Pensioni in anticipo, ma arrivati a 67 anni tutto migliora, ecco quando e perché

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Ci sono tanti pensionati che sono riusciti ad andare in pensione con discreto anticipo rispetto all’età pensionabile ordinaria e che oggi hanno dinanzi a loro un dubbio che va risolto al più presto. Tutti coloro che sono nati nel 1958 è che compiono 67 anni di età nel 2025, possono andare in pensione con la quiescenza di vecchiaia. In molti casi però, molti nati nel 1958 in pensione ci sono già andati con una delle tante misure di pensionamento anticipato presenti nel nostro sistema è che anno dopo anno si rinnovano e modificano. In alcuni casi il fatto che arrivino a 67 anni di età coloro che hanno già una pensione a loro nome, non produce alcuna novità.

Invece in altri casi al raggiungimento dei 67 anni di età questi pensionati si trovano di fronte ad un radicale cambio. La loro pensione cambierà perché chi è già andato in quiescenza con alcune misure di pensionamento anticipato, a 67 anni di età può ottenere delle prestazioni maggiori e migliori.

Pensioni in anticipo, ma arrivati a 67 anni tutto migliora, ecco quando e perché

Partiamo sicuramente da una delle prestazioni che più favorisce i pensionati in termini di età pensionabile per l’uscita. Parliamo dell’Ape sociale. La misura è di quelle che molti contribuenti hanno sfruttato per poter anticipare la pensione prima a 63 anni e poi a 63 anni e 5 mesi. Si tratta di una misura più assistenziale che previdenziale nonostante preveda il raggiungimento di 30 o 36 anni di contributi versati a seconda della categoria di appartenenza.

Ma oggi non parliamo dell’Ape sociale dal punto di vista dei suoi requisiti bensì di cosa accade a per l’ha già percepita per anni ma è nato nel 1958.

Come tutti sanno l’Ape sociale è piena di vincoli e limitazioni. Per esempio non prevede tredicesima, non prevede maggiorazione e integrazione al trattamento minimo, adeguamento al tasso di inflazione, reversibilità. Inoltre la prestazione non può arrivare a superare i 1.500 euro al mese e chi la prende perché ci è andato nel 2024 per la prima volta, non può svolgere alcuna attività lavorativa ad eccezione del lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo.

Detto ciò, la misura a 67 anni decade. Infatti l’Ape sociale non si può prendere oltre i 67 anni di età. Chi ha percepito questa prestazione e arriva a 67 anni deve presentare domanda di pensione di vecchiaia. In quel caso tutti i vincoli prima citati spariscono perché non sono previsti per la pensione di vecchiaia.

La quota 103 e cosa accade a 67 anni per i nati nel 1958

Un discorso simile si può fare per chi è andato in pensione con la quota 103 anche se in questo caso si tratta di una misura che non decade ma continua per tutto il resto della vita del diretto interessato. La quota 103 è la pensione anticipata che è entrata in vigore nel 2023 è che ancora oggi è attiva. In questo caso il vincolo imposto alla misura è quello del ricalcolo contributivo della prestazione. Un vincolo che anche a 67 anni di età non sparisce.

Questo significa che il taglio di pensione che subiscono coloro i quali vengono penalizzati da ricalcolo contributivo della prestazione resta per sempre. Ma ci sono altri vincoli della quota 103 che al contrario spariscono.

Infatti la pensione con quota 103 nel 2023 non poteva superare cinque volte il trattamento minimo. Invece nel 2024 e nel 2025 la prestazione non può arrivare ad essere più alta di quattro volte il trattamento minimo. Inoltre come l’Ape sociale anche la quota 103 non dà possibilità alcuna di lavorare. Vige il solito divieto di cumulo con l’unica eccezione anche in questo caso per il lavoro autonomo a carattere occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo.
Divieto di cumulo e limitazione all’importo massimo della pensione sono cose che per chi è andato in pensione in passato con quota 103 una volta raggiunti i 67 anni di età spariscono. Ecco perché a 67 anni di età la situazione per molti pensionati migliora

A 67 anni sterilizzare i contributi dannosi diventa possibile

Quando si parla di pensione che una volta arrivati a 67 anni di età migliora, non si può non parlare di un’altra grande novità del momento. Parliamo di ciò che esce fuori da recenti sentenze dei giudici. Ci sono pensioni anticipate e pensioni di vecchiaia. Chi è uscito con le pensioni anticipate utilizzando tutta la contribuzione, può arrivare a 67 anni, a neutralizzare la contribuzione dannosa per il calcolo della pensione. Finendo con il prendere un trattamento migliore.

I contributi dannosi negli ultimi 5 anni di carriera (il limite della sterilizzazione è questo), sono quelli da cassa integrazione, disoccupazione, riduzione attività lavorativa, part time e così via dicendo. Contributi che magari erano necessari per arrivare ai 42 anni e 10 mesi di contributi per le pensioni anticipate ordinarie. Ma che adesso diventano sterilizzabili perché non servono a 67 anni quando la normativa prevede che bastino 20 anni di versamenti.



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