Battistoni, 754mila euro in tre anni per reddito libertà donne – Notizie

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“Stanziati dal Governo per la
Regione Marche 754.377 euro per gli anni 2024, 2025 e 2026” ed
“in fase di valutazione la proposta di legge sul reddito di
libertà regionale, che si aggiungerebbe a quella nazionale”. Lo
scrive la consigliera regionale di Fratelli d’Italia Mirella
Battistoni.

   
“Purtroppo, il fenomeno della violenza contro le donne
continua a essere una realtà drammatica e crescente. – osserva
la esponente di FdI – Oltre alla violenza fisica e psicologica,
sempre più spesso si manifesta anche sotto forma di violenza
economica. Per contrastare questo fenomeno e supportare
l’autonomia abitativa, personale e formativa delle donne vittime
di violenza, dal 2020 è stato introdotto il “reddito di
libertà”.

   
“Previsto inizialmente come una misura per fronteggiare gli
effetti del Covid, dopo l’emergenza il Fondo è stato confermato
a più riprese, – ricorda – ma è con la Legge di Bilancio 2024
che il reddito di libertà è diventato strutturale con uno
stanziamento di 30 milioni di euro per gli anni dal 2024 al
2026. Fondi che sono stati poi incrementati dal governo Meloni
di un ulteriore milione per ognuno degli anni 2025 e 2026,
portandoli a 11 milioni all’anno. Inoltre, il contributo è stato
incrementato da 400 euro a 500 euro mensili”.

   
“Questo – secondo Battistoni – rappresenta un intervento
senza precedenti, se si confrontano le risorse stanziate negli
anni precedenti: 3 milioni nel 2020, 2 milioni nel 2021 e 2022,
e un incremento di 5 milioni durante il governo Draghi.

   
Con Dpcm pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 Marzo 2025 il
Governo ha definito le procedure per richiedere il sussidio
quest’anno, ripartendo le risorse tra le Regioni”.

   
“Per la Regione Marche le risorse assegnate, in base alla
popolazione femminile di età compresa tra i 18 ed i 67 anni, –
riferisce la consigliera di Fratelli d’Italia – è pari a 251.459
euro per ognuno degli anni 2024, 2025 e 2026. Il contributo
economico, pari a 500 euro al mese per 12 mesi, può essere
richiesto dalle donne vittime di violenza che si trovano in
difficoltà economica e che sono seguite da centri antiviolenza
riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali ed è cumulabile
con altri sussidi, come l’assegno di inclusione (la misura che
ha sostituito il reddito di cittadinanza)”.

   
“Dal 5 marzo 2025 al 18 aprile 2025 – spiega – possono essere
ripresentate all’Inps le domande in precedenza non finanziate
per incapienza dei fondi. Mentre a partire dal 18 aprile 2025 e
fino al 31 dicembre 2025, potranno essere presentate le nuove
domande rivolgendosi al comune di residenza”.

   
“Relativamente alla proposta di legge avanzata dai
consiglieri regionali del Pd nel maggio 2023 per introdurre un
reddito di libertà regionale, che si aggiunge a quello già
previsto a livello nazionale, – continua Battistoni – e ancora
al vaglio della Commissione Sanità, vorrei fare due
considerazioni: gli stanziamenti del Governo con l’ultima legge
di Bilancio sono notevolmente superiori rispetto a quelli degli
anni precedenti al 2023, pertanto, l’auspicio è finalmente di
poter soddisfare tutte, o almeno gran parte delle richieste che
saranno presentate;
La Circolare Inps n. 54 del 05/03/2025 afferma che le risorse
attribuite dallo Stato a ciascuna Regione possono essere
integrate con fondi regionali, trasferiti direttamente all’Inps.

   
Pertanto, la Regione Marche – osserva ancora – potrebbe
semplicemente decidere di incrementare le risorse destinate alla
misura nazionale, come già fatto in passato da altre regioni,
come l’Emilia-Romagna. In questo modo, sarebbe possibile
utilizzare la rete e le procedure già implementate dal Governo
per la presentazione delle domande (on-line attraverso il
portale Inps), per la loro valutazione e per l’erogazione degli
aiuti, piuttosto che sostenere ulteriori costi per gestire una
nuova misura regionale”.

   
“In conclusione, sono certa che la Commissione Sanità,
presieduta da Nicola Baiocchi, – conclude – valuterà la Pdl dei
consiglieri del Pd con la consueta imparzialità e anche alla
luce delle novità introdotte dal governo nazionale.

   
L’obiettivo è naturalmente di non lasciare indietro nessuno e
che ogni singola richiesta possa essere soddisfatta ed in tempi
rapidi per sostenere quantomeno l’autonomia economica delle
donne che affrontano percorsi di uscita dalla violenza”.

   

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