Il CARMI museo Carrara e Michelangelo presenta “Per forza di levare. Michelangelo scultore nelle fotografie degli Archivi Alinari”, un’importante mostra fotografica curata da Rita Scartoni, con la consulenza scientifica di Cristina Acidini, dedicata all’opera artistica di Michelangelo Buonarroti, icona indiscussa dell’arte nel Rinascimento, nell’anno in cui la Regione Toscana celebra i 550 anni dalla sua nascita.
Il progetto promosso dal Comune di Carrara in collaborazione con la FAF Toscana – Fondazione Alinari per la Fotografia, svela come i Fratelli Alinari, Brogi, Anderson, i grandi editori dell’Ottocento, hanno immortalato i capolavori del “Divin Artista”, affrontando la sfida di tradurre con il mezzo fotografico la tridimensionalità della scultura. Un’esposizione unica, che mette in luce sguardi particolari e interpretazioni visive sorprendenti, risultato dell’incontro del genio di Michelangelo con quello dei fotografi, impegnati nella mappatura e nella trasmissione del patrimonio storico-artistico italiano.
Giorgio van Straten ,Rita Scartoni,Gea Dazzi
«Siamo molto felici di ospitare in città questa mostra che nasce dalla collaborazione con Fondazione Alinari per la Fotografia e Regione Toscana – sottolinea l’assessore alla Cultura del Comune di Carrara Gea Dazzi -. È questa una mostra che credo rappresenti bene una parte importante, oltre che della storia, del carattere stesso di Carrara, una città che da sempre è casa di artisti e creativi, una città aperta al mondo e che con il suo marmo possiamo ritrovare in tutto il mondo. Nelle immagini dell’Archivio Alinari trovano così spazio tanto la Carrara di un tempo, con l’imponenza delle sue cave, quanto l’assoluta straordinarietà dei suoi marmi che il genio di Michelangelo ha trasformato in capolavori assoluti. Si tratta infine del primo grande progetto che andiamo a realizzare che fa parte del dossier ‘Carrara: da 2mila anni contemporanea’. Questo documento che è stato preparato per la candidatura a Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026 è una risorsa importante che contiene molti progetti e idee per lo sviluppo della città».
«Da quando gli Archivi Alinari sono divenuti patrimonio pubblico, grazie all’acquisto da parte della Regione Toscana – spiega Giorgio van Straten – Presidente della Fondazione Alinari per la Fotografia – abbiamo cercato di creare occasioni per condividere questo patrimonio con il territorio. Sono particolarmente felice che nel caso di Carrara la mostra permetta di valorizzare quello che rappresenta il nucleo storico più antico delle nostre collezioni: la documentazione del patrimonio culturale italiano, in particolare dei capolavori di Michelangelo, attraverso le immagini sulle quali lo si è studiato per decenni in tutto il mondo».
«”Fotografie, fotografie…”, per lo storico dell’arte Bernard Berenson non ce n’erano mai abbastanza per fare il suo mestiere. – Rita Scartoni, Responsabile Licensing e progetti della Fondazione Alinari per la Fotografia e curatrice della mostra – Lungo più di un secolo, la mostra segue l’impegno degli Alinari nella riproduzione e diffusione dell’opera scultorea di Michelangelo, quell’arte che si fa ‘per forza di levare’. Un dialogo tra scultura e fotografia, tra materia e luce, che ci conduce attraverso una rilettura dell’opera dell’artista».
Il percorso di visita è composto da circa 70 stampe fine art a cui si aggiunge un piccolo nucleo di stampe originali, ed è il risultato di un’attenta selezione dai fondi degli Archivi Alinari, antico giacimento fotografico fiorentino divenuto pubblico nel 2019 grazie all’acquisto della Regione Toscana, custodito dalla Fondazione Alinari.
L’itinerario copre 120 anni di fotografia a partire dal 1852, un lungo periodo in cui la riproduzione dell’opera del Maestro si interfaccia con varie tematiche proprie del mezzo fotografico e della sua storia: la sperimentazione tecnica dei primi decenni, il passaggio dalla fotografia intesa come documento oggettivo alla fotografia come lettura interpretativa, fino ad arrivare alla valorizzazione dei materiali d’archivio come documento storico, già nella prima metà del Novecento.
A partire dalla metà dell’Ottocento, la fotografia sarà in grado di far conoscere e diffondere su scala mondiale le opere di Michelangelo, diventando un documento indispensabile per la disciplina della storia dell’arte.
Le fotografie esposte al CARMI Museo Carrara e Michelangelo ripercorrono le tappe fondamentali dell’impegno dei Fratelli Alinari nella documentazione dell’opera scultorea di Michelangelo. Il percorso si sviluppa attraverso i capolavori di Firenze, Roma, Milano e Parigi, presentando immagini realizzate a partire dagli anni Cinquanta dell’Ottocento. Tra queste, spiccano le celebri fotografie del David sull’arengario di Piazza della Signoria, scattate da Leopoldo Alinari, fondatore, insieme ai suoi fratelli, dello stabilimento fiorentino che porta il loro nome.
Il David, il “colosso” nudo con cui, secondo Vasari, Michelangelo avrebbe superato gli antichi, introduce una sezione della mostra dal titolo Giganti di marmo e di vetro. Durante il suo lungo soggiorno a Carrara, nel 1505, l’artista concepì un progetto tanto visionario quanto ambizioso: scolpire un colosso direttamente da una montagna affacciata sul mare, affinché fosse visibile ai naviganti da lontano. Un’idea straordinariamente contemporanea che tuttavia non venne mai realizzata.
A questo stesso spirito visionario si ricollegano i “giganti” di vetro dei Fratelli Alinari: negativi su lastra di vetro fuori formato, unici al mondo, testimonianza di un’audace sperimentazione tecnica e del desiderio di produrre stampe a contatto di dimensioni eccezionali per l’epoca. In mostra è esposta la riproduzione della grande lastra negativa del Mosè, fedele nelle dimensioni all’originale conservato in archivio, che raggiunge quasi un metro di altezza.
Un’altra sezione della mostra è dedicata alle immagini realizzate dall’atelier fiorentino Brogi, che ha saputo riprendere le opere di Michelangelo con straordinaria sensibilità. È esposta un’interessante campagna fotografica nella Sacrestia Nuova del complesso di San Lorenzo a Firenze, risalente alla Seconda Guerra Mondiale. Le statue di Michelangelo, rimosse dalla loro collocazione originale per il necessario intervento di messa in sicurezza del monumento in periodo bellico, vengono immortalate a terra, offrendo una vista ravvicinata e da ogni lato delle sculture. Questa prospettiva consente di osservarle come si poteva fare solo subito dopo la partenza definitiva di Michelangelo per Roma nel 1534. Tra le opere fotografate ci sono Il Giorno e La Notte, che vengono riprese anche nella parte retrostante, rivelando dettagli inediti e affascinanti.
Protagonista della mostra è anche Carrara, con le sue imponenti cave di marmo, fonte di ispirazione per generazioni di fotografi e, ancora oggi, luogo di grande fascino per artisti e autori contemporanei. Per Michelangelo Buonarroti, Carrara rappresentava un luogo fortemente significativo: era qui che, con l’aiuto di scalpellini e cavatori locali, selezionava i massi di bianco puro, destinati a trasformarsi nelle opere che avrebbero segnato la storia dell’arte.
In mostra sono esposte fotografie provenienti dall’Archivio Corsini, parte degli Archivi Alinari, tra cui stampe vintage. Realizzate dal fotografo, Augusto Corsini, queste immagini restituiscono tutta la suggestione del paesaggio, documentano le tecniche di lavorazione del marmo in situ e offrono uno sguardo affascinante sulle modalità di trasporto nei primi decenni del Novecento.
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