L’ammiraglio Credendino vuole 9000 uomini in più nella Marina: «Il governo ci sta lavorando»

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Il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare: «Sarebbe opportuno aumentare l’organico a 39 mila. Servono per la nostra difesa e per fronteggiare il disimpegno Usa»

L’ammiraglio Enrico Credendino, capo di stato maggiore della Marina militare, dice che mancano novemila uomini per farla funzionare. «Le marine francesi e britannica, simili a noi come numero di navi, hanno 10 mila persone in più. Noi siamo fermi a 30 mila. E questo ha un impatto sulla resilienza degli equipaggi che restano in mare per mesi e sulla vita delle loro famiglie. Anche se tutti tornano entusiasti dalle missioni», sostiene in un’intervista rilasciata a Repubblica. E propone: «Sarebbe opportuno aumentare l’organico a 39 mila. So che il ministro Guido Crosetto ci sta lavorando perché è molto sensibile alle esigenze del personale».

L’Ucraina, i russi, gli Houthi

Credendino racconta a Gianluca De Feo che in questi tre anni «lo sforzo della Marina è iniziato con invasione dell’Ucraina che ha visto l’aumento della flotta russa nel Mediterraneo: ci sono stati fino a tre sottomarini, di cui uno a propulsione nucleare con missili balistici, in azione contemporaneamente e abbiamo dovuto seguirli. Poi quando gli Houti nell’autunno 2023 hanno cominciato a colpire il traffico mercantile, si è aggiunto l’impegno sotto bandiera Ue nel Mar Rosso: è stata la prima missione combat dalla fine della seconda guerra mondiale. Gli ultimi attacchi sono avvenuti quattro settimane fa: uno sciame formato da droni e da un missile cruise è stato respinto dal cacciatorpediniere Duilio con i suoi missili e da una squadriglia di velivoli americani diretti dalla nostra nave».

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Gli aerei Usa e l’Italia

Crdendino racconta che tutto è cominciato diversi mesi fa: «Una formazione di droni si è mossa verso la loro portaerei. Era il periodo dei monsoni, con condizioni meteo terribili, e i radar della loro ammiraglia non riuscivano a seguirli: più a nord c’era il cacciatorpediniere Duilio che aveva una buona visibilità e gli hanno affidato il controllo di una coppia di intercettori, che sotto la guida del Duilio hanno abbattuto tutti i sei ordigni». Secondo Credendino le risorse della Marina sono sufficienti «ma per un periodo limitato. Questo sforzo può durare per tre-quattro anni, non oltre». Per questo ci vorrebbero i novemila uomini in più.

Le navi

Invece sulle navi «non vedo problemi. È appena entrato in servizio il Trieste, che aumenta sensibilmente le nostre capacità di intervento anfibio. Può trasportare più mezzi, più truppe da sbarco e pure gli aerei F35B: può andare ovunque nel mondo e gestire per sei mesi un’operazione ad alta intensità. Dal 2029-30 arriveranno pure le navi anfibie più piccole che sostituiranno la classe Santi. Ed è stata decisa la costruzione delle altre fregate Fremm Evo, dei pattugliatori e dei cacciatorpediniere Ddx. Stiamo già lavorando ai progetti della generazione successiva: potrebbe essere dotata di propulsori nucleari, grazie alla tecnologia dei nuovi reattori, sia per i caccia che per i sottomarini».

Trump

Infine, sulla proposta di Trump di ritirare le forze Usa dall’Europa per lasciare la difesa agli europei: «Tra il dire e il fare c’è letteralmente di mezzo il mare… Quando l’amministrazione Obama ha spostato il baricentro nell’Indo-Pacifico, il Mediterraneo è rimasto senza portaerei Usa: in futuro potrebbe accadere in maniera più strutturata. Per noi un mare insicuro è un mare costoso: la nostra economia dipende dalla capacità di tenere libere le linee di comunicazione navali. Il Mar Rosso lo ha fatto capire: i raid degli Houti hanno dimezzato il transito dei mercantili. Quando le portacontainer fanno il periplo dell’Africa e arrivano a Gibilterra, perché devono entrare nel Mediterraneo? Si rischia che vadano direttamente nei porti del Nord Europa. Gli armatori e i pescatori possono lavorare in sicurezza solo perché li proteggiamo ma proprio la missione Ue e quella internazionale per difendere la libertà di navigazione dagli attacchi degli Houti dimostrano che nessuno può fare da solo: per questo auspico un maggiore impegno dell’Unione europea».



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