Nel Consiglio comunale di Messina prove tecniche di nuova maggioranza sulle discutibili mozioni della Lega
di Marco Olivieri
MESSINA – Giornata storica. Epocale. Il Consiglio comunale si è superato nella seduta di ieri. E ha votato due mozioni targate Lega che renderanno più sicura la città di Messina. Mai più scontri. Mai più tensioni. E se un giorno un ponte ci sarà lo chiameremo “Sicurezza”. O “Ordine e sicurezza”. Il dato politico è la prova tecnica di una nuova maggioranza. C’è profumo d’intesa tra De Luca e il centrodestra. E sempre di più i vecchi rancori scemeranno. Così l’area pro Basile e le altre forze di centrodestra hanno detto sì a due mozioni discutibili di Lega e Prima l’Italia. Discutibili sia sul piano politico, sia dal punto di vista dell’efficacia e delle competenze del sindaco. Ma che servono simbolicamente a prendersi la scena dopo il discusso corteo del Carnevale no ponte. E i “nemici”, ed ex alleati, Germanà e Basile lo saranno sempre di meno. Anzi, non lo sono più.
Solo per questo slancio leghista gli organizzatori della sfilata (ma chi sono?) dovrebbero ritirarsi a vita privata e lasciare la politica, dato che non sanno o non hanno voluto organizzare un servizio d’ordine. Ma questo è un altro discorso. Torniamo al Consiglio di ieri. La mozione dell’esponente del gruppo misto (ma sempre della Lega) Giuseppe Villari è un invito al sindaco affinché, nelle opportune sedi, “richieda un aumento numerico delle forze dell’ordine con il rimpinguamento delle forze e l’eventuale autorizzazione di nuovi reparti per non vedere cose come quelle che sono successe in Val di Susa in tempi non lontani”.
Due mozioni prive d’efficacia ma che servono per piantare la bandierina della sicurezza no ponte
Intanto non è una questione di numeri. Servono agenti preparati e che siano gestiti bene da chi è capace di dialogare con l’altro fronte per isolare gli eventuali violenti in una manifestazione. E da anni Amnesty International invoca i codici identificativi numerici o alfanumerici per gli agenti e i funzionari di polizia (senza distinzione di ordine e grado) impegnati in operazioni di ordine pubblico. Ma la mozione (e non si capisce perché il Pd si sia astenuto) invoca semplicemente più agenti. E chiede al sindaco Basile di farsi portavoce di questa richiesta. Sul piano dell’utilità, rasenta lo zero. Ma fa parte di questo clima securitario alimentato dalla minoranza di scienziati che hanno imbrattato i muri e lanciato petardi.
L’altra mozione risulta ancora più strampalata. Si tratta di quella presentata dalla Lega e da Prima l’Italia, esposta da Cosimo Oteri, che ha letto nuovamente il documento già al centro della conferenza stampa del 4 marzo. Lega e Prima l’Italia chiedono di concedere “spazi aperti e distanti dal centro storico” per le manifestazioni. E al Comune di “denunciare gli organizzatori” e non “autorizzare le manifestazioni”. Sia Alessandro Russo, sia Felice Calabrò, del Partito democratico, hanno messo in luce l’inammissibilità della mozione perché è il questore a decidere: “Noi stiamo approvando una mozione destinata al questore?”. Da qui la richiesta del Pd di respingerla per inammissibilità, oltre alla “pericolosità per i limiti che può imporre al dirito di manifestare”.
Ma è chiaro che si tratta di una bandierina simbolica e priva d’effetti. Anche se, va ammesso, l’idea d’utilizzare i parcheggi d’interscambio per le manifestazioni è davvero geniale. In ogni caso, la prima mozione ha ottenuto 21 voti; la seconda 16. Non sono mancate dunque le defezioni pure nell’area Basile.
Prove tecniche dell’alleanza tra centrodestra e De Luca/Basile
Fino a pochi giorni fa i capigruppo del sindaco avevano evidenziato le incongruenze nella proposta leghista. Poi qualcosa è cambiato. Alcuni di loro sono stati folgorati sulla via di De Luca, Schifani e Salvini, in vista della nuova era politica? Presto l’alleanza sarà strutturale?
Di certo, questo voto potrebbe inaugurare un accordo pure in Consiglio tra centrodestra e l’area Basile. Intanto, nel nome della sicurezza, la Lega e i consiglieri di Basile/De Luca si riconciliano. “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”, canta Venditti. E capita spesso in politica.
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