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Aveva detto a tutti che si sarebbe preso qualche giorno di ferie per Natale. Invece è rimasto in ufficio, in municipio. È andato, senza fascia, come cittadino comune, ai funerali della donna morta nell’incendio della sua casa, in largo Châtillon. Poi ha indossato il tricolore da sindaco al concerto di San Silvestro della Camerata Ducale. Ora Roberto Scheda è in sala giunta, pronto ad affrontare «l’anno che verrà».
Sindaco, che cosa le è rimasto più impresso di questi primi sei mesi?
«L’incoraggiamento e l’affetto. La gente che mi ferma per la strada, gli abbracci dei bambini».
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E la giunta?
«Sono contento della giunta che ho. E ringrazio per le segnalazioni che ci arrivano dalla città».
Ecco. Che cosa ha pensato quando ha dovuto dire alla città, ai vercellesi, che avrebbero dovuto convivere con oltre 40 cantieri?
«Mi sono sentito nelle condizioni di tranquillizzare la mia coscienza, guardando al futuro. Vercelli è bella, lo sarà ancora di più».
Nel 2025 comunque qualche cantiere si chiuderà.
«Il cavalcavia Tournon, molto presto. L’assessore Campominosi ha fatto di tutto in questi mesi per cercare di alleviare il problema: mezzi di trasporto alternativi, aperture pedonali. So che il cittadino sente come prioritari i problemi che lo toccano più da vicino. Le buche sulla strada davanti a casa, il marciapiedi rotto».
C’è chi dice che questa rivoluzione della bellezza allontana i parcheggi dal centro. Che cosa possiamo rispondere?
«Vercelli è una città che si gira tranquillamente a piedi. Non le persone anziane, non chi ha qualche problema, mi rendo conto. I clienti che arrivano al mio studio da altre province e parcheggiano nel cortile della caserma Garrone, mi dicono: “Avvocato, ma come è facile trovare un posteggio”. I vercellesi vorrebbero entrare in studio con l’auto. È questione di abitudini».
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Avete pensato a un incentivo per «aiutare» il cambio di abitudini?
«Stiamo facendo di tutto per trovare posti auto alternativi per i vercellesi. Ma per venire incontro al cambiamento è anche allo studio una rivisitazione delle tariffe degli spazi blu con agevolazioni annuali per i residenti».
Nel 2025 si chiuderà anche il cantiere di viale Garibaldi.
«Sono sincero».
Dica.
«Sto difendendo viale Garibaldi. Alla stragrande maggioranza dei vercellesi non piace, ma l’opera è questa. Ho però una grossa preoccupazione: non c’è un piano di manutenzione dei costi del verde. Quanto si spenderà per il viale? La manutenzione, lì, va fatta tutta a mano. Ogni vercellese, e siamo circa 46 mila, è titolare di 40 metri quadrati di verde. Vai a fare la manutenzione a tutto questo».
E il Lungosesia? Era nel progetto di Kipar. Proseguirete?
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«È bel progetto. Verrà anche l’assessore regionale Marnati a parlarne. Avevamo sondato un primo lotto per recuperare un terreno fortemente compromesso. È andato bene: possiamo recuperare da corso Rigola in giù. Siamo contenti di poter avviare i lavori, penso già in primavera».
Parliamo di sicurezza. Anche in centro città. In questi giorni, se non fosse per la pista di pattinaggio, piazza Antico ospedale sarebbe buia.
«In piazza Antico ospedale è stata aggiunta l’illuminazione che mancava: con Risò sarà la piazza più ambita della città. A gennaio firmeremo la convenzione con l’Associazione nazionale carabinieri di Vercelli per un’attività di supporto alle forze dell’ordine in giardini pubblici, parchi, piazze, durante le manifestazioni. I carabinieri in congedo avranno anche una sede all’Ex 18».
Tutto da recuperare.
«L’Ex 18 è stato squartato da chi ha utilizzato i locali per la ristorazione. Abbiamo già alcune manifestazioni di interesse. E a giugno sarà riportato all’onor della vita. Con un distaccamento dei vigili urbani per una maggior sicurezza, soprattutto notturna».
Diciamo una parola sui botti? Vietati da un’ordinanza poco rispettata.
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«A Vercelli non ci sono stati feriti, per fortuna. Ma i fuochi ci sono stati, quelli più impattanti in realtà in aree lontane dal centro. Rispettare l’ordinanza, questa come altre, è una questione di civiltà: dipende dal fatto che il cittadino voglia bene a se stesso e alla sua città».
Parliamo di lavoro, ma questa volta partendo dagli ultimi. Lei, dopo il brutto incidente in via Trino, li ha chiamati «gli invisibili».
«Sono stato ad Amazon, e ho fatto loro i complimenti per il centro di innovazione che porta Vercelli a livelli di prestigio in Europa e nel mondo. Al centro dell’attenzione deve però esserci la persona. Spesso in auto ho incontrato lavoratori che, anche se con il giubbotto arancione, percorrevano la strada in condizioni di scarsa sicurezza. Abbiamo i fondi per una pista ciclabile da Caresanablot a via Trino, ma non sarà percorribile dai monopattini. Così l’assessore Campomimosi ha già preso contatto con Atap e con le aziende per assicurare una navetta che coincida con gli orari dei turni di lavoro. Ne parleremo anche con i sindacati».
Siamo arrivati all’area industriale. Che cosa porterà il 2025?
«Ci sono tre manifestazioni di interesse per l’area industriale, ormai quasi completa anche grazie al lavoro del mio predecessore, Andrea Corsaro. A metà gennaio scadranno e speriamo siano confermate. Nel 2026 si trasferirà a Vercelli anche ARaymond. L’area, se sarà così, sarà satura e bisognerà mettere mano con la Regione al Piano urbanistico per trovare nuovi spazi, riempiendo prima le cosiddette aree sporche, gli stabilimenti vuoti come Cerutti».
Un problema da affrontare riguarda i giovani. Marco Mancuso ha avuto la forza di raccontare la sua storia proprio in Consiglio.
«Lo chiamerò prestissimo per metterci a lavorare insieme, anche con l’assessora Locca. Il suo intervento mi ha colpito molto. La mia intenzione è convocare il consigliere Mancuso, ma anche gli altri under 40 che siedono in Consiglio, per parlare dei problemi dei giovani. E da qui proseguire con incontri con l’Upo e con il mondo imprenditoriale per far nascere nuove attività».
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Chiudiamo in leggerezza. Allo stadio Piola, secondo lei, si potranno tornare a fare grandi concerti?
«Allo stadio, allora Robbiano, avevamo fatto un concorso ippico internazionale con i fratelli D’Inzeo. Nella caserma del Distretto c’erano le scuderie per i cavalli. Non se lo ricordava, vero? Lo stadio Piola può essere un’opportunità per manifestazioni e grandi concerti all’aperto, sempre però salvaguardando la pavimentazione. Ci si può pensare, sì»
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