Presidenziali in Romania, Georgescu fa ricorso alla Corte Costituzionale dopo l’esclusione

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito


Il candidato filorusso fermato ancora: scontri e tensione politica a Bucarest. Il voto del 4 maggio diventa un nodo cruciale per l’UE

GeorgescuLa politica europea è scossa dalla nuova esclusione di Calin Georgescu, candidato sovranista e filorusso, dalla corsa alle presidenziali in Romania. Dopo la decisione dell’Ufficio Elettorale Centrale, che ha bloccato la sua candidatura per le elezioni del 4 maggio, Georgescu ha annunciato che presenterà ricorso alla Corte Costituzionale. La situazione ha innescato violenti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine nella capitale Bucarest. Secondo i sondaggi, Georgescu era accreditato di un consenso vicino al 40%, con concrete possibilità di vittoria.

Un voto cruciale per gli equilibri europei

Le presidenziali romene sono di grande rilevanza per l’Europa, poiché il presidente della Romania detiene poteri significativi anche in materia di politica estera. Un’eventuale vittoria di Georgescu, noto per le sue posizioni filorusse e anti-NATO, potrebbe spostare gli equilibri strategici della regione, avvicinando Bucarest a governi già favorevoli a Mosca, come l’Ungheria di Viktor Orbán e la Slovacchia di Robert Fico. La Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sulla questione entro mercoledì sera.

Il precedente di dicembre: elezioni annullate

Non è la prima volta che Georgescu viene escluso dalla competizione elettorale. A dicembre, la Corte Costituzionale aveva annullato le presidenziali pochi giorni prima del ballottaggio, dopo che il candidato filorusso aveva sorprendentemente vinto il primo turno con il 23%. Un risultato inaspettato, considerando che i sondaggi pre-elettorali lo davano al 5% e che era praticamente sconosciuto fino a quel momento.

L’annullamento era stato motivato da presunte irregolarità nel finanziamento della sua campagna elettorale. Georgescu, infatti, non aveva dichiarato alcuna spesa ufficiale, ma aveva beneficiato di una massiccia e misteriosa campagna su TikTok, che secondo le autorità giudiziarie sarebbe stata orchestrata dalla Russia. In quella circostanza, la polizia aveva arrestato anche Horatiu Potra, capo della scorta del candidato, per i suoi presunti legami con il Gruppo Wagner. Potra si troverebbe ora nascosto all’estero.

Tensioni e arresti: la Romania nel caos La situazione politica nel Paese è sempre più tesa. Lo scorso 26 febbraio, Georgescu è stato fermato e interrogato dalla polizia prima di essere rilasciato. Nel corso di perquisizioni nelle abitazioni di persone a lui vicine, le autorità hanno rinvenuto ingenti somme di denaro e armi nascoste. Inoltre, il 6 marzo sei individui sono stati arrestati con l’accusa di aver pianificato un colpo di Stato con il sostegno della Russia.

Le reazioni: accuse di abuso e colpo di Stato

Georgescu ha duramente attaccato la decisione delle autorità romene, parlando di “tirannia” in Romania e di “dittatura” in Europa. Ha invitato i suoi sostenitori a mantenere la calma fino al 4 maggio, seguendo le indicazioni dei due principali partiti di estrema destra, Pot e Aur: “Restiamo uniti. Andiamo avanti insieme fino in fondo per gli stessi valori: pace, democrazia, libertà”, ha scritto sui social, definendo la sua esclusione “un colpo diretto al cuore della democrazia”.

Anche George Simion, leader di Aur e alleato di Giorgia Meloni a Strasburgo nel gruppo di Fratelli d’Italia, ha parlato di “grave abuso e attacco ai diritti fondamentali”, descrivendo la situazione come “un nuovo episodio di un colpo di Stato”.

Le reazioni internazionali e la posizione della UE

L’annullamento delle elezioni di dicembre era stato duramente criticato dall’estrema destra internazionale. Tra le voci più influenti, quella del miliardario Elon Musk e del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance, che aveva sollevato il caso alla Conferenza di Monaco per attaccare l’Unione Europea.

Se da Bruxelles la Commissione Europea ha preferito non commentare, sottolineando che le elezioni sono una competenza nazionale, alcune figure politiche liberali hanno espresso preoccupazione per la decisione dell’Ufficio Elettorale. Tra queste, l’ex premier italiano Matteo Renzi ha definito la vicenda “uno scandalo totale”: “Impedire a un candidato di competere alle elezioni perché filorusso è inaccettabile. Se un candidato ha idee non condivisibili, non puoi buttarlo fuori. Perché se lo fai, smetti tu di essere democratico. Tu, non il filorusso. È chiaro? La democrazia si difende nelle urne, non dalle urne”, ha scritto Renzi.

Verso una svolta decisiva

L’esito del ricorso alla Corte Costituzionale sarà decisivo per il futuro politico della Romania e per i suoi rapporti con l’Unione Europea. La tensione rimane alta, mentre l’Europa osserva con attenzione lo sviluppo di una vicenda che potrebbe influenzare profondamente gli equilibri geopolitici della regione.

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link