La fame divora il futuro

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Gli ultimi dati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) mostrano che circa 733 milioni di persone soffrivano la fame nel 2023 e 2,8 miliardi, cioè una persona su tre nel mondo, non potevano permettersi un’alimentazione sana. Nonostante l’obiettivo delle Nazioni Unite di porre fine alla fame entro il 2030, il numero di persone sottonutrite è in aumento. Questa realtà è sconcertante, tanto più se ci rendiamo conto che la fame e la malnutrizione non sono semplicemente frutto del destino, ma il risultato di un sistema alimentare ingiusto.

 

Ingiustizia causata dall’essere umano
La fame è più di una semplice mancanza di calorie. È una profonda ingiustizia strutturale che distrugge le prospettive future di intere generazioni. Un sistema di approvvigionamento alimentare equo consentirebbe a tutte e tutti di avere un’alimentazione equilibrata e sana. Questo perché la produzione globale di 9700 calorie al giorno per persona è in netto contrasto con il fabbisogno medio giornaliero di 2300 calorie. Anche se si escludono i mangimi per animali, gli agrocarburanti, gli scarti alimentari e le perdite di raccolto, ci sono ancora più di 2900 calorie al giorno per persona. Il fatto che le persone soffrano la fame nonostante questa sovrapproduzione è una grande ingiustizia.

La fame è quindi anche una conseguenza della concentrazione del potere in singole grandi aziende guidate dall’avidità. Il cibo viene prodotto dove è più economico e venduto dove il potere d’acquisto è più alto. Di conseguenza, le popolazioni del Sud globale coltivano prodotti per l’esportazione che non possono permettersi. Questo porta a una dieta squilibrata e alla mancanza di vitamine e minerali, con conseguenze particolarmente drammatiche per i bambini. La malnutrizione danneggia in modo permanente il loro sviluppo fisico e mentale, compromette la loro capacità di concentrazione e le loro prestazioni di apprendimento, impedendo loro di ricevere una buona istruzione e una formazione professionale. La fame divora il loro futuro e la spirale della povertà continua.

 

Aiutare le persone a vivere con dignità
Con il motto “La fame divora il futuro”, Azione Quaresimale, HEKS ed Essere solidali sottolineano l’urgenza di questa crisi. Tuttavia, grazie all’impegno e alla cooperazione, il cambiamento è possibile. In Senegal, ad esempio, le donne producono pappe per neonati, migliorando così la salute e le prospettive future dei bambini. In Cambogia, invece, i contadini stanno ottenendo raccolti più abbondanti grazie a metodi agricoli agroecologici e a sistemi di irrigazione innovativi. Anche in Svizzera possiamo essere parte della soluzione. Il calendario online offre storie e consigli stimolanti per un approccio più consapevole all’alimentazione. Attività, conferenze e workshop invitano le persone a mettere in discussione le proprie abitudini alimentari e a scoprire soluzioni. Le serate cinematografiche moderate rendono visibile il problema e mostrano come si può combattere la fame.

 

La Campagna ecumenica in breve
Azione Quaresimale (già Sacrificio Quaresimale) e HEKS/EPER (già Pane per tutti) organizzano dal 1969 ogni anno una campagna ecumenica durante il periodo quaresimale che precede la Pasqua. Dal 1994 vi partecipa anche Essere solidali, l’organizzazione di cooperazione internazionale della Chiesa cattolica cristiana della Svizzera. La Campagna ecumenica mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle ingiustizie che portano oltre 800 milioni di persone nel mondo a vivere in condizioni di fame e povertà. Tuttavia, riconoscere questa realtà non è sufficiente. Per questo motivo le tre organizzazioni di cooperazione internazionale indicano alcune possibilità di azione: cambiare il proprio comportamento di consumo, sostenere le persone nei progetti del Sud con una donazione o partecipare a un’azione: in questo modo la Campagna ecumenica diventa un’incarnazione della solidarietà vissuta. Le tre  organizzazioni portano avanti progetti di sviluppo e climatici in vari Paesi del Sud globale e promuovono, tra l’altro, il diritto al cibo per tutti e la giustizia climatica.



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