Sosta selvaggia a Napoli, il flop delle rimozioni forzate: «Poche nei weekend»

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Sos rimozioni, che calano specialmente nei fine settimana. Ci siamo occupati più volte, nei mesi scorsi, del nodo legato al gap esistente tra i prelievi dei veicoli in sosta vietata realmente effettuati con i carroattrezzi e quelli per cui si è strutturata la Bourelly, cioè l’azienda che ha vinto il bando di gara per realizzare il servizio in favore del Comune.

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Dopo alcuni incontri tra l’amministrazione e la società successivi ai nostri articoli, un incremento delle rimozioni si era registrato e la situazione era rientrata, almeno dal punto di vista della tutela dei dipendenti della Bourelly, per i quali sono state trovate soluzioni che, come vedremo più avanti, hanno portato alla salvezza dei posti di lavoro. Ma in buona sostanza le difficoltà sono tornate. E riguardano in particolare i numeri degli interventi realizzati: «Siamo strutturati per eseguire 100 prelievi al giorno, come indicato nel bando – spiega Guido Bourelly a Il Mattino – ma la media delle rimozioni è di 36 veicoli ogni 24 ore. La percentuale cala drasticamente nei week end, quando registriamo una media di 16 interventi al giorno». Troppo pochi, per una società che si era strutturata per farne quotidianamente quasi 90 in più. Lungi dal voler polemizzare con l’amministrazione, Bourelly suggerisce una strategia possibile per il prossimo bando comunale relativo al servizio carroattrezzi, che – come spiegano dall’assessorato alla Sicurezza e alla Polizia Municipale di Antonio De Iesu – arriverà fra 3 mesi, a giugno del 2025.

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I numeri 

Partiamo dai numeri. Allo stato attuale delle cose, la Bourelly totalizza mediamente 1100 rimozioni al mese. In altre parole, i prelievi di auto o moto Con i carroattrezzi sono più o meno 36 al giorno. Riguardano mezzi parcheggiati in sosta vietata, o che siano di grave intralcio alla circolazione e alla sicurezza stradale. Un dato di gran lunga inferiore del previsto: gli interventi sono 64 in meno rispetto alla media indicata nel bando di gara che assegnava il servizio in house tra l’amministrazione di Palazzo San Giacomo e la stessa Bourelly. Nei week end, però, i numeri precipitano ulteriormente. Come abbiamo scritto sopra, tra sabato e domenica si arriva al totale medio di 16 rimozioni ogni 24 ore. Troppo poco per una società che, con l’assegnazione del servizio, si è organizzata per prelevare circa cento veicoli al giorno. Sono stati assunti «40 dipendenti e sono stati messi a disposizione circa 20 mezzi per gli interventi», fa notare lo stesso Bourelly. Naturalmente, come abbiamo spiegato in diverse circostanze su queste pagine nei mesi scorsi, la legge prevede che i dipendenti della Bourelly (e, in generale, di qualsiasi azienda che operi un servizio di rimozione coatta per un’amministrazione comunale) non possano intervenire senza la presenza di un agente della polizia municipale: il pubblico ufficiale, in pratica, deve accompagnare la rimozione di un veicolo. Ed è proprio su questo nodo che si crea l’impasse: sul corpo partenopeo dei vigili urbani purtroppo pende ancora una grave carenza di personale. In città ce ne sono poco più di 1200 totali. Pochissimi, sia in funzione dei loro tanti e delicati ruoli, sia in funzione delle esigenze di una metropoli articolata e complessa come Napoli.

La proposta 

Pochi vigili e troppe risorse per il servizio di rimozione. In questo scenario, la proposta di Bourelly per il prossimo bando di gara sui carroattrezzi in città potrebbe risultare interessante e, se ben concretizzata, potrebbe anche contribuire a eliminare il problema del gap esistente tra le risorse messe in campo preventivamente dall’azienda per dotarsi di uomini o mezzi funzionali ai prelievi dei veicoli e i numeri delle rimozioni che vengono effettivamente realizzate sul territorio comunale partenopeo. «Il bando relativo al 2026 potrebbe prevedere un canone fisso versato dall’amministrazione all’azienda – argomenta il leader della società specializzata in servizi stradali – In tal modo chi è incaricato del servizio potrebbe contare su un’entrata sicura e la gara potrebbe diventare appetibile». Va sottolineato, in quest’ottica, che ogni intervento di rimozione “vale” 90 euro. Il 10% di questa cifra finisce poi nelle casse di Palazzo San Giacomo.

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Saldo e stralcio

 

«I dipendenti a rischio nei mesi scorsi li abbiamo salvati – conclude Bourelly – ma per ora mettendoli a lavorare su altri cantieri e impiegandoli in altri servizi. Comprendiamo, logicamente, che tutto il settore dell’automotive stia attraversando un periodo di profonda crisi globale, e speriamo di potere incontrare di nuovo l’amministrazione in uno spirito di collaborazione, magari parlando della possibilità di istituire un canone fisso».





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