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“Invece di essere colonizzati dagli americani o dai cinesi, dobbiamo valorizzare il nostro potenziale”, suggerisce Alec Ross, professore e già consigliere per l’innovazione Usa durante l’amministrazione Obama. Chi c’era e cosa si è detto nella prima giornata dell’EmTech Italy
11/03/2025
“Gli americani creano, i cinesi replicano e l’Europa regola. Ma l’arbitro non vince mai. E l’Europa vuole sempre fare l’arbitro”. Queste le parole con cui Alec Ross, professore alla Bologna business school e già consigliere per l’innovazione del segretario di Stato Usa durante l’amministrazione Obama, ha aperto EmTech Italy, la due giorni organizzata da Mit technology review in collaborazione con l’Università campus bio-medico, che ha riunito esperti di innovazione, tecnologia e intelligenza artificiale per discutere il futuro delle tecnologie emergenti e il loro impatto su industria, salute e geopolitica. “L’ordine geopolitico sta cambiando”, ha poi sentenziato Ross, invitando l’Europa ad aprire gli occhi: “Da un mondo fatto di G20 stiamo passando a un mondo G0, dove ognuno pensa per sé. Se l’Europa non si attrezza con una politica industriale e tecnologica autonoma, rischia di restare marginalizzata”, ha sottolineato l’ex consigliere statunitense.
LA FUGA DALL’EUROPA
“In Europa non abbiamo imprese importanti in ambito IA”, ha poi aggiunto Ross. “Le aziende si trasferiscono dalla Lombardia e dal Veneto in Svizzera per evitare una regolamentazione che blocca lo sviluppo. Abbiamo bisogno di norme che favoriscano la crescita, non che la ostacolino”, Una visione che interseca anche la questione della competitività industriale, come ha sottolineato Ramon Palou de Comasema, presidente e managing director Italy di Merck Healthcare: “Siamo in un momento di trasformazione epocale, e l’IA accorcia i tempi di sviluppo dei farmaci, cambia la catena del valore e trasforma interi settori. Italia ed Europa non possono permettersi di restare indietro”. Del resto, lo stesso Mario Draghi, come ha ricordato Onofrio Mastandrea, regional vice president & general manager di Incyte, “ha posto l’innovazione al centro della strategia per colmare il gap che separa l’Europa da paesi come Usa e Cina”.
L’IA NEL SISTEMA SALUTE
L’innovazione legata all’intelligenza artificiale non riguarda solo il mondo digitale ma incide direttamente sulla produttività e sulla sostenibilità economica. Valentino Valentini, viceministro delle Imprese e del Made in Italy, ha sottolineato la necessità di una strategia che tenga conto delle implicazioni umane: “Viviamo un’epoca straordinaria in cui tecnologia e innovazione stanno ridefinendo i confini del possibile. Il successo dell’IA apparterrà a chi saprà adattarsi e innovare, abbattendo i silos e costruendo ponti per condividere la conoscenza”. Punto evidenziato anche da Francesco Saverio Mennini, capo dipartimento della Programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Servizio sanitario nazionale del ministero della Salute, che ha riconosciuto l’importanza dell’IA per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale: “L’intelligenza artificiale è uno strumento fondamentale per garantire un sistema sanitario sostenibile e per accelerare l’accesso alle cure. Deve essere regolata in modo da massimizzare i benefici e ridurre i rischi”.
IL RUOLO DELL’INNOVAZIONE
L’integrazione dell’IA nel settore farmaceutico è un altro ambito chiave per il futuro dell’Europa. Onofrio Mastandrea ha evidenziato come la ricerca farmaceutica si trovi di fronte a sfide di sostenibilità economica e di innovazione: “L’innovazione non avviene dal giorno alla notte: richiede tempo, tenacia e investimenti di lungo termine. Solo una molecola su 10-15mila arriva al paziente dopo un percorso di ricerca che dura dai 10 ai 15 anni, con costi superiori ai due miliardi di euro”, ha spiegato. Alec Ross ha rafforzato questo concetto allargando il discorso alla competizione globale: “La materia prima dell’era agricola era la terra, quella dell’era industriale il ferro, oggi sono i dati. Invece di essere colonizzati dagli americani o dai cinesi, dobbiamo valorizzare il nostro potenziale”, Palou de Comasema ha ribadito l’urgenza di cogliere questa opportunità: “Siamo nel mondo globale e questo non possiamo cambiarlo. Dobbiamo guidare questa trasformazione e per farlo serve un quadro regolamentare che non ostacoli lo sviluppo”. Ross ha poi sottolineato il rischio che “il tentativo dell’Europa di regolamentare l’IA con rigidità potrebbe soffocare l’innovazione. Invece di fissarsi sull’IA generativa, che richiede investimenti miliardari – ha suggerito Ross – dovrebbe puntare su applicazioni industriali dove ha eccellenze, come la manifattura, l’agricoltura e il farmaceutico”. Il successo dell’IA – ha sentenziato il viceministro – apparterrà solo a chi saprà adattarsi e a chi saprà innovare”.
TRA OPPORTUNITÀ E SFIDE
EmTech Italy ha messo in luce un punto cruciale: l’intelligenza artificiale è ormai una realtà trasversale che tocca ogni settore, dalla geopolitica alla salute, e il suo sviluppo dipenderà dalla capacità di bilanciare innovazione e regolamentazione. Se da un lato l’Europa deve evitare di restare indietro rispetto a Stati Uniti e Cina, dall’altro è necessario garantire che le tecnologie emergenti rispettino valori fondamentali e promuovano uno sviluppo equo e sostenibile. La sfida, come ha ricordato il viceministro Valentini, “non è essere spettatori compiacenti, ma esploratori curiosi del futuro”.
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