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Oggi, 10 marzo 2025, è iniziato l’abbattimento della Vela Gialla qui a Scampia. Le gigantesche macchine che staccano il cemento come fosse plastilina hanno aggredito il palazzo a partire dal lato che affaccia su via Labriola sotto gli occhi del sindaco Manfredi e del vicesindaco Lieto ma, soprattutto sotto lo sguardo malinconico degli ex abitanti di quel palazzo malconcio e malridotto che sono venuti, in massa, ad assistere alla demolizione.gli interventi sono partiti questa mattina poco dopo l’alba quando i grossi macchinari che dovranno mangiare la vela gialla sono stati trasportati all’interno del cantiere.
Le lacrime
Ci perdoneranno i lettori se dribbliamo di primo acchito le parole ufficiali delle autorità, parole importanti perché segnano la definitiva cesura fra la Scampia del racconto, quella malfamata, e la Scampia del futuro che sarà invece vivibile, ariosa, piena di spazi e di attività. Il fatto è che di questa giornata storica, fatta di macchine che mangiano il cemento e operai che preparano il futuro, quel che resta negli occhi, e nel cuore, sono i volti rigati di lacrime del popolo della Vela Gialla.
La giornata può essere raccontata solo attraverso la voce singhiozzante di una ragazzina la quale spiega come tra quelle pareti, che ora vengono demolite, ha festeggiato compleanni e vigilie di Natale, ha vissuto giorni sotto le coperte con l’influenza o davanti alla tv a fare il tifo per il Napoli: «E poi dentro la Vela ho conosciuto anche il mio ragazzo, proprio lì, vedi quel ballatoio? Come posso trattenere le lacrime?».
Scampia, Vela Gialla giù poi uffici, musei e negozi: «Ecco la vera rinascita»
Il futuro
Poi ci sono gli adulti che trattengono le lacrime perché «bisognava dare una svolta e solo in questa maniera poteva arrivare». Ci sono i rappresentati del comitato Vele con il loro simbolo, uno dei palazzoni disegnato su un lenzuolo e aggrappato a un supporto di legno, per i quali questa è la definitiva svolta verso il bello.
Omero Benfenati si fa scuro in volto quando, pensando alla nuova Scampia, gli si dice “ora bisogna condurre la vera battaglia”, e risponde severo: «La nostra battaglia è stata vera fin dal primo momento, non lo diventa adesso. Ora viene il momento di contribuire a creare il futuro e lo faremo con la stessa tenacia che ci ha portati a questo risultato. Saremo felici solo quando la gente delle Vele avrà di nuovo una casa in questo posto, una casa vivibile in un quartiere che rinasce».
I lavori
Per demolire completamente la Vela Gialla occorreranno un paio di mesi, poi si inizierà ad aggredire la Rossa che sta alle spalle. Sui resti di quei palazzi inizieranno subito i lavori per la costruzione delle nuove case, proprio come quelle che già sono in fase di realizzazione nello spazio dove, fino al 2020, c’era la Vela Verde. Resterà in piedi solo la Vela Celeste che sarà completamente ristrutturata e sarà destinata ad ospitare uffici, centri di condivisione di studio e lavoro, aree destinate alla socializzazione e alla costituzione di nuove imprese del territorio.
I tempi saranno strettissimi, nel giro di un paio di anni dovrebbero essere visibili i primi risultati del progetto Restart Scampia, quello destinato a cambiare il volto di quella zona.
Nel frattempo i “veliani” continueranno a guardare le loro case mentre vengono demolite e poi ricostruite. Continueranno a nascondere le lacrime della malinconia dietro i sorrisi per la rinascita, insisteranno a spiegare che la gente perbene sta vincendo e che il nome di Scampia non sarà mai più avvolto dalla coltre scura del degrado e del malaffare.
Le parole del sindaco Manfredi
Presente anche il sindaco della città metropolitana di Napoli Gaetano Manfredi: «Oggi è un giorno importante per la città, una città che ha preso un impegno e lo sta mantenendo, è un valore importante perché si inizia ad abbattere una delle due vele. In parallelo ci sono i cantieri che sono partiti per la costruzione di edifici, è una città che prende degli impegni e dà delle risposte e lo fa nei tempi giusti. Credo che sia un momento molto importante per Napoli, ce la stiamo mettendo tutta per rispondere ai bisogni delle persone e un problema che è qui da decenni. Quando sono venuto qui ho trovato delle situazioni abitative che non sono di un paese civile, noi stiamo provando a difenderci per dare pari dignità a tutti.
Nel 2022 ci fu una tragedia che colpì 3 persone e causò feriti, era una tragedia che si poteva evitare? «Credo che tutte le tragedie lasciano un grande dolore, il mio e il nostro impegno è quello di onorare le vittime con una risposta concreta, si erano fatte nel tempo promesse mai realizzate, il mio pensiero va a loro io ero stato qui quella notte ed è una cosa che non dimenticherò mai. Questo è un percorso che noi abbiamo avviato per avvicinarci a Napoli, questo è un quartiere normale per questo abbiamo aperto l’università, ci sono tante persone che vogliono una vita giusta e i loro diritti, la periferia può rappresentare un’opportunità e non solo un problema.
Rispetto al passato, noi abbiamo voluto far andare in parallelo l’abbattimento con la creazione delle nuove case, non basta abbattere ma anche ricostruire, abbattere non è semplice ma costruire ancora più difficile. Tra qualche anno vorrei che si dicesse che Scampia è una realtà che ha saputo guardare al futuro, vincere gli stereotipi come Napoli, Napoli è una città fatta di energie anche nelle periferie e lo sta dimostrando nei fatti».
La Scampia del futuro
Accanto alla demolizione della Vela Gialla, la Scampia del futuro sta già nascendo. L’area del Lotto A rinascerà nel giro di due anni. Al posto del grande edificio sorgeranno 145 alloggi nuovi di zecca: 97 suddivisi nei tre edifici del Lotto A, 48 nel lotto L, asili nido, un Civic Center, spazi comunitari e un intero ecosistema urbano sostenibile. L’ecoquartiere immerso nel verde sarà realizzato secondo standard di massima efficienza energetica (nZEB – edifici a energia quasi zero) e prevede l’impiego di 100 unità lavorative, 25 ditte specializzate subappaltatrici e 50 professionisti del Piloda Building tra ingegneri e progettisti.
«Si tratta di un intervento da oltre 50 milioni di euro – spiega Ignazio Di Palo, Cfo Piloda Group – come valore della commessa, che contiamo di riuscire a fatturare per l’80% quest’anno. Abbiamo dedicato al cantiere molte risorse e acquistato oltre 2 milioni di attrezzature per procedere con la massima celerità e rispettare i tempi”. Mentre l’ingegnere Emanuele Di Palo, Ceo Operazione srl Piloda Building, interviene sullo sforzo progettuale e realizzativo: “Siamo impegnati in 5 PUI in Italia, oltre a Scampia, anche Roma, Genova, Bologna e Messina. Oggi a Napoli il getto della fondazione di uno dei tre blocchi sul Lotto A per costruire 97 nuovi alloggi».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 10 Marzo 2025, 15:52
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