GIULIA IMPACHE, INTERVISTA ALLA CANTANTE DI ‘IN:TITOLO’

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In:titolo di Giulia Impache è uno dei dischi più interessanti in questo inizio di 2025. Nelle dieci tracce in italiano e in inglese che Giulia ha realizzato insieme a Jacopo Acquafresca e Andrea Marazzi, basso e chitarre si mescolano all’elettronica e alla voce di Giulia. I pezzi nascono dall’improvvisazione, una componente fondamentale dell’approccio dell’artista torinese che è parte anche del collettivo Pietra Tonale realtà che l’ha aiutata a trovare una sua strada per fare musica.

Leggendo le recensioni uscite, sembra che tutti siano d’accordo sul fatto che In:titolo era un disco di cui c’era bisogno. Quali sono le tue sensazioni oggi, a circa un mese dalla sua pubblicazione?
All’inizio ero un po’ timorosa perché sono consapevole che non è un disco facile al primo ascolto. In questo progetto ho sempre considerato la voce come un’ancora a cui aggrapparsi per l’ascoltatore, perché probabilmente è la cosa più “canonica” all’interno delle tracce. Tutto il resto, per molti, può essere un mondo inesplorato. Oggi mi sorprende l’entusiasmo che percepisco, non solo dalla stampa, nei confronti del disco e del live. Vengo dall’improvvisazione e dalla musica sperimentale, e aver trovato una chiave per comunicare con un pubblico più vasto mi rende felice.

Quanto tempo avete impiegato a realizzarlo?
Ho annunciato il disco quattro anni fa, in occasione del mio trentesimo compleanno. Avevo fatto uscire tre brani, In the Dark, Please e Life is Short. Arrivavo da folk e jazz, mondi dove non si sta molto in studio per un disco, ma con Jacopo e Andrea abbiamo lavorato su produzioni e arrangiamenti che non ero solita fare e, complici anche gli impegni di tutti su altri progetti, le lavorazioni si sono allungate. Per questo per me In:titolo è un disco di arrivo e di partenza, è un album che considero di formazione.

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foto di Andrea Ceppi, style Vittoria Brachi, hair and make up Naike Bilardo. Giulia Impache indossa camicia Eenk, gonna Simon Cracker

Il tuo background artistico ha influito su come approcci la musica?
Sono laureata in storia dell’arte, amo l’arte contemporanea e la pittura informale e mi sono avvicinata all’improvvisazione per amore di artisti come Pollock. Ho studiato musica e tecnica vocale, ma oggi molti dei miei brani nascono da improvvisazioni. A me piace che non ci siano troppe strutture, è una cosa che mi porto dall’aver praticato la pittura informale. Mi rendo conto che, quando mi confronto con chi ha studiato solo musica, c’è differenza su come si pensa la composizione.

Quanto è stata importante per questo disco l’esperienza di Pietra Tonale?
Molto, se non ci fosse stata questa esperienza non so se avrei scritto nemmeno una canzone. Mi ha formato e mi ha fatto capire cosa mi piaceva davvero, quali erano i miei limiti e i miei punti di forza. Sono partita dal jazz, improvvisazione con struttura, poi sono passata all’improvvisazione libera e oggi sono approdata in un contesto più strutturato, ma mio.

Giulia Impache

foto di Andrea Ceppi, style Vittoria Brachi, hair and make up Naike Bilardo. Giulia Impache indossa gilet e abito Erika Cavallini, calze Happy Socks, clogs Crocs, spilla per capelli Mehdid

Come state portando In:titolo dal vivo?
Siamo in trio e, quando è possibile, c’è anche un’artista visiva, Luce Berta, che ha curato anche l’artwork del disco. Vogliamo portare sul palco In:titolo così com’è, abbiamo scelto di essere fedeli anche perché ci piace come suona il disco.

Volete portarlo anche all’estero?
Nella mia carriera, anche con Pietra Tonale, ho suonato più all’estero che in Italia. Quindi sì, perché è importante non avere confini. Sono però contenta di aver scelto una etichetta italiana (Costello’s, NdR), ho voluto dare ancora fiducia a questo Paese. C’erano altre possibilità all’estero, ma volevo un contatto reale per il mio primo disco. Vengo da Torino, che è una città stimolante, ma forse anche una bolla. Vedo, a volte, quasi il desiderio di “addormentare” culturalmente l’Italia, ma per me c’è più fermento qui di quello che si pensi.

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Intervista pubblicata su WU 130 (febbraio 2024). La foto in alto di Giulia Impache è di Andrea Ceppi, style Vittoria Brachi, hair and make up Naike Bilardo. Giulia Impache indossa camicia e abito Minimum, occhiali Snob Milano



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