle Elezioni Parlamentari che coinvolge i circa 41mila elettori per nominare i 31 deputati e il nuovo Governo dell’isola appartenente formalmente alla Danimarca ma che da qualche mese vede gli occhi su di sé dell’amministrazione Trump. I primi risultati arriveranno in diretta probabilmente già nella serata di oggi, anche se il particolare e complesso territorio dello Stato a ridosso del Circolo Polare Artico potrebbe richiedere più tempo del previsto nonostante i numeri esigui di elettori.



Con lo scioglimento graduale dei ghiacci il territorio della Groenlandia si sta modificando e con essa anche potenzialmente le varie coste dei Paesi Scandinavi (e non solo): circa l’80% dell’isola è completamente invivibile per la presenza dei ghiacci e questo fa intuire come il voto delle Elezioni indipendenti riguarda quasi unicamente la capitale Nuuk, dove vivono quasi tutti i 57mila abitanti groenlandesi. Materie prime, rotte commerciali, petrolio ancora non sfruttato e gas: per questo motivo – e per la dichiarata volontà di impossessarsi del Paese più a nord del mondo da parte del Presidente Usa – le Elezioni Groenlandia 2025 sono le più importanti e viste dell’intera storia di questo grande territorio ma “piccola” popolazione.



I SONDAGGI E COME FUNZIONA IL SISTEMA ELETTORALE DELLA “PICCOLA” GROENLANDIA

La Camera unica dell’isola artica è composta appunto da 31 deputati, i quali vengono scelti dai 6 partiti principali che si alternano ogni 4 anni per le Elezioni in Groenlandia: il Governo uscente del Premier Mute Egede era in realtà una coalizione di Centrosinistra, con il principale partito espressione del Capo dell’esecutivo – Inuit Ataqatigiit (“Comunità del Popolo”, a sinistra) – assieme all’alleato socialdemocratico Siumut (“Avanti”).

12 seggi uscenti per Egede, 10 per l’alleato Erik Jensen: l’obiettivo del duo al Governo è di riconfermarsi alla guida del Paese, con la breve e strana campagna elettorale (giocata tutta o quasi su social e incontri al chiuso concentranti nella capitale) che li ha visti concordare sul programma di indipendenza ormai spedita dalla Danimarca, senza però aprire per ora i battenti alla possibilità di una “compravendita” americana.

I sondaggi in Groenlandia, come si può ben immaginare, sono molto radi e rappresentando un’area ristretta della popolazione: al netto di ciò, una delle poche analisi compiuta ad inizio febbraio dal sondaggio di “Verian” mostra il vantaggio di Inuit Ataqatigiit al 31% contro il 9% del partner di Governo. In grande crescita viene però dato il partito centrista Naleraq, grazie al più importante influencer della Groenlandia – Qupanuk Olsen – che si è candidato forte di mezzo milione di follower sui social network molto utilizzati nell’isola di ghiaccio.

L’INDIPENDENZA TRA DANIMARCA A STATI UNITI: IL “CAOS TRUMP” SBARCA SULL’ISOLA DI GHIACCIO

Attualmente, in attesa dei risultati in arrivo in diretta da questa sera per le Elezioni Groenlandia 2025, il Parlamento vedeva 4 seggi per Naleraq, 3 per i Democratici, 2 per l’Atassut (“Solidarietà”), in partnership con il partito danese “Venstre”. «Serve liberarsi dalle catene del colonialismo», ha detto il Premier Egede in campagna elettorale puntando ad un nazionalismo indipendente di sinistra che va per la maggiore in Groenlandia, motivo per cui gli Stati Uniti vorrebbero approfittare della situazione candidandosi ad essere partner importanti dell’Isola dopo il potenziale addio della Danimarca (ovvero, dell’Unione Europea).

Ed è così che anche le Elezioni in Groenlandia in realtà mantengono a livello profondo un forte potenziale scontro tra Washignton e Bruxelles, l’ennesimo in questi mesi di presidenza Trump votata alla propulsiva politica aggressiva su dazi, confini e guerre: l’isola più grande al mondo dal 2009 ha ottenuto di poter indire un referendum per l’indipendenza e l’impressione è che davvero, se vincesse l’attuale coalizione di Governo, si potrebbe arrivare nei prossimi mesi alla convocazione delle urne per votare sulla piena indipendenza da Danimarca e UE.

Il tema non è facile anche per i fondi per il welfare che Copenaghen invia ogni anno al Governo locale groenlandese, ma la strada dell’indipendenza resta quella preferita per i partiti favoriti nei risultati di queste Elezioni: il tutto mentre da Washington appunto le mire sulla Groenlandia non si sono esaurite, e partono da lontano con l’ultimo anno della scorsa Presidenza Trump. Si pensava alla boutade quando annunciava l’intento di “comprare” il territorio ancora in mano alla Danimarca: con la vittoria nel novembre 2024, il tycoon è tornato alla riscossa e ora punta realmente ad anticipare Russia e Cina nell’accaparrarsi i territori preziosi di materie prime sotto l’Artico in scioglimento.

All’85% dei cittadini groenlandesi l’annessione Usa non va giù anche se la possibilità di contrattare – l’arte principale di Trump – non è esclusa dal Governo Egede: non tanto per il controllo politico, quanto per la cessione di aree e/o materie prime. A tutto questo va aggiunto il tema chiave della difesa, con un monitoraggio NATO che è attivo da anni in Groenlandia e che dovrebbe verificare i movimenti presso l’Artico dei nemici dell’Alleanza, su tutti ovviamente la Russia: con l’Occidente però diviso sempre più sulle guerre in Ucraina e Medio Oriente, ecco che lo snodo della Groenlandia acquisisce peso e importanza nettamente maggiore di quanto si potesse mai immaginare.



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