«Sulle armi Meloni è con me»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 


Il leader è isolato e prova a dettare la linea al governo: «Il premier ha la mia stessa posizione». Per attaccare l’Ue si affida a un video di Crozza. E gli ammiccamenti agli evasori non funzionano

Aggrapparsi anche a Maurizio Crozza, comico che non è sicuramente assimilabile alla destra, per rilanciare la propria propaganda. Dopo aver dato del «matto» al presidente francese, Emmanuel Macron, Matteo Salvini nel suo fine settimana di mobilitazione per la pace, sia in Ucraina che per fisco, ha studiato un altro colpo di scena, di sicuro meno imbarazzante dal punto di vista diplomatico, ma altrettanto sorprendente dal punto di vista mediatico: ha postato un video in cui Crozza fa satira su Ursula von der Leyen e sulle misure assunte dall’Unione europea.

Salvini lo assume a modello di fustigatore di Bruxelles: «ReArm Europe, Green Deal, esercito europeo. In pochi minuti Crozza ridicolizza l’Europa. Purtroppo nella realtà di divertente non c’è proprio niente!», ha scritto sui social.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Caccia al consenso

Del resto il leader della Lega insegue da settimane ogni tentativo di prendersi la ribalta della scena mediatica. Ma il risultato personale non è stato stupefacente. Anzi. Le mille piazze, che ha convocato per il fine settimane, sono state poco più di un evento da sbandierare sui social. Ai gazebo non si sono registrare folle oceaniche.

Resta il cortocircuito di una mobilitazione che sfida il governo di cui fa parte. E le parole, pronunciate da Salvini a Bologna, sono una conferma delle tensioni. «Il governo è assolutamente compatto sul ‘no’ all’invio di militari, sul fatto che servono 800 miliardi per riarmare l’Europa, non è una cosa che si inventa dalla sera alla mattina», ha detto rinverdendo poi l’attacco a Macron: «Se devo fare debito pubblico che poi pagano i bolognesi non per sistemare le scuole e gli ospedali, ma per comprare razzi e missili che poi magari gestisce Macron, posso esprimere perplessità e dubbi ed esprimere chiarimenti?».

Alla fine, ha tirato anche per la giacchetta Meloni: «Sono convinto che anche il premier italiano avrà la stessa posizione nei tavoli a Bruxelles».

Così l’unico effetto prodotto dall’invocazione delle piazze è il logoramento continuo dei rapporti interni, rinsaldati di tanto in tanto solo dalle sentenze dei giudici. Venerdì è stata quella della Corte di Cassazione sui rimborsi ai migranti per il caso Diciotti, in precedenza sull’assoluzione di Salvini nel processo OpenArms. Ma, appunto, solo la giustizia sembra mettere tutti d’accordo. Lo si vede anche in parlamento: solo la riforma della separazione delle carriere procede, per il resto è tutto fermo.

La mobilitazione salviniana, per forza di cose, ha provocato una reazione tra gli alleati. ­A mettere i paletti è stato l’altro vicepremier, il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani.

«Questo non è un piano di riarmo, è una scelta per garantire la sicurezza. Le nostre forze armate, che dovranno essere rinforzate come quelle di tutta Europa, anche per rispettare gli impegni che abbiamo preso con la Nato», ha detto in riferimento al progetto ReArm Europe.

Insomma, una risposta indiretta all’alleato, agitando il tema della sicurezza, molto caro al leader della Lega. Secondo Tajani gli investimenti sulla Difesa serviranno a «garantire anche in futuro la sicurezza di ogni cittadino, per le operazioni strade sicure, per garantire la sicurezza nelle nostre stazioni. Le nostre forze armate sono quelle che garantiscono il nostro export, proteggono i nostri mercantili».

Tajani sa che la concorrenza interna alla destra non riguarda solo la pace in Ucraina.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

In ballo c’è l’offensiva per la rottamazione delle cartelle, che non può essere attuato insieme al taglio delle tasse al ceto medio, come chiesto da mesi dagli azzurri. Lo scontro è perciò sul doppio livello, internazionale e nazionale.

L’amico Stroppa

Ma i leghisti non arretrano. «Non è un condono per chi evade ma un aiuto ai tanti imprenditori, artigiani e cittadini onesti che non riescono a liberarsi dai pesanti carichi delle cartelle esattoriali e che potranno così ripartire, pagando il dovuto con le opportune agevolazioni fiscali», ha detto la deputata leghista, Tilde Minasi. Un batti e ribatti continuo che accende la spia.

«Salvini in piazza, Tajani lo ammonisce, la Meloni palleggia. Tre leader e tre idee diverse di politica estera. Questo Governo non ha un linea e non durerà a lungo», ha osservato Enzo Maraio, attualmente segretario del Psi.
L’unica cosa che sembra funzionare dalle parti della Lega, al momento, è il corteggiamento nei confronti di Andrea Stroppa, l’iperattivo uomo di Elon Musk in Italia. L’informatico nelle ultime ore ha postato – ovviamente su X – un video in cui Salvini fa un endorsement a Starlink.

Lo spostamento da Fratelli d’Italia in direzione Lega è un processo ormai in atto. Eppure la vicenda rischia di rivelarsi un boomerang.

Perché il Partito democratico ha caricato a testa bassa sul pericolo di mettere a repentaglio l’interesse nazionale. «Le contestazioni di Salvini confermano le difficoltà del governo nell’onorare un impegno preso con Musk che non va nell’interesse del paese e che è stato evidentemente assunto già prima che si avviasse il confronto parlamentare sul tema», ha attaccato la segretaria dem, Elly Schlein.

«A questo punto è necessario che Giorgia Meloni chiarisca da che parte sta», ha insistito la leader del Pd: «È al servizio di Musk o del paese? Le leggi si decidono su X o in parlamento?».

© Riproduzione riservata

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link