La sostenibilità deve essere misurabile, a partire dalle opere infrastrutturali. Da pochi giorni questo è possibile grazie alla nuova prassi di riferimento UNI/PdR 172 “Cantiere sostenibile per le opere infrastrutturali – Strategie, indicatori e buone pratiche”, il primo standard che introduce un sistema di rating per misurare e premiare la sostenibilità delle nuove opere nelle fasi di progettazione e di cantierizzazione.
Come hanno messo in rilievo AIS – Associazione Infrastrutture Sostenibili e UNI, questo standard colma un vuoto, rispondendo a due esigenze sentite dalle stazioni appaltanti: assicurare la sostenibilità delle grandi opere infrastrutturali sin dal loro concepimento; disporre di un potente strumento di dialogo con le comunità locali e con i portatori di interesse sui territori.
Cantiere sostenibile: una realtà possibile e misurabile
Il cantiere sostenibile è una priorità e un’esigenza che sentono in molti. Prova ne è che il gruppo di lavoro che è stato coinvolto: per mettere a punto il sistema di misurazione, e i 33 indicatori individuati, hanno lavorato oltre 100 esperti, per un modello già applicato con successo da Italferr, SNAM e TELT.
«Le infrastrutture sono una delle risorse strategiche dei prossimi anni per l’Italia», ha ricordato Lorenzo Orsenigo, presidente di AIS. Solo in termini di investimenti, RFI ha pianificato 135 miliardi di euro nei prossimi anni, Anas 50 miliardi, Autostrade per l’Italia 21 miliardi, Terna e Snam 12 miliardi ognuno. «Il fatto che tutti questi soggetti facciano parte di AIS dimostra che vogliono fare le infrastrutture in maniera sostenibile».
I criteri base della UNI/PdR 172
La UNI/PdR 172 si basa sui 33 indicatori individuati da AIS che coprono l’intera vita del cantiere, dai primi stadi progettuali fino alla chiusura dei lavori, rispondendo a obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale quali: contenimento delle emissioni: tutela dei profili naturali, storici e paesaggistici; promozione del riuso e del riciclo; coinvolgimento degli stakeholder.
La prassi di riferimento permetterà alle stazioni appaltanti di contare su uno strumento oggettivo di valutazione, da inserire nei capitolati di gara, relativamente ai principali indicatori di sostenibilità sia in fase di progettazione sia di costruzione.
Prevedendo una premialità per chi intenderà scegliere di operare secondo la prassi sul cantiere sostenibile, le stazioni appaltanti pubbliche potranno selezionare progettisti e imprese utilizzando come riferimento il nuovo sistema di rating. Inoltre, avranno la possibilità di selezionare le imprese che decideranno di adottare soluzioni innovative per la riduzione delle emissioni di CO₂, il riuso dei materiali, la gestione intelligente dei rifiuti e la protezione del territorio.
Una guida per il mercato
UNI/PdR 172 “Cantiere sostenibile per le opere infrastrutturali” nasce con l’idea di fungere da linea guida per il mercato.
«Oltre a poter calcolare il punteggio per poi dire quanto è sostenibile un’opera, il valore per i progettisti, i committenti e le imprese, di mettere in chiaro una serie di requisiti quindi indicare quali sono gli elementi su cui ragionare per implementare la sostenibilità», ha sottolineato Lorenzo Orsenigo, presidente di AIS. Il processo che porta alla sostenibilità «è ineludibile per due motivi: il primo è legato al cambiamento climatico, verso cui occorre provare a intervenire. Il secondo riguarda il fatto che la sostenibilità conviene, anche economicamente. La possibilità di implementarla correttamente crea valore. Non è un costo: è un investimento in grado di generare valore».
Patrizia Vianello, coordinatrice del Gruppo di Lavoro AIS sul Cantiere Sostenibile ha illustrato i tre punti guida che hanno fatto da riferimento sul lavoro. La sostenibilità si deve misurare; va vista dal lato ambientale, sociale ed economico; va progettata in ogni fase, dall’inizio alla futura rigenerazione dell’opera, in modo circolare.
A chi può servire questa metodologia di lavoro?
«Servirà a diverse tipologie di soggetti quali commissari di gara, per fare una valutazione, alle stazioni appaltanti che deve fare le gare e inserire dei valori sulla premialità per chi partecipa, alle società di progettazione, quale strumento di approccio e di verifica». Inoltre, mette a disposizione «uno strumento oggettivo di valutazione favorendo i compiti di verifica anche attraverso l’integrazione con modelli digitali quali ad esempio il BIM (Building Information Modeling) e il digital twin, che offrono strumenti potenti per monitorare e migliorare continuamente le performance ambientali, ottimizzare la logistica e garantire la sicurezza sul posto di lavoro».
Il valore aggiunto della prassi di riferimento e l’importanza della sostenibilità
La prassi di riferimento, come la UNI/PdR 172 sul cantiere sostenibile, «è uno strumento di pre-normazione che colma una lacuna, ponendo le basi per una futura norma tecnica – ha ricordato il presidente di UNI, Giuseppe Rossi –. Queste attività sono in piena sinergia con l’obiettivo dell’associazione di favorire la diffusione di una cultura ampia e qualificata della sostenibilità e una sempre maggiore consapevolezza del valore sociale ed economico di una dotazione completa di infrastrutture sostenibili.
Il mondo delle costruzioni ha un peso molto rilevante nell’ambito normativo UNI. Circa il 25% del panorama complessivo delle norme tecniche in vita (22mila) riguarda questo settore.
La sostenibilità è un tema particolarmente rilevante nell’ambito della normazione «a livello italiano è considerata una priorità nello sviluppo di standard che aiutino concretamente le organizzazioni a mettere in atto, gestire, misurare e migliorare la propria sostenibilità ambientale e poi anche quella economica e sociale», ha aggiunto Rossi, ricordando che circa il 22% delle norme pubblicate negli ultimi cinque anni sono riferibili alla sostenibilità.
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