Meloni Anm, incontro tra governo e giudici sulla riforma della Giustizia

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La premier ha ricevuto l’Associazione nazionale magistrati. Il presidente Cesare Parodi: “Abbiamo avuto modo di spiegare le ragioni che ci portano a non condividere questa riforma della giustizia. Abbiamo chiesto un maggiore rispetto per i magistrati, spesso accusati di produrre dei provvedimenti ideologici”

 

“Il Governo ha ribadito la volontà di proseguire con determinazione e velocità nel percorso di attuazione della riforma costituzionale, auspicando la sua approvazione in tempi rapidi”. Così – in una nota di Palazzo Chigi – l’esecutivo ha commentato l’incontro con l’Anm (Associazione nazionale magistrati) presieduto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e a cui hanno partecipato i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mantovano. Un faccia a faccia definito “franco e proficuo” e incentrato sulla “riforma costituzionale sulla separazione delle carriere e il Csm all’esame del Parlamento”. “È stato un incontro non breve in cui c’è stato un lungo scambio di opinioni che, devo dire, non ha portato a sostanziali modifiche delle nostre posizioni e tantomeno di quelle del governo”, ha dichiarato il presidente dell’Anm, Cesare Parodi, lasciando Palazzo Chigi. I giudici, dopo lo sciopero di protesta della scorsa settimana, si sono presentati con una coccarda tricolore appuntata sulle giacche, la stessa indossata proprio in occasione della mobilitazione. Un vertice organizzato con l’obiettivo di normalizzare i rapporti, dopo i ripetuti attacchi del governo alle toghe, spesso accusate di essere nemiche dell’esecutivo, dalla mancata convalida dei trasferimenti di migranti in Albania al caso Almasri e alla condanna in primo grado per il sottosegretario alla Giustizia Delmastro nel caso Cospito.

Meloni a Anm: “Pronti a un tavolo sulle leggi di attuazione”

Meloni “ha ringraziato l’Anm per le osservazioni e gli spunti emersi nel dibattito e ha annunciato la disponibilità di aprire un tavolo di confronto sulle leggi ordinarie di attuazione della riforma e sul documento in otto punti presentato dall’Anm, che riguarda l’amministrazione della giustizia”, riferisce la nota di Palazzo Chigi al termine dell’incontro.

Anm: “Avanti con la mobilitazione”

“Io credo non sia stato inutile perché abbiamo avuto modo di spiegare nel dettaglio le ragioni specifiche, tecnico giuridiche, che ci portano assolutamente a non condividere questa riforma. Lo abbiamo fatto – ha detto il presidente dell’Anm Parodi – E abbiamo preso atto con molta chiarezza di una volontà del governo di andare avanti senza alcun tentennamento, e alcuna modifica sul punto”. Proseguiremo la nostra mobilitazione contro la riforma “cercando la gente, i corpi intermedi, degli interlocutori e cercando di far capire quello che molte persone non credono – ha aggiunto – Lo leggiamo sui social. Tanti pensano veramente che noi siamo qui per difendere interessi corporativi, la casta, i privilegi. Se noi non abbattiamo queste convinzioni, se non lo facciamo con estrema forza e capacità, la partita è persa fin dall’inizio”. “Ci saranno manifestazioni, ma di varia natura. Ci saranno dibatti, ci saranno interventi sui social, ci saranno, speriamo, interventi televisivi, pubblicazioni sui giornali, opuscoli e incontri con la gente – ha spiegato Parodi –  Quello che si può fare in una democrazia per far valere le proprie idee”.




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Anm: “Per Meloni la politica si sente attaccata”

“Abbiamo chiesto un maggiore rispetto per i magistrati, che vengono spesso accusati di produrre dei provvedimenti non giurisdizionali ma ideologici. Io ho chiesto con forza che questo atteggiamento possa essere modificato. I magistrati sono i primi a rifiutare evidentemente questa logica”, ha detto ancora Parodi dopo l’incontro a Palazzo Chigi, sottolineando che la presidente del consiglio “ha risposto che la politica a sua volta sente di essere attaccata in qualche misura”. “Io ho ribadito che i giudici e i magistrati possono sbagliare, non c’è dubbio, che accettiamo le critiche perché possiamo sbagliare come tutti – ha aggiunto – ma che siamo profondamente avviliti e feriti quando queste critiche hanno per oggetto non i nostri provvedimenti ma la nostra posizione ideologica che avrebbe, secondo la politica, condizionato le nostre scelte”.

Anm: “Incontro non è stato un fallimento, c’è stata chiarezza”

Parodi, commentando l’incontro ha poi detto: “In tutta sincerità, non mi aspettavo di più e non lo considero un fallimento. Lo considero un momento di chiarezza per la prosecuzione della nostra attività, per la nostra volontà di arrivare alla gente, di farci capire. In qualche modo ci aiuta perché sappiamo perlomeno che questo processo è destinato ad andare avanti, legittimamente, perché è una procedura costituzionale che noi rispettiamo e nella quale ci inseriremo come cittadini nel dibattito democratico”. “Non abbiamo parlato di sorteggio temperato – ha aggiunto Parodi – Ero assolutamente certo che nulla sarebbe arrivato, anche per una ragione di tempi. La riforma non può tornare indietro se il governo vuole approvarla in questa legislatura. Allora evidentemente non può neanche fare una piccola correzione perché sapete che altrimenti dovrebbe ripartire da capo alle Camere e i tempi non ci sono. Forse è meglio così, chiarezza per tutti, rispetto per tutti, noi andiamo avanti con serenità e se la riforma sarà approvata saremo i primi evidentemente ad applicarla”.

Anm: “Governo smentisce illazione sulla polizia giudiziaria”

“Sia il presidente Meloni che il ministro Nordio hanno detto che non hanno nessuna intenzione di dare corso a questa illazione giornalistica che è stata pubblicata”, ha detto infine il presidente dell’Anm rispondendo a una domanda sull’ipotesi di togliere ai pm la guida della polizia giudiziaria per le inchieste. “Questo è l’unico dato assolutamente positivo in quanto c’è stata una precisa netta smentita della notizia che è stata riportata dal Fatto Quotidiano – ha spiegato Parodi – Quindi in questo senso ci tranquillizza, ma limitatamente a questo aspetto, per tutti gli altri invece, il quadro non è mutato”.




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In mattinata, prima di incontrare la delegazione dei giudici, a Chigi sono arrivati gli avvocati dell’Unione delle Camere Penali. “Abbiamo invitato il governo ad andare avanti senza tentennamenti sulla via di questa riforma fondamentale”, ha detto il presidente Francesco Petrelli. Si è parlato di “un incontro molto approfondito” che ha toccato “tutti i temi che riguardano la riforma costituzionale della separazione delle carriere”. Per gli avvocati la riforma “restituisce ai cittadini il giusto processo attraverso l’istituzione finalmente di quel giudice terzo che è scritto nella nostra Costituzione all’articolo 111 ma di fatto non è mai stato realizzato”. Petrella, precisando che le modifiche in ogni caso non riguardano gli avvocati, evidenzia come per l’Unione non si tratta di una riforma “punitiva nei confronti della magistratura” ma che “riguarda tutti i cittadini ed una giustizia più moderna e finalmente adeguata ad una democrazia liberale”.




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