Il rito della buvette, ma senza imbucati: arriva la stretta sugli ospiti della caffetteria di Palazzo Madama

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


di
Tommaso Labate

In Senato la stretta per collaboratori e ospiti: arriva ora che gli eletti sono quasi dimezzati

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

La stranezza è che sia accaduto proprio adesso, a metà della prima legislatura col numero dei parlamentari dimezzato. La ressa, il servizio più lento e i tempi di attesa più lunghi, denunciati dai senatori e mai stati un problema per quasi ottant’anni di Repubblica, quando il numero degli eletti era il doppio, hanno spinto i questori di Palazzo Madama a ridurre gli accessi alla buvette, la caffetteria che affaccia sul Transatlantico. Addio agli imbucati di ogni ordine e grado, via i collaboratori dei gruppi, diminuito il numero degli ospiti che senatrici e senatori possono portare con sé a bere il caffè più celebrato della storia patria.

Da «per molti ma non per tutti», come recitava lo spot di uno chardonnay nostrano, a «per pochi e selezionatissimi», con gli assistenti del Senato schierati a verificare il titolo d’ingresso di chiunque si affacci. E dire che la buvette di Palazzo Madama, rispetto a quella di Montecitorio, aveva resistito più a lungo all’ondata di nuove regole; tanto per dirne una lo scontrino, che da un certo punto in poi alla Camera andava fatto «prima di consumare», al Senato era rimasto più a lungo in coda, alimentando leggende sui parlamentari più restii a presentarsi alla cassa dopo aver consumato.




















































Per quanto conosciute col medesimo nome, «buvette» appunto, le caffetterie di Camera e Senato sono sempre state diverse. La prima più vicina al modello caffè della stazione di metà Novecento, la seconda più simile al foyer di un gran teatro, con lo scricchiolio del parquet a terra a dare sacralità ai passi perduti degli onorevoli. Quasi mai è stato un ritrovo di leader, anzi: l’ultima volta che vi ha messo piede Silvio Berlusconi e durante il primo, storico, passaggio di Beppe Grillo, gli ingressi erano stati sbarrati, coi giornalisti lasciati fuori.

Tra i vertici della Repubblica, ad amare la buvette era soprattutto Giulio Andreotti, immortalato per la prima volta al bancone della caffetteria di Montecitorio nel 1948, intento a brindare con Alcide De Gasperi e Antonio Segni all’elezione di Gronchi alla presidenza della Camera; sorseggiando un caffè alla buvette, anni dopo, il «Divo» avrebbe spiegato a quattro giornalisti presenti la politica «dei due forni», che da quel giorno diventò un modo di dire. Bettino Craxi la frequentava prima di diventare leader del Psi, Umberto Bossi dopo la fine dell’epopea alla guida della Lega, con l’odore di sigaro semi acceso a segnalarne la presenza; i grillini, dopo averla demonizzata come «simbolo della casta», presero a mangiare panini alla buvette come male minore rispetto ai «privilegi», dissero, del più blasonato ristorante.

Andavano a prendere un caffè alla buvette appena aperta Calogero Mannino e Giuseppe Fornasari, i deputati più mattinieri della Dc che aspettavano Francesco Cossiga per raccoglierne gli sfoghi. Nel 2013, dopo una notte in cui in parecchi avevano alzato il gomito dando in escandescenze in Aula, il deputato della Sinistra Daniele Farina avanzò l’idea di vietare la vendita di alcolici dopo una certa ora, come all’Autogrill; tre anni prima, all’apice dello scontro tra Fini e Berlusconi, i pretoriani di Verdini iniziarono a presidiare la caffetteria per monitorare le mosse di Scilipoti e degli altri «responsabili».

Sul recordman assoluto di presenze, quantomeno alla Camera, non c’è dibattito: la leggendaria sciarpa rossa di Pasqualino Laurito, decano dei giornalisti parlamentari, si aggira tra quei banconi dalla prima legislatura. Senza interruzioni, nemmeno quando Laurito nel 1960 venne chiamato a interpretare un avvocato del Vaticano nel film Il bell’Antonio, con Marcello Mastroianni.


Vai a tutte le notizie di Roma

Conto e carta

difficile da pignorare

 

23 gennaio 2025

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link