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Zero dipendenti, ma tanti consulenti. Ognuno secondo le proprie competenze? Leggere per credere: la direzione affidata al manager della società che si occupa di risorse idriche e rifiuti (casualmente è anche il capo di gabinetto del governatore), l’ufficio stampa a una dietista, i social media a uno skipper. Tutti professionisti, se poi sono vicini al centrodestra il gioco è fatto: si chiama “Calabria Film Commission”. A distribuire le carte, anzi gli incarichi, assieme ai soldi pubblici è la Regione Calabria, socio unico della Fondazione istituita nel 2005 per “la promozione del territorio regionale, la sua valorizzazione quale location per le produzioni cinematografiche e audiovisive nazionali e internazionali e lo sviluppo del comparto industriale dell’audiovisivo locale”. Se queste erano le nobili intenzioni, che campeggiano ancora sul sito istituzionale di Calabria Film Commission, la pagina web dedicata alle consulenze trasuda politica da tutti i pori. A partire dalla scelta di non avere alcun lavoratore assunto. “La Fondazione Calabria Film Commission – c’è scritto, infatti, sul portale – al momento si avvale di professionalità esterne, nelle vesti di consulenti e collaboratori, e non è dotata di alcuna unità di personale né a tempo determinato né indeterminato”. In attesa di capire cosa significa la voce “personale dipendente”, per la quale nei bilanci di previsione del 2023 e del 2024 la Fondazione (senza dipendenti, ndr) ha previsto una spesa di 110mila euro, l’elenco dei consulenti sembra meritarsi il termine di “squadrone” affibbiatogli, in senso ironico, da LacNews24, il giornale online che ha spulciato i curricula delle “professionalità esterne” di Calabria Film Commission.
Direttore, capo di gabinetto e manager – Prima dei collaboratori, però, una nota di merito spetta al direttore della fondazione, Luciano Vigna. A meno che non abbia due gemelli con lo stesso nome, il supermanager si è guadagnato il titolo di “uno e trino”. Oltre al ruolo in Calabria Film Commission, per il quale percepisce 129mila euro l’anno, infatti, Vigna è capo di gabinetto del governatore Roberto Occhiuto. In sostanza, gli atti di “Vigna direttore della fondazione” arriveranno nell’ufficio di “Vigna capo di gabinetto” che, alcuni giorni della settimana, non avrà proprio il tempo di visionarli perché impegnato come “Vigna commissario dell’Arrical”, la società che governa il servizio idrico e i rifiuti dell’ente regionale. L’unica consolazione per il supermanager è che non dovrà spostarsi molto per svolgere i suoi incarichi: la Regione, Calabria Film Commission e l’Arrical, infatti, hanno tutti sede nella stessa Cittadella di Germaneto.
Consulenti e collaboratori, che cinema! – Diverso il discorso per i consulenti. C’è chi viene pagato con un fisso, che va dai 7500 fino ai 36mila euro, e chi si “accontenta” di un gettone da 250 a 350 euro al giorno per un numero di giornate variabili da 36 (per l’attività di social media editor e fotografo) a 240 (per il project manager). Ma non è tanto il compenso a far drizzare le orecchie ai consiglieri regionali di opposizione che, in una nota, descrivono la Fondazione Calabria Film Commission come un “mero strumento di spartizione politica”. Basta una lettura veloce dei curricula per sospettare, quantomeno, che in alcuni casi la vicinanza ai partiti di centrodestra potrebbe essere stato un titolo privilegiato per vedersi assegnare un incarico. Non si spiega altrimenti se, come consulente esperta per la “redazione ufficio stampa”, non è stata reclutata una giornalista iscritta all’Ordine, ma la dietista Giulia Claudia Grande con un compenso di 14mila e 400 euro all’anno. Dal curriculum, infatti, emerge che non ha esperienze legate al mondo della comunicazione. Piuttosto, tra le sue “capacità e competenze organizzative” vanta la “gestione autonoma di pazienti con le più svariate problematiche: insufficienza renale acuta e cronica; diabete; dislipidemia; sindrome metabolica; intolleranze alimentari; nutrizione artificiale enterale e parenterale; gestosi; morbo di chron” e finanche “la rettocolite ulcerosa”.
Uno skipper nel mare tempestoso dei social manager – Ma se all’ufficio stampa non mancheranno i consigli sull’alimentazione corretta, in quello del fotografo e social media editor Gabriele Polimeni si potranno ascoltare storie degne del film “Ventimila leghe sotto i mari”, tratto dall’omonimo romanzo di Jules Verne. Il suo contratto, dal luglio 2024 al dicembre 2025, prevede un numero massimo di 36 giornate lavorative pagate ognuna 350 euro per un totale potenziale di 12mila e 600 euro. Più che quello di un fotografo o di un esperto di social media, il curriculum di Polimeni è di uno skipper, dotato però anche di patentino che dal 2021 gli consente di pilotare i droni. Nel documento, inoltre, si legge che è pure “ambasciatore dei borghi più belli d’Italia”. Per il resto, l’unica certezza è che saprà navigare in acque tempestose purché siano entro le 12 miglia dalla riva come prevede la sua licenza rilasciata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Polimeni si è diplomato all’istituto professionale Nautico ed è un allievo ufficiale di macchina. Il suo profilo di skipper non è messo in discussione e si trova alla voce “educazione e formazione” del curriculum: “Il percorso educativo dei suoi studi, combinato con le sue attitudini personali – si legge – lo rendono in grado di operare nel settore marittimo, sia come tecnico di coperta che di macchinari”.
Direttamente dall’Isola dei famosi – Dal 31 dicembre è scaduto il contratto al consulente che cura le “Pubbliche relazioni”: in passato, ha partecipato addirittura al reality “L’isola dei famosi” e per lui la Fondazione ha previsto un numero massimo di 120 giornate lavorative a 240 euro per un totale potenziale di 28mila e 800 euro. Un compenso inferiore sarebbe stato offensivo per chi ha origini nobili come Fulco Augusto Ruffo di Calabria. Si tratta di un principe che, nella sua vita, ha fatto di tutto: a metà degli anni 70, infatti, ha lavorato nell’ufficio vendite di Fiat Belgio, poi a Johannesburg, in Sudafrica, si è occupato del trading di ferro cromo dal 1976 al 1980 per passare infine “alle public relations per eventi d’arte e di moda”, curando pure la “comunicazione per tv e stampa”. Ha ideato, infine, mostre d’arte a Lecce e la mostra “Cani in posa” a Torino per non parlare della creazione di brand enogastronomici e di cosmesi.
Amichettismo di destra – Se fin qui il rapporto con la politica dei consulenti si può sospettare solo per assenza di esperienze pregresse affini all’incarico ricevuto, per altri il legame con la maggioranza è più palese. E, in alcuni casi, va dritto dalle parti di Roberto Occhiuto, il presidente della Regione, l’ente pubblico socio unico di Calabria Film Commission. Come per Pietro Magaraci, un giovane professionista che nel 2017 è stato assistente politico all’ambasciata americana di Roma e nel 2018 assistente economico-commerciale all’ambasciata italiana in Cina. A lui, Calabria Film Commission ha affidato, per 8055 euro l’anno, una “Consulenza su comunicazione e relazioni esterne”. Altri 8mila euro, Magaraci li prende dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in qualità di consigliere per la comunicazione digitale del sottosegretario per i rapporti con il Parlamento Matilde Siracusano, compagna dello stesso governatore Occhiuto. Nel suo curriculum, Magaraci scrive anche che, a partire dal 2021, ha gestito i social media e i copywriting per gli account del “Gruppo parlamentare” e “di un gruppo di deputati”. Quale gruppo e quali deputati non è dato saperlo, ma di certo è stato social media manager della campagna elettorale del parlamentare Alessandro Cattaneo, ex vicecoordinatore di Forza Italia prima di Occhiuto.
Cari avvocati – Col compenso potenziale più alto, 60mila euro all’anno, il project manager della Fondazione è Giampaolo Calabrese, organizzatore di eventi ma anche ex dirigente del Comune di Cosenza, ai tempi del sindaco Mario Occhiuto oggi senatore di Forza Italia e fratello del governatore. Se non bastasse, Calabrese vanta anche il ruolo di ex capostruttura e responsabile amministrativo dell’ufficio dell’ex presidente della giunta regionale Jole Santelli. Se la comunicazione e la programmazione sono fondamentali al giorno d’oggi, non è da meno l’assistenza legale di una Fondazione dove gravitano quasi 20 milioni di euro all’anno. Per questo servono più avvocati. Una è Daniela Astorino che, nel dicembre 2022, si è dimessa da vicesindaco di San Giovanni in Fiore per dedicarsi al ruolo di segretario cittadino di Fratelli d’Italia e per portare avanti i suoi “impegni professionali e di lavoro, che richiedono – aveva detto – grande responsabilità e senso del dovere”. Il mese dopo ha firmato il contratto con Calabria Film Commission: 250 euro al giorno per un massimo di 120 giornate lavorative che, nel 2024, gli avrebbero potuto fruttare, potenzialmente, fino 30mila euro. Meno di quelli che potrebbero essere stati dati all’avvocato Franceschina Bufano, consigliere comunale di San Marco Argentano, già responsabile nella zona sud della provincia di Cosenza della Lega, lo stesso partito dell’ex presidente della giunta regionale Nino Spirlì che l’aveva nominata suo capo di gabinetto. Per prestare la sua assistenza legale a Calabria Film Commission, l’avvocato Bufano potrebbe avere incassato potenzialmente 47250 euro. Non male per soli 189 giorni di lavoro in un anno e mezzo di contratto.
La Fondazione: “Tutto regolare” – Interpellati dal fattoquotidiano.it, i vertici della Fondazione rivendicano che il loro “management è composto da consulenti qualificati e con esperienza ultradecennale nell’industria culturale ed amministrativa”. In sostanza, confermano che l’esperto di social media è un giovane skipper (ma è “tra i migliori dronisti in Italia – scrivono – e ci pregiamo di aver individuato un ragazzo così bravo”). La difesa riguarda anche la professionista “definita semplicemente dietista”: “Si tratta di una studiosa – si legge nella nota – in possesso di certificazioni linguistiche, traduttrice di testi in lingua inglese che ci supporta nei progetti sulla promozione estera”. Cosa c’entra questo con la “redazione ufficio stampa” non è dato sapere ma dalla Fondazione assicurano che “ogni selezione, a differenza di quanto avveniva in passato, è frutto di percorsi amministrativi ad evidenza pubblica, unico strumento perseguibile stante il fatto che la fondazione impiega risorse europee sottoposta a rigidi controlli da parte delle autorità vigilanti. In merito a quanto rilevato sulla trasparenza, invece, la fondazione ha pubblicato nel proprio sito web tutti gli elementi previsti dalla normativa vigente, tra cui l’elenco dei consulenti, l’elenco di tutti i contributi versati e il link di collegamento alla banca nazionale dei contratti pubblici, grazie al quale è possibile visionare tutte le procedure di affidamento di beni e servizi”.
Opposizioni sul piede di guerra – Scoppiato lo scandalo “consulenti”, i consiglieri regionali Davide Tavernise (M5S), Mimmo Bevacqua (Pd) e Antonio Lo Schiavo (gruppo misto) hanno espresso “forte preoccupazione per la gestione della Calabria Film Commission”, definendo la fondazione “un mero strumento di spartizione politica”. Secondo i capigruppo di opposizione, infatti, si tratterebbe di “un sistema che premia la fedeltà politica a scapito delle competenze e della meritocrazia”. “La Calabria – si legge in una nota – ha bisogno di una politica culturale che premi le competenze e che guardi al futuro, non di un sistema che premia la fedeltà partitica e che tratta le risorse pubbliche come un bottino da spartire”. La sensazione è che la Fondazione, nata per promuovere il cinema calabrese, in realtà sia diventata una sorta di bancomat per accontentare amici e simpatizzanti politici. Una struttura senza personale. Almeno fino a quando non si concluderà la procedura selettiva per l’assunzione, a tempo determinato, di tre futuri dipendenti. Sul sito la procedura è ferma alla convocazione dei cinque candidati che hanno superato la prima fase del concorso pubblico e che dovevano presentarsi il 15 gennaio negli uffici di Calabria Film Commission. Come sia finita è un mistero. Di sicuro, nella Commissione esaminatrice c’erano pure la consulente “dietista” Giulia Claudia Grande e l’avvocato Franceschina Bufano, consigliere comunale della Lega a San Marco Argentano.
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