La plastica scura è davvero pericolosa a tavola?

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La plastica scura a tavola fa davvero male?

Un recente studio americano ha acceso il dibattito sulla sicurezza della plastica utilizzata in cucina, in particolare la plastica scura, di colore nero e grigio. Pubblicato sulla rivista scientifica Chemosphere, lo studio evidenzia come oltre l’85% dei prodotti analizzati contenga ritardanti di fiamma bromurati, composti chimici noti per la loro tossicità.

I ricercatori, guidati da Me gan Liu dell’organizzazione no-profit americana Toxic-Free Future, hanno analizzato oltre 200 oggetti domestici di plastica scura, rilevando che l’85% dei prodotti conteneva ritardanti di fiamma bromurati, sostanze tossiche per la salute. Il fatto che una parte significativa dei prodotti analizzati contenga bromo, un tipo di ritardante di fiamma vietato dal 2021, indica una possibile lacuna nel sistema di gestione del riciclo e nei controlli sulle materie prime utilizzate.

L’inclusione di sostanze chimiche come i ritardanti di fiamma nelle plastiche riciclate potrebbe essere il risultato di una scarsa separazione dei diversi tipi di plastica durante il processo di riciclo. In teoria, la plastica trattata con bromo per scopi industriali dovrebbe essere separata da quella non trattata per evitare che residui potenzialmente pericolosi finiscano in oggetti destinati al consumo quotidiano. Inoltre, l’uso di queste sostanze chimiche potrebbe comportare rischi per la salute, poiché alcuni ritardanti di fiamma sono noti per essere tossici o per accumularsi nell’ambiente.

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In un clima di crescente preoccupazione, le autorità europee hanno cercato di rassicurare i consumatori, ribadendo che in Europa non ci sono rischi significativi.

I ritardanti di fiamma: cosa sono e perché preoccupano

I ritardanti di fiamma bromurati sono sostanze chimiche che si aggiungono a vari materiali, come tessuti e componenti elettronici, per renderli meno infiammabili. Tuttavia, la loro presenza nei prodotti di uso comune ha suscitato allerta a causa degli effetti nocivi associati a un’esposizione prolungata. Questi composti possono alterare l’equilibrio ormonale, danneggiare il fegato, compromettere la fertilità e interferire con lo sviluppo neurologico dei bambini. Nel 2015, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) ha classificato alcune di queste sostanze come potenzialmente cancerogene.

Un’indagine pubblicata nel 2024 su JAMA Network Open ha rivelato che le persone con i livelli più elevati di ritardanti di fiamma nel sangue hanno un rischio di cancro superiore del 300% rispetto a coloro con livelli più bassi. Inoltre, uno studio su BMC Oral Health ha collegato questi composti a un aumento del rischio di parodontite, una malattia infiammatoria che colpisce le strutture di supporto dei denti.

Normative europee: un argine ai pericoli

In Europa, l’uso di alcuni ritardanti di fiamma bromurati è vietato o severamente regolamentato, grazie alla continua supervisione da parte delle autorità competenti. Secondo Giovanna Buonocore, ricercatrice del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), l’Europa ha messo in atto misure rigorose per proteggere i cittadini. “L’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, sta attualmente valutando i rischi associati ai ritardanti di fiamma bromurati negli alimenti, con risultati attesi entro il 2025”, ha spiegato la ricercatrice.

Problemi di riciclo e contaminazione

La questione dei ritardanti di fiamma è particolarmente rilevante negli Stati Uniti, dove continua a esserci un’ampia diffusione di queste sostanze in vari dispositivi elettronici. Quando i prodotti vengono riciclati, le plastiche contaminate possono mescolarsi con materiali privi di sostanze tossiche, portando alla contaminazione di nuovi articoli. La plastica nera è particolarmente problematica, essendo spesso derivata da dispositivi elettronici dismessi.

Tuttavia, Buonocore chiarisce che il problema messo in luce dallo studio di Chemosphere si riferisce esclusivamente ai prodotti in vendita negli Stati Uniti. “In Italia non corriamo gli stessi rischi. Le norme europee ci tutelano da queste problematiche”.

Come scegliere la plastica sicura

Per garantire la sicurezza dei utensili da cucina, è fondamentale prestare attenzione alle etichette. Il Regolamento (UE) 10/2011 stabilisce requisiti di sicurezza rigorosi per i materiali a contatto con alimenti. Gli esperti raccomandano di cercare il simbolo del bicchiere e della forchetta o la dicitura “per alimenti” sulle confezioni. “Scegliere prodotti di qualità e seguire le istruzioni riportate in etichetta è essenziale per evitare contaminazioni”, afferma Buonocore.

È importante anche prestare attenzione agli oggetti danneggiati, poiché potrebbero non essere più idonei al contatto con alimenti o bevande. A differenza delle tossinfezioni alimentari, gli effetti avversi dei ritardanti di fiamma si manifestano nel lungo termine, quindi è fondamentale evitare esposizioni continuative e preferire prodotti certificati.

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Mentre l’industria alimentare e il pubblico in generale si preparano ad affrontare ulteriori ricerche sui rischi legati ai ritardanti di fiamma, l’Unione Europea continua a monitorare attentamente la situazione. L’attenzione verso la salute pubblica e la sicurezza alimentare rimane alta e i progressi nella scienza e nelle normative porteranno a un continuo aggiornamento delle pratiche di sicurezza.

Sebbene ci sia una giustificata preoccupazione riguardo alla plastica scura in cucina, le attuali normative europee offrono un importante livello di protezione. Con un consumo consapevole e l’adozione di precauzioni appropriate, è possibile godere di un ambiente sicuro e salutare a tavola, senza compromettere la salute.

 



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