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La terza Riunione degli Stati parte del Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) si è conclusa con successo presso la sede delle Nazioni Unite, con una potente Dichiarazione politica che respinge le armi nucleari e mette in discussione la deterrenza nucleare, e con l’adozione di una serie di decisioni che rafforzano il processo del Trattato.
Gli Stati membri del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW), riuniti all’ONU a New York per la Conferenza periodica di questa norma, hanno affermato che la vera sicurezza globale risiede nell’eliminazione delle armi nucleari e non nella dottrina della deterrenza nucleare.
Nella più forte condanna della deterrenza mai pronunciata in un forum multinazionale, la Dichiarazione politica rilasciata al termine dell’incontro afferma che: “La deterrenza nucleare si fonda sull’esistenza stessa del rischio nucleare, che minaccia la sopravvivenza di tutti”.
La Direttrice esecutiva della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (Premio Nobel pace 2017), Melissa Parke, ha accolto con favore l’esito dell’incontro: “I Paesi che si sono riuniti qui hanno le idee chiare sulla minaccia che tutti noi dobbiamo affrontare con le armi nucleari, con il rischio di un conflitto nucleare più alto che mai. Gli Stati del TPNW stanno dando prova di leadership opponendosi alla pericolosa e sbagliata dottrina della deterrenza nucleare, che incoraggia gli approcci basati sull’escalation a cui stiamo assistendo in Europa in questo momento. Siamo di fronte a una scelta netta: un’ulteriore proliferazione che mette in pericolo il mondo intero o l’eliminazione delle armi nucleari attraverso il TPNW”.
Collegare il disarmo nucleare ai problemi di sicurezza globale e introdurre una tabella di marcia per smantellare la deterrenza nucleare
A 80 anni dalla prima sperimentazione e dall’uso delle armi nucleari e in un contesto di crescente instabilità e di richieste di proliferazione nucleare in Asia e in Europa, gli Stati firmatari del Trattato stanno dando prova di leadership per porre fine alle minacce che le armi nucleari e la deterrenza nucleare rappresentano per la loro sicurezza e per quella di tutti gli altri.
Nella Dichiarazione adottata al termine dell’incontro, gli Stati firmatari del TPNW hanno convenuto che il modo migliore per far progredire la sicurezza globale dalle armi nucleari è quello di portare a bordo del Trattato un numero maggiore di Paesi (che al momento comprende 94 firmatari e 73 Stati firmatari). Gli Stati parti hanno convenuto che “le armi nucleari sono una minaccia per la sicurezza, e in ultima analisi per l’esistenza, di tutti gli Stati, indipendentemente dal fatto che possiedano armi nucleari, aderiscano alla deterrenza nucleare o si oppongano fermamente ad essa”.
In un momento in cui i membri europei della NATO stanno discutendo se accettare l’offerta francese di usare le sue armi nucleari per la propria difesa o addirittura di sviluppare armi nucleari proprie, che minerebbero fatalmente il Trattato di non proliferazione nucleare, gli Stati del TPNW, che includono i membri dell’UE Austria, Irlanda e Malta, hanno concordato: “La continua dipendenza dalle armi nucleari da parte di alcuni Stati nei loro concetti, dottrine e politiche militari e di sicurezza mina la sicurezza globale e aumenta l’escalation, così come i rischi di proliferazione”.
Il governo italiano, così come per le precedenti riunioni del trattato, ha deciso di non partecipare nemmeno come osservatore all’appuntamento di New York, ma l’Italia era rappresentata dalla società civile che sta lavorando per il disarmo nucleare: in particolare dalla mobilitazione “Italia ripensaci” promossa da Senzatomica e Rete Italiana Pace Disarmo. Organizzazioni che hanno ribadito la necessità per il nostro Paese di avvicinarsi ai principi positivi del trattato, predisponendo progetti di assistenza umanitaria alle popolazioni nei territori che hanno subito esplosioni nucleari, e il fondamentale ruolo dell’educazione e dell’informazione. La presenza delle organizzazioni della società civile italiana è servita ribadire come la maggioranza dei cittadini italiani sia a favore del disarmo nucleare ed è la partecipazione al TPNW. Secondo un recente sondaggio condotto da Archivio Disarmo meno del 30% degli italiani è favorevole alla presenza sul nostro territorio di testate nucleari statunitensi, mentre per ben il 79% le armi nucleari andrebbero proibite e nessuno Stato dovrebbe possederle (proprio quello che chiede il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari)
Delineare un percorso inclusivo e coraggioso per il TPNW
Con il Presidente Trump che ha dichiarato di volersi sedere al tavolo con Russia e Cina per sbarazzarsi delle armi nucleari, c’è l’opportunità di rompere l’impasse del disarmo. Non è il momento per i Paesi europei di aumentare la loro dipendenza dalle armi nucleari.
Gli Stati hanno concordato di continuare a lavorare sul Piano d’azione di Vienna in 50 punti adottato nella prima riunione degli Stati parte nel 2022, per poter fare il punto sui progressi compiuti e preparare la prossima serie di azioni alla Conferenza di Revisione. La Conferenza di revisione della TPNW si terrà presso la sede delle Nazioni Unite a New York nel novembre 2026, con il Sudafrica in veste di presidente.
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